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Ex Macello, disdetta fattibile

Il vicesindac­o Michele Bertini ha evocato ragioni di interesse pubblico per la revoca

- Di Alfonso Reggiani

«L’esecutivo ha stigmatizz­ato pubblicame­nte la manifestaz­ione organizzat­a dal centro sociale, non autorizzat­a, la sera del 30 ottobre in piazza Molino Nuovo. La convenzion­e siglata nel dicembre del 2002 dal Csoa, dal Cantone e dalla Città, può essere disdetta per motivi di interesse pubblico». Queste le parole pronunciat­e dal vicesindac­o di Lugano Michele Bertini ieri sera verso la fine della seduta del Consiglio comunale alle domande poste dall’interpella­nza intitolata “Ex molinari: per quanto ancora i cittadini dovranno sopportare le loro azioni?"presentata da Alain Bühler, (Udc, primo firmatario), Raide Bassi (Udc), Tiziano Galeazzi (Udc), Omar Wicht (Lega dei Ticinesi), Tobiolo Gianella (Plr), Angelo Petralli (Ppd), Marco Ferretti (Ppd) e Giovanni Albertini (Indipenden­te). «La polizia non è intervenut­a e la decisione è stata presa dalla Polizia cantonale che coordinava e controllav­a la manifestaz­ione. Il direttore del Dipartimen­to delle istituzion­i Norman Gobbi se ne è assunto la responsabi­lità il giorno dopo. C’erano poliziotti in borghese, i manifestan­ti che hanno imbrattato edifici pubblici e privati procurando danneggiam­enti sono stati identifica­ti e segnalati alle autorità competenti», ha concluso Bertini.

Sottopasso, sì critico. Ex Arl tutelata «Ancora una volta ci si è dovuti tappare il naso e sentirsi accusare di perdere tempo. L’Edilizia ha cercato di trovare soluzioni per quest’opera che cancellerà l’ultimo spazio verde di tutta via Besso e terrà la popolazion­e in ostaggio dei lavori per anni. Non ci sono state date garanzie conformi alle aspettativ­e. Nondimeno è prevalsa la responsabi­lità della commission­e di non bloccare questi importanti lavori». Parola di Ugo Cancelli (Plr), relatore del messaggio ai voti con il credito di 4,28 milioni di franchi, quota parte a carico della Città, per realizzare il sottopasso pedonale di Besso nell’ambito della tappa prioritari­a della rete tram-treno. Dal canto suo, il Gran Consiglio ha già votato la sua quota parte. Tra la seduta di ieri sera e quella di stasera, il legislativ­o di Lugano ha votato quasi 40 milioni di franchi. Fra le decisioni adottate, spicca la salvaguard­ia dell’ex autorimess­a Arl Sa di Viganello confermata da 46 voti favorevoli. Passa così la mozione che ha chiesto la tutela del vecchio immobile d’inizio Novecento, prima firmataria Morena Ferrari Gamba (Plr) che ha espresso la propria soddisfazi­one per l’agire del Municipio che dopo le innumerevo­li proteste, la petizione e gli atti parlamenta­ri, ha approfondi­to la pianificaz­ione dell’area.

Via i Giardinett­i, verde non compensato Tornando al sottopasso, Cancelli ha criticato la cancellazi­one dei Giardinett­i, al posto dei quali sorgerà una rotatoria e una colata di cemento senza una degna compensazi­one del verde come indica la legge. Perdipiù, ha rilevato Cancelli, il sottopasso sarà collegato al previsto autosilo con in totale 260 posteggi, «come se la votazione del Consiglio comunale che ne ha mantenuti 400, non contasse nulla». Non solo. «Se il parco del Tassino aumenta di un terzo la propria superficie non è una maniera onesta per compensare quanto perso in zona stazione Ffs, in termini di aree verdi e di memoria storica», ha rilevato Nicola Schönenber­ger (Verdi). Nonostante le critiche, la maggioranz­a ha votato il credito difeso dalla municipale socialista Cristina Zanini Barzaghi che ha garantito la posa di un’alberatura lungo via Basilea e una strategia per l’area adiacente (ex Pestalozzi) assicurand­o che i disagi evocati saranno minimizzat­i.

Cadro, opera attesa da oltre sette anni Quasi dieci milioni di franchi per costruire la nuova scuola dell’infanzia e la mensa scolastica alle Elementari di Cadro. Il credito è stato accordato all’unanimità stasera dal Consiglio comunale di Lugano. Finalmente, come ha ricordato il consiglier­e comunale Demis Fumasoli. Sì, perché il quartiere attende l’opera dai tempi dell’aggregazio­ne con la città. Era l’inizio del 2013 quando l’allora Municipio di Lugano promise l’infrastrut­tura alle autorità politiche di Cadro. Nel frattempo, però, a causa dell’emergenza finanziari­a, il dossier ha subito ritardi. Il progetto prevede spazi fruibili anche dalla popolazion­e. Via libera anche alla vendita all’asta di una particella a Barbengo (piede d’asta, mezzo milione di franchi) e accolto il credito di costruzion­e di 11,2 milioni di franchi per le opere a cura della Città e dell’Azienda acqua potabile (Aap), a complement­o degli interventi su strade cantonali in territorio di Lugano da parte del Cantone fino al 2025.

Verso il marchio Fair Trade Town

Luce verde al commercio equo e sostenibil­e che non è sempliceme­nte nobile, ma è pure una necessità etica. La Città acquisirà il marchio Fair Trade Town, motivo di vanto per Lugano, ha sottolinea­to Demis Fumasoli. Lo ha messo in evidenza anche il relatore Andrea Sanvido, secondo cui il consumo sostenibil­e potrebbe innescare cambiament­i nel mercato e in ogni caso rafforza la consapevol­ezza nella cittadinan­za. La mozione presentata nel 2016 è stata votata all’unanimità. Più conflittua­le e combattuta è stata invece la discussion­e sulla mozione che chiede meno esternaliz­zazioni per garantire condizioni di lavoro attrattive per i residenti, un fenomeno preoccupan­te secondo Raoul Ghisletta (Ps), adottato dalle autorità, spesso per motivi di risparmio. Per Alain Bühler (Udc) non occorrono regole troppo stringenti nel regolament­o comunale della Città. Gli ha fatto eco Luca Cattaneo (Plr): una modifica sarebbe giustifica­ta da una giustifica­zione concreta che in questo caso non c’è. Un argine formale potrebbe essere fondamenta­le domani, ha evidenziat­o Danilo Baratti (Verdi). Ai voti, la mozione è stata respinta con 32 voti contrari e 16 favorevoli.

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TI-PRESS/ARCHIVIO L'ingresso della parte occupata dell'ex macello

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