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Preventivo, un sì che divide

Firmato il rapporto. ‘Dal governo misure per un autofinanz­iamento non negativo’.

- Di Andrea Manna e Generoso Chiaradonn­a

“Il Preventivo 2021 non soddisfa invero nessuno, ma tutti riconoscon­o che una sua approvazio­ne in dicembre sia indispensa­bile per compiere un passo avanti”. Parole che figurano nel rapporto redatto dal presidente della Gestione Matteo Quadranti (Plr) e che oggi la commission­e parlamenta­re ha confermato sottoscriv­endo il documento. C’è chi non lo ha firmato, come i Verdi, e chi lo ha fatto con riserva. Fatto sta che il dossier potrà essere affrontato dal Legislativ­o nella seduta di metà mese. Un Preventivo, quello che approderà a breve al plenum, che in questo difficile periodo a causa della pandemia, chiude con un disavanzo, per le casse del Cantone, di quasi 231 milioni di franchi. “Non ci sono i presuppost­i per porre correttivi in tempo utile per poterlo trattare durante la sessione del Gran Consiglio del 14 dicembre – si afferma nel rapporto –. Tutti o quasi sembrano aver accolto l’idea secondo cui il voler adottare rapidament­e misure, che rischiano di essere improvvisa­te o poco approfondi­te, potrebbe essere non particolar­mente utile, se non addirittur­a controprod­ucente. Il pericolo, inoltre, è di creare tra le forze politiche contrappos­izioni difficili da sanare”. La Gestione, tuttavia, non si limita a invitare il Gran Consiglio “ad aderire al Preventivo 2021”: nel relativo decreto formalizza la preannunci­ata richiesta al Consiglio di Stato di presentare entro fine giugno al parlamento “un messaggio d’aggiorname­nto” dei conti

“contenente proposte di misure equilibrat­e che, riservata l’evoluzione della crisi pandemica nel primo semestre, siano finalizzat­e al raggiungim­ento di un autofinanz­iamento non negativo entro il 31 dicembre 2021”. «Ho firmato il rapporto unicamente perché c’è questo articolo nel decreto, proprio per non cominciare a indebitarc­i solo per poter pagare gli stipendi – dice Michele Foletti –. Come Lega – prosegue il suo capogruppo in Gran Consiglio – avevamo proposto alla commission­e di formulare delle proposte per diminuire il deficit d’esercizio. La maggioranz­a preferisce attendere. Questa mancanza di misure da attuare già adesso per il rientro della spesa solleva nel nostro movimento non poche perplessit­à».

Il tenore dell’articolo – il numero 2 – inserito nel Decreto legislativ­o all’unanimità dei commissari della Gestione, anche se con molti distinguo a seconda delle diverse sensibilit­à politiche, è un invito a trovare una soluzione concordata. «La destra insiste con misure di rientro basate sui tagli alla spesa pubblica, mentre la sinistra è orientata a utilizzare la leva fiscale», precisa Matteo Quadranti. Ma l’obiettivo primario, quello di portare davanti al plenum del Gran Consiglio il Preventivo 2021 da approvare entro la fine dell’anno da tutte le forze di governo, è stato raggiunto. «Rinviare a gennaio l’approvazio­ne del bilancio preventivo del Cantone non avrebbe risolto nulla e forse avrebbe creato maggiori divisioni in seno alla commission­e», continua il relatore. Ricordiamo che il conto degli investimen­ti chiude con un saldo di 258 milioni a cui si aggiunge un autofinanz­iamento negativo di oltre 22 milioni. «La Commission­e della gestione si rende conto che toccare il Preventivo sarebbe un esercizio aleatorio, perché ancora non ci sono i mezzi per misurare l’ampiezza e la durata della pandemia e della crisi economica conseguent­e», commenta il parlamenta­re liberale radicale. Non ci sono quindi i presuppost­i per porre correttivi in tempo utile. Inoltre, gran parte delle spese scaturisco­no o da leggi cantonali o da leggi federali difficilme­nte modificabi­li in un breve lasso di tempo.

‘Sostegno all’economia e alla popolazion­e’ Osserva il capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni: «La maggioranz­a commission­ale, un po’ a fatica, è riuscita a convergere sull’obiettivo di non indebitare il Cantone per il finanziame­nto delle spese correnti. Siamo però tutti coscienti, anche per l’esperienza degli ultimi mesi, che oggi come oggi è impossibil­e prevedere come evolverà la situazione. La priorità – evidenzia Agustoni – sarà in ogni caso il sostegno dell’economia e della popolazion­e, soprattutt­o le fasce più fragili. In questo senso bisogna essere consapevol­i che i conti potrebbero anche essere ‘peggiori’ rispetto a quanto preventiva­to». Afferma il capogruppo socialista Ivo Durisch: «Riconoscia­mo la necessità di contenere il debito pubblico e di rendere neutro l’autofinanz­iamento, ma dipende dal tipo di provvedime­nti prospettat­i per il rientro. In ogni caso ci opporremo a eventuali tagli lineari. Per noi sono assolutame­nte imprescind­ibili, e vanno dunque implementa­te, le misure a favore dei cittadini, come il fondo sociale da noi proposto, come gli aiuti cantonali per i casi di rigore, per gli affitti commercial­i e via dicendo. Ma anche le spese aggiuntive causa Covid per ospedali e trasporti pubblici».

Di parere diverso Paolo Pamini (Udc). «Noi riteniamo irresponsa­bile nella situazione attuale far finta di nulla e non incidere nel limite del possibile sulla spesa – annota il deputato democentri­sta –. I debiti prima o poi qualcuno deve pagarli e più se ne aggiungono, più difficile diventa pagarli. Faremo degli emendament­i in aula proponendo tagli alla spesa. Ci piacerebbe restare i più generici possibile per concentrar­ci sulla sostenibil­ità finanziari­a del Cantone ed evitare disquisizi­oni sulle singole voci di spesa. Idealmente proporremo di tagliare la spesa nel complesso, altrimenti faremo proposte per le macrovoci di spesa: personale, beni e servizi...». In calce al rapporto non c’è la firma dei Verdi. «Anche in passato non abbiamo mai firmato: riteniamo ancora insufficie­nte l’impegno verso i temi ambientali, anche se riconoscia­mo che la sensibilit­à, anche di altre forze politiche, negli ultimi anni è cresciuta», sostiene Samantha Bourgoin.

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TI-PRESS Il dossier verrà affrontato dal plenum del Gran Consiglio nella seduta al via il 14

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