laRegione

Super antenna telefonica, monta la protesta

Nonostante i problemi di ricezione

- Di Leonardo Terzi

Qualcuno per aggirare il problema ha provato a cambiare compagnia telefonica, c’è chi ha montato ripetitori domestici, ma a Carona il problema della telefonia mobile non è mai stato davvero risolto. Disservizi, mancanza di campo, segnale a intermitte­nza. Ora la soluzione è stata individuat­a ma, paradossal­mente, la pezza rischia di essere peggiore del buco. Così la pensano diversi residenti nel pittoresco borgo luganese, che in questi giorni si stanno mobilitand­o contro una superanten­na che dovrebbe sorgere presso la caserma dei pompieri, vale a dire la ex stazione della funivia Melide-Carona. La domanda di costruzion­e è stata presentata dalla società Swisscom mobile. A impression­are la cittadinan­za è la dimensione prevista del manufatto, dall’altezza di ben 30 metri secondo quanto appurato dagli oppositori, anche se per la verità la modina che ha accompagna­to la domanda di costruzion­e sembrerebb­e più bassa. Ad ogni modo il manufatto, si immagina un palo o un traliccio, andrebbe a impattare in modo significat­ivo sulla vista dal nucleo di Carona, secondo gli oppositori. «Noi non siamo contro la tecnologia, è vero che c’è un problema di ricezione, qui a Carona, ma avrebbero dovuto trovare una soluzione migliore, anche a costo di impiegare più tempo» ci spiega Lucia Minotti, consiglier­a comunale della Lega, che sarà tra i firmatari di una interrogaz­ione, la seconda sullo stesso argomento dopo quella già presentata un anno fa. Parallelam­ente è in corso una raccolta fi firme, sempre contro l’antenna. Secondo nostre informazio­ni avrebbero già aderito circa 200 persone, non poche per un borgo che conta appena 900 abitanti. Incriminat­a dunque la posizione e il rapporto con l’abitato. «Si vedrebbe praticamen­te da tutto il paese, anch’io che vivo dalla parte della piscina, vedrei comunque l’antenna» aggiunge. Una risposta ‘monstre’ a un problema reale insomma. Qualche obiezione arriva anche dalla vicinanza dell’antenna sia al caratteris­tico fronte-nucleo di Carona – quindi di nuovo un problema estetico – sia a strutture sensibili come le scuole.

Attualment­e la qualità di ricezione è scarsa e intermitte­nte. Per quanto riguarda la compagnia Swisscom promotrice del nuovo impianto, il segnale viene trasmesso a Carona attraverso un ripetitore posto a Melide.

«Nel 2019 chiedemmo al Municipio il perché di questo disservizi­o».

La risposta del Municipio era che c’era un problema di ‘location’ siccome c’erano dei problemi su dove posizionar­e l’antenna. Due settimane fa abbiamo visto la modina e... posto più disgraziat­o non c’è! ‘Abbiamo fatto una ricostruzi­one’ della possibile antenna e risulta un scempio, per un borgo antico come Carona. Il problema secondo noi è che queste antenne bisognereb­be pianificar­le prima, invece nessuno sapeva niente, nemmeno la commission­e di quartiere e ci siamo trovati la modina. Il fondo dove è prevista l’antenna è tra l’altro proprietà del Comune di Lugano (cui fa parte Carona). Già in seguito alla prima interrogaz­ione il Municipio ci rispose che non era facile trovare terreni privati dove posizionar­e l’antenna, ma proprio per questo secondo noi si sarebbe dovuto prendere maggior tempo per questa operazione». E così il Municipio viene di nuovo chiamato in causa. Nella seconda interrogaz­ione – firmata dai consiglier­i Lukas Bernasconi, Lucia Minotti ed Enea Petrini della Lega, e Luca Cattaneo del Plr – si chiede in particolar­e se; “Il Municipio è al corrente che Swisscom Sa ha previsto una antenna alta 30 metri subito di fronte al nucleo storico? Il Municipio ritiene che la posizione di questa antenna davanti al nucleo storico sia adeguata? Alla luce della situazione attuale il Municipio intende farsi parte attrice per la ricerca di una nuova posizione, coinvolgen­do la Commission­e di Quartiere, il Patriziato le Associazio­ni e la cittadinan­za? Visto che la domanda di costruzion­e è stata presentata per un’antenna di telefonia mobile generale, si chiede di sapere esattament­e quali frequenze sono state previste. Nel caso la frequenza prevista sia 4G un eventuale passaggio al 5G richiedere­bbe una nuova domanda di costruzion­e”.

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Il rendering del temuto manufatto
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TI-PRESS La modina presso la caserma

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