Fatti e misfatti
È un ego sempre in erezione quello dell’attuale presidente del Consiglio di Stato. Recentemente ha avuto modo di esprimere ardite qualità linguistiche, abili a spaziare da colorite espressioni popolari fino all’uso del più aulico latino, ricordando a tutti noi come questo non sia da ritenersi lingua morta. Ma le acrobazie precedentemente descritte non sono sufficenti a celare una scarsa conoscenza del meccanismo relativo alla comunicazione politica. L’economista tedesco Albert O. Hirschman distingueva in proposito tra il concetto di “uscita” e quello di “voce”. Il primo termine riferito al meccanismo economico di abbandono di un mercato perché ritenuto insoddisfacente nell’appagare i propri bisogni. Il secondo riconducibile invece ad un meccanismo propriamente politico. Nello specifico definibile come un’azione tesa ad esprimere una protesta nell’intento di ottenere una reazione migliorativa. In politica la “voce” è fondamentale ma non sufficiente. Altro elemento chiave risiede in un valido ascolto. Aspetti questi che dovrebbero porsi alla base del processo descritto. Ciò indipendentemente dalla visione che si nutre riguardo i vari soggetti che si avvicinano in modi diversi al dialogo e alla pratica politica. Volente o nolente quindi un fattaccio sussiste eccome e risiede nel deliberato e reiterato disinteresse per una comunicazione politica adeguata e accettabile. On aura tout vu, se ne vedono (e sentono) proprio di tutte!