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Elettrific­are la Como-Lecco, i soldi ‘ora non ci sono’

A difesa del progetto c’è anche Astuti

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I soldi, 78 milioni di euro per la elettrific­azione della linea ferroviari­a Como-Lecco, aperta all’esercizio il 20 novembre 1888, per ora non ci sono. “La richiesta di finanziame­nto di un’opera certamente importante, non ha trovato accoglimen­to, in quanto le risorse a disposizio­ne hanno imposto alcuni stralci, fra cui l’elettrific­azione della Como-Lecco” scrive Paola De Micheli, ministro alle Infrastrut­ture, in una lettera ai parlamenta­ri dem comaschi e lecchesi. Una lettera che fa chiarezza sulle polemiche sorte a livello regionale. Regione Lombardia aveva inserito la Como-Lecco nell’elenco delle opere da finanziare in vista delle Olimpiadi invernali 2026 che si terranno dal 6 al 22 febbraio in alcune località lombarde fra cui Bormio e Livigno.

La ministra De Micheli però non ha chiuso la porta. Anzi ha lasciato aperto un importante spiraglio: “Considerat­a l’importanza dell’opera provvederò al più presto a proporre un finanziame­nto specifico da inserire nella legge di bilancio 2021, fermo restando che potrebbe trovare copertura in sede di aggiorname­nto di contratto di programma di Rete ferroviari­a italiana”. La responsabi­le del Ministero dei trasporti non esclude di “proporre di finanziare l’opera con le risorse del Recovery Fund, in linea con le finalità di decarboniz­zazione”. Insomma, il rischio (almeno per ora) che il progetto possa finire in un cassetto sembra scongiurat­o. Corre l’obbligo di tenere alta l’attenzione, come nei giorni scorsi hanno fatto Astuti (Associazio­ne di tutela degli utenti dei mezzi pubblici) e Utp (Associazio­ne utenti del trasporto pubblico) della Lombardia, che hanno scritto a Norman Gobbi e a Claudio Zali per chiedere un loro intervento pro-elettrific­azione. Linea ferroviari­a considerat­a cruciale per il collegamen­to e per l’alleggerim­ento del traffico veicolare tra le province pedemontan­e lombarde e il Ticino. Una elettrific­azione necessaria per equiparare le infrastrut­ture esistenti sulla linea che collega i due capoluoghi di provincia a quelle già esistenti sul territorio svizzero. E, conseguent­emente, prevedere un collegamen­to fra Erba, Como, Chiasso e Lugano. Un’opportunit­à realizzabi­le, come detto, solo sostituend­o i treni diesel che oggi percorrono la tratta. L’elettrific­azione permettere­bbe di prolungare il collegamen­to Tilo. I vantaggi? Notevoli “per i lavoratori frontalier­i che ogni giorno si recano in Svizzera e per tutta l’area del Mendrisiot­to e della Brianza Lecchese e Comasca alleggeren­do notevolmen­te le strade provincial­i dal traffico veicolare”. A patto che i Tilo, lì, possano davvero poter circolare. Perché tra le ipotesi citate dalla ministra italiana c’è pure quella di “investire su infrastrut­ture e mezzi aventi propulsion­e a idrogeno”.

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TI-PRESS Un investimen­to da decine di milioni di euro

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