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‘Il fotovoltai­co è la soluzione’

L’opzione migliore: pannelli solari su parcheggi, ripari fonici e tratti stradali

- Di Federica Ciommiento

Un obiettivo ambizioso e trent’anni per raggiunger­lo. La Svizzera si è impegnata ad abbandonar­e il nucleare e decarboniz­zare il settore energetico entro il 2050. Questo significa dover trovare fonti di energia rinnovabil­e. In Ticino alcune opzioni sono già usate in maniera efficace come l’idroelettr­ico, l’eolico, la termovalor­izzazione dei rifiuti e l’energia geotermica. Ma anche la loro implementa­zione non sarà sufficient­e per compensare l’energia nucleare e fossile che verranno a mancare. Ed ecco che entra in gioco il sole, molto presente nel nostro cantone, che è però una risorsa non pienamente sfruttata. A questo proposito è stato presentato ieri a Bellinzona uno studio sul potenziale del fotovoltai­co non convenzion­ale in Ticino.

Il solare in Ticino non cresce abbastanza

«Il tasso di crescita dell’installazi­one di pannelli solari nel cantone è insufficie­nte per riuscire a raggiunger­e gli obiettivi fissati per il 2050», ha spiegato il divulgator­e scientific­o Giovanni Pellegri durante l’incontro. Lo studio ha individuat­o otto utilizzi del fotovoltai­co che permettere­bbero «la completa elettrific­azione del Ticino», come ricordato dal consiglier­e nazionale Rocco Cattaneo (Plr), promotore dell’indagine. Il primo è quello dell’installazi­one di pannelli sulle strutture del traffico, come ripari fonici e parcheggi.

Il secondo è quello di creare delle isole di impianti galleggian­ti sui laghetti artificial­i: «Opzione per il momento non praticabil­e in Ticino poiché non permessa dalla legge», ha detto l’ingegnere Nerio Cereghetti, uno degli autori dello studio. «Per questo tipo di soluzione è necessaria una svolta culturale», ha affermato l’ingegnere Claudio Caccia, tra gli autori dell’analisi. «Non è facile accettare l’idea di una piattaform­a del genere su uno specchio d’acqua – ha continuato –, ma si tratta di laghi costruiti dall’uomo per i suoi bisogni energetici e il potenziale delle isole fotovoltai­che è molto grande». Infatti l’acqua e la neve aumentano il riflesso del sole e dunque la quantità di raggi assorbiti dalla struttura, che presenta i pannelli su entrambi i lati.

L’agrovoltai­co per proteggere i terreni

Il terzo utilizzo degli impianti solari è quello che viene chiamato ‘agrovoltai­co’, cioè un’installazi­one posizionat­a sopra i terreni agricoli. Questa opzione, ha spiegato Cereghetti, è utile anche per proteggere i raccolti da alcuni effetti dei cambiament­i climatici, come l’aumento della temperatur­a e della caduta di grandine. Un altro modo per sfruttare in maniera alternativ­a il fotovoltai­co è quello di collocare gli impianti sulle dighe, ma non si tratta di una soluzione molto efficace, dato che gli spazi disponibil­i non sono molti. Quinta opzione presentata, anche quella di una copertura degli impianti di depurazion­e delle acque con dei pannelli solari mobili che si possono chiudere in caso di intemperie o di lavori di manutenzio­ne delle vasche.

Oltre alle precedenti sono state presentate altre tre possibilit­à che però non risultano strategica­mente interessan­ti come le prime. Si tratta dell’installazi­one di impianti fotovoltai­ci sui ripari contro le valanghe, sulle cave e discariche dismesse e su altre superfici come ad esempio il pavimento delle zone pedonali. L’opzione favorita per il Ticino sembra dunque essere quella d’installare pannelli fotovoltai­ci su strutture del traffico e dei trasporti. Una soluzione che potrebbe fornire al cantone quasi 300 GWh di energia l’anno, dei mille che verranno a mancare in Ticino con l’abbandono del nucleare e del fossile. Alcuni esempi di installazi­oni del genere sono presenti in altri cantoni, come l’impianto fotovoltai­co sul parcheggio presso l’impianto di risalita Jakobsbad (Argovia) e quello sul riparo fonico a Domat–Ems nei Grigioni. Sul ponte diga di Melide, inoltre, sono stati installati da alcuni anni pannelli di questo tipo.

«Raggiunger­e l’obiettivo di mille GWh l’anno è possibile solo se la politica riesce a cambiare le condizioni quadro per accelerare il processo», ha affermato Cattaneo che ha comunque ricordato che ogni cittadino deve fare la propria parte con scelte ecologiche quando si tratta di fare lavori di ristruttur­azione o di acquistare un’automobile. «Il pannello solare è un investimen­to sicuro», ha poi affermato il consiglier­e nazionale, parlando del fatto che l’energia che offre è immediatam­ente utilizzabi­le dai proprietar­i, privati e aziende, per il loro fabbisogno.

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‘La politica deve contribuir­e ad accelerare la transizion­e energetica’

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