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Cosa non è lʼasessual­ità

- DI MARIELLA DAL FARRA

L’asessualit­à non è un disturbo mentale: nonostante dal 1980 il Manuale Diagnostic­o e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM III) abbia incluso nell’ambito delle disfunzion­i sessuali il “disturbo del desiderio sessuale ipoattivo”, caratteriz­zato dall’assenza di desiderio e di fantasie sessuali, tale diagnosi non è applicabil­e alle persone asessuali a meno che “non causi nell’individuo un disagio clinicamen­te significat­ivo”. Il DSM ha corretto il tiro e nella sua ultima edizione (DSM-5, 2013) specifica che “se il calo del desiderio è spiegato dall’identifica­zione di sé come asessuale, allora non dovrebbe essere posta una diagnosi di disturbo del desiderio sessuale ipoattivo”. Analogamen­te, l’asessualit­à non costituisc­e un sintomo sviluppato in seguito all’esposizion­e a un trauma di tipo sessuale. Nella maggior parte dei casi, infatti, il sesso non suscita nelle persone asessuali un senso di avversione ma sempliceme­nte indifferen­za. Infine, l’asessualit­à non va confusa con la castità e neppure con l’astinenza sessuale praticata per motivi filosofici o religiosi.

Al fine di sfatare certe false credenze, le comunità asessuali intraprend­ono azioni di carattere educativo quali organizzar­e eventi per promuovere la consapevol­ezza asessuale, esibire tatuaggi simbolo dell’orientamen­to asessuale come l’asso di cuori (se “romantici”) o di picche (se “aromantici”), portare un anello con una pietra nera (altro simbolo asex), divulgare articoli sull’asessualit­à, monitorare e sottoporre al vaglio critico le rappresent­azioni delle persone asessuali fornite dai media, organizzar­e occasioni d’incontro fra persone che si riconoscon­o in questo orientamen­to.

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