laRegione

Perez la gioia, Russell certezza

Primo successo in carriera per il messicano della Racing Point. Beffa Mercedes.

- Di Paolo Spalluto

La gara di Sakhir è stata sorprenden­te come poche, complice anche la brevità del percorso che pareva una pista di Kart. Russell ha colpito duro nel cuore di qualsiasi appassiona­to e Perez ha commosso con il suo silenzio e le lacrime per la prima vittoria della carriera, proprio lui che rischia nella stagione 2021 di non avere un sedile. Il messicano è stato straordina­rio, un vero vincitore. Pieno merito a un ragazzo serio e capace, che a Hinwil ricordano ancora per l’exploit di Monza, e che deve restare in F1. Se la Racing Point è a questo livello, molto merito va alla sua paziente richiesta della prestazion­e e nella messa a punto della macchina, beninteso con l’aiuto di Mercedes-Benz che non può certo essere messo in discussion­e. “Checo”, come tutti lo chiamano, ha uno sponsor meno munifico che non nel passato un certo Carlos Slim, magnate messicano, ma deve trovare un sedile per la stagione 2021, quella nella quale ci sarà Mick Schumacher in Haas che ieri si è laureato campione di F2. Tutto è avvenuto come in una gara a eliminazio­ne, nella quale per una volta purtroppo la MercedesBe­nz ha davvero sbagliato tutto, e da sola. Al via Leclerc si fa prendere dalla foga: gomme fredde subito una staccata al limite inutile, tocca Perez e ostacola Verstappen che va lungo e non rientra per evidente sottosterz­o e perdita di portanza. L’olandese non aveva rifatto la ricognizio­ne del tracciato e ha forse pagato a duro prezzo questa leggerezza perché non si è reso conto del cambio di asfalto che era derivante dall’uscita. Peccato, perché due protagonis­ti sono usciti subito con conseguent­e safety car. Alla ripartenza tutto bene e Russell domina, in modo deciso e chiaro, mettendo in palese imbarazzo Bottas che la monoposto la conosce da anni ormai.

Scambio di pneumatici

La corsa si è decisa su un errore clamoroso ai box. Innanzitut­to le due Mercedes entrano assieme, con Russell davanti. I meccanici si accorgono di avere lo pneumatico anteriore sinistro di Bottas. Il regolament­o vieta dunque di montarlo. Russell esce, Bottas attende e perde tempo. Russell recupera come un forsennato, giro veloce dopo giro veloce, arriva nei pressi di Perez ma purtroppo buca. Rientra al box, monta le soft, ma la gara della vita se ne è andata, come del resto quella di Bottas che resta anche lui attardato dai tempi del pitstop. È una vera disdetta: Russell avrebbe vinto, e qui vanno dette due cose con grande chiarezza: la prima è che il giovane è oggettivam­ente un talento, non si discute. Va però aggiunto che queste monoposto sono davvero troppo semplici da condurre. Hulkenberg che è una persona per bene lo ha subito detto quando è salito sulla Racing Point. In “politiches­e” ha detto frasi del tipo che ci fosse un feeling inalterato, ma la realtà è che guidare è troppo facile. Senza nulla togliere al talento di Hamilton, quanto successo a Russell ci svela con chiarezza quali siano i valori in campo.

Ferrari inguardabi­li con Vettel in pratica assente tutta la gara e Leclerc che ha gettato al vento un buon risultato potenziale. Inutile poi piangere sul latte versato: l’errore è stato solo suo e abbiamo tutti compreso quanto la fretta del monegasco non sia buona cosa né per lui né per la squadra. Un altro pilota in casa Wolff, Ocon, il cui cartellino è del manager austriaco, ha a sua volta raggiunto un risultato straordina­rio di cui essere fiero. È stato attento, maturo, disciplina­to. In una gara così confusa, è stata questa la vera ricetta per conquistar­e un atteso secondo posto. Male le Sauber, mai davvero in gara ancora una volta. Raikkonen purtroppo è apparso insolitame­nte opaco per tutto il weekend di gara.

Abu Dhabi ospiterà il gran finale: se rientra Hamilton, a Russell rimarrà il rammarico di un risultato mancato non per colpa sua. Grosjean invece ha concluso la sua carriera in F1 purtroppo senza poter correre, ma gli sarà tributato un saluto importante comunque.

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KEYSTONE Vittoria sorprenden­te ma meritata

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