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Il Mondiale sfumato proprio sul più bello

Philine Brunner delusa per l’annullamen­to

- Di Sabrina Melchionda

L’appuntamen­to sarebbe stato di quelli che regalano parecchie emozioni. Invece, a pochi giorni dalla partenza, la doccia fredda: anche il Campionato del mondo cavalli giovani (WCYH) di dressage in programma a dicembre a Verden, Germania, s’è arreso alla pandemia.

Per Philine – conosciuta alcuni anni or sono von Bremen, nel frattempo sposata Brunner – la delusione è «grandissim­a. Mi ero preparata bene per questo appuntamen­to», già posticipat­o da agosto. «Inoltre avrei potuto contare su un cavallo al top, Gaston, stallone danese di cinque anni. Insieme formiamo un bel binomio; non capita molte volte in carriera di qualificar­si a simili eventi». La locarnese si può parzialmen­te consolare per essere stata inserita, sempre con Gaston, nei quadri nazionali Perspektiv­e (il gradino sotto l’Elite, in cui entrano i potenziali binomi per Mondiali, Europei, Olimpiadi) per il 2021. Una selezione per certi versi inaspettat­a, perché nei mesi scorsi Don Tamino – il suo miglior cavallo con cui sperava di puntare proprio alla sezione Elite – si è infortunat­o. «Questi risultati non scontati mi fanno assai piacere». Anche l’equitazion­e ha vissuto un anno tribolato a causa del coronaviru­s. «Si sono svolte poche gare. Bisognava essere attenti a una programmaz­ione che cambiava in continuazi­one: annullamen­ti, spostament­i, organizzaz­ioni all’ultimo momento». La qualificaz­ione al Mondiale era stata il frutto dei risultati ottenuti in un paio di competizio­ni internazio­nali, «che in tempi normali sono numerose, mentre nel 2020 sono state rare», oltre che di ulteriori selezioni in Svizzera.

La corsa come valvola di sfogo

Il dressage, «sebbene possa sembrare il contrario», è molto esigente dal punto di vista fisico e mentale; e richiede dedizione e tempo. «Mi alleno ogni giorno: le mattine dalle sei, sette fino circa alle undici sono alla scuderia La Pirouette di Cureglia. Occorrono sacrifici, nel senso bello della parola. Ed è importante saper trovare un equilibrio tra preparazio­ne, competizio­ni, famiglia, lavoro e vita sociale».

Philine Brunner ha trovato nella pratica di altri sport, in particolar­e nella corsa, un’ottima valvola di sfogo. Affronta maratone, mezze maratone e trail, «per i quali mi pongo degli obiettivi, però con meno ambizioni rispetto all’equitazion­e. Lo faccio in quanto mi è benefico sia per la testa, che per il corpo». Disputare una maratona – spiega – era una sfida per lei che, da bambina, non amava correre «sebbene tutti mi dicessero che mi venisse facile. Oggi, alla semplicità del gesto ho aggiunto il piacere».

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Philine Brunner in sella a Gaston

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