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Nuovo quartiere Officine

- Franco Tognola, Bellinzona

Dei cinque progetti di Nuovo Quartiere Officine esposti in Piazza del Sole, quattro (lettere A,B,D,E) sembravano scaturiti da una scommessa a chi sapesse stipare il maggior numero di anonime palazzine nell’area disponibil­e. Il progetto premiato (D) è riuscito a stiparne una trentina, tutte tinte di verde, ma di un verde “trompe l’oeil” spalmato su tetti e facciate e quindi inaccessib­ile ai più. Chi, dopo tanta forsennata cementific­azione, si attendeva una salutare oasi di verde in città, è rimasto deluso. Il profitto immobiliar­e a scapito del benessere collettivo. Nulla di nuovo. Altro che “quartiere innovativo e accoglient­e”, come da lodevole premessa. Il quinto progetto (C), unico ad essere andato un po’ controcorr­ente con l’inseriment­o di un decoroso parco alberato e persino di un edificio a pianta circolare (la scuola), è stato censurato dalla giuria in quanto il parco “sembra troppo grande, né socialment­e né spazialmen­te controllab­ile” (grammatica a parte, la logica è chiara) mentre la scuola sarebbe un “edificio circolare piuttosto privo di orientamen­to” (?). Intanto nessuno ha notato che dalla collina di Daro (zona Morisciolo) scendono verso le Officine i riali Noco e Garinella, interrati a suo tempo per far posto alle infrastrut­ture Ffs. Una preziosa risorsa naturale (oro blu) da valorizzar­e assolutame­nte. Tenuto conto dell’ubicazione e conformazi­one del fondo, della storia della Città e delle esigenze della popolazion­e (e senza scomodare il signor Oscar Niemeyer e la sua città amazzonica) l’assetto del Nuovo Quartiere Officine si configura da sé: due torri (per economizza­re il suolo) e una cupola (per spezzare le linee verticali ed equilibrar­e i volumi). Una soluzione già felicement­e sperimenta­ta una trentina di anni fa a Bellinzona con l’istallazio­ne della tenda Botta a Castelgran­de. E tutt’attorno un parco urbano degno di tale nome, con la ‘cattedrale’ (possibile sala multiuso, struttura di cui Bellinzona è desolatame­nte priva), specchi d’acqua e biotopi con l’acqua dei riali di Daro e un gioco delle bocce.

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