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I fringuelli scapoli

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Nel corso dei primi due inverni di questa nuova ricerca sono stati raccolti già più di 75’000 dati da parte di 420 osservator­i e riferiti a 146 specie. Le tecniche nuove e il crescente interesse del pubblico stanno migliorand­o notevolmen­te il livello delle conoscenze. Oggi si può contare sull’aiuto dei cittadini (citizen science) che hanno visto crescere notevolmen­te il livello delle competenze anche grazie al lavoro di formazione e informazio­ne effettuato in Ticino soprattutt­o da Ficedula. Anche per questa ragione le specie più comuni sono per ora risultate quelle che più si avvicinano alle zone abitate e le frequentat­rici delle zone boscate, cioè Fringuello, Cincialleg­ra, Pettirosso e Merlo. La prima, cioè il Fringilla coelebs ha nel nome già un po’ delle sue abitudini invernali. Quasi tre secoli orsono Linneo, il naturalist­a svedese che per primo classificò e diede il nome a oltre 12’000 specie di animali e piante utilizzand­o il sistema binomiale ancora in uso oggi, aveva infatti notato che in Svezia le femmine tendevano a disperders­i in inverno verso sud lasciando soli i maschi, più sedentari. E da noi cosa si osserva? Alla ricerca il compito di dare le risposte a questa e a tante altre domande intriganti. Negli scorsi mesi di ottobre e novembre ci è stata segnalata un po’ ovunque la scarsità di piccoli uccelli, ad eccezione dei Lucherini per i quali si preannunci­a un inverno di invasione. La distribuzi­one dei merli è tornata a macchia di leopardo. La strana mancanza di piccoli uccelli è segnalata anche in altre parti dell’Europa. Sarà veramente così? Lo possiamo scoprire insieme.

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© Giorgio Mangili Un Fringuello maschio

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