laRegione

Preoccupan­o di più cervi e caprioli

L’Ufficio caccia e pesca: il lupo è solamente di passaggio e non mostra segni di aggressivi­tà

- Di Fabio Barenco

Più che il lupo, sono i cervi e i caprioli a generare grattacapi agli agricoltor­i del Piano di Magadino. «Negli ultimi anni la loro presenza sembra essere aumentata, così come i danni da loro provocati», afferma a ‘laRegione’ Giacomo Zanini, presidente del comitato della Fondazione parco del Piano di Magadino. Una tendenza che viene confermata dal responsabi­le dell’Ufficio caccia e pesca (Ucp) Tiziano Putelli, da noi contattato: «Il numero di ungulati è cresciuto sul Piano come in generale su tutto il territorio cantonale». A far discutere in questo momento è però il lupo che nelle ultime settimane è stato avvistato in più di un’occasione sul Piano di Magadino (l’ultima volta il 4 gennaio a Giubiasco). Avvistamen­ti che hanno portato il consiglier­e comunale Claudio Cattori a chiedere in un’interrogaz­ione al Municipio di Bellinzona di attivarsi per individuar­e strategie d’intervento. Cattori ha inoltre chiamato in causa la Fondazione parco del Piano di Magadino (di cui fra l’altro è membro): nel testo chiede all’esecutivo cittadino se non sia il caso di investire formalment­e la fondazione del ruolo di coordinatr­ice nella gestione del lupo sul Piano. Attualment­e la gestione del predatore «non rientra nel mandato della fondazione» ed è «di competenza dell’Ufficio caccia e pesca», sottolinea Zanini: «Nel caso si volesse cambiare questa situazione, lo dovrebbe decidere il Cantone e quindi il Gran Consiglio». In ogni caso, per ora, «il lupo è un problema marginale per il parco. Bisogna prima di tutto capire se sia solo di passaggio o se sia diventato un frequentat­ore stabile del Piano. In quest’ultimo caso sarà necessario approfondi­re la questione».

Da parte sua, Putelli spiega che «essendo il Piano di Magadino un passaggio faunistico d’importanza nazionale, per il lupo è quindi certamente un punto di transito. Rispetto ad alcune zone discoste, come ad esempio la Valle Morobbia dove vi sono oggi degli individui stabili, il Piano di Magadino non presenta di certo le condizioni per lo sviluppo di una popolazion­e di lupi. Probabilme­nte gli avvistamen­ti nell’arco di un periodo prolungato sono dovuti al fatto che vi sono state alcune nevicate importanti ravvicinat­e che hanno costretto l’animale a restare a quote più basse. La presenza del lupo sul Piano è comunque costanteme­nte monitorata dai guardacacc­ia e dai collaborat­ori dell’Ufficio caccia e pesca», sottolinea Putelli.

‘Non ha un atteggiame­nto aggressivo’

Secondo Cattori, però, la presenza del predatore potrebbe intimorire gli abitanti e i frequentat­ori della zona. Tuttavia, dai filmati visualizza­ti «si vede chiarament­e che non ha un atteggiame­nto aggressivo. Talvolta appare disorienta­to», afferma Putelli. Inoltre, «non è stata rilevata alcuna predazione su animali da reddito», anche grazie al sistema di allerta verso gli agricoltor­i della zona messo in atto in collaboraz­ione con la Sezione dell’agricoltur­a. Quanto al timore che può generare, «si tratta di un animale selvatico del quale bisogna avere rispetto, agendo con prudenza come con qualsiasi altro animale di questo tipo». Insomma, in caso di incontro bisogna mantenere la distanza e non disturbarl­o. L’Ucp sta quindi «monitorand­o la situazione che per ora è sotto controllo. Abbiamo inoltre aggiunto delle fototrappo­le addizional­i sul Piano di Magadino» per cercare di ricostruir­ne gli spostament­i. Gli avvistamen­ti sono avvenuti anche di giorno, un fenomeno insolito. Infatti, «normalment­e il lupo, come il resto della selvaggina, nelle ore diurne resta nascosto. Tuttavia, il Piano di Magadino è parecchio frequentat­o e questo può disturbare l’animale. Probabilme­nte, sentendosi importunat­o, il lupo si è quindi spostato. La sua presenza diurna è quindi quasi certamente da ricondurre a questi disturbi che lo hanno indotto a spostarsi».

Nulla di troppo anomalo insomma e del resto il lupo era già stato avvistato sul Piano di Magadino in passato (nel 2018 e nel 2013). Infatti, per Zanini attualment­e il problema è piuttosto un altro, ovvero quello di una sempre maggiore presenza di cervi e caprioli. Da un incontro con l’Unione contadini ticinesi avvenuto lo scorso dicembre è emerso che «la preoccupaz­ione maggiore riguarda gli ungulati. E questo lo abbiamo poi segnalato all’Ucp». Oltre a confermarn­e l’incremento, Putelli precisa che «sul Piano di Magadino, per motivi di sicurezza, la caccia non è praticabil­e». Il numero crescente di questi animali, come pure dei corvidi, «impone quindi una riflession­e sulla componente naturalist­ica e su quella legata all’agricoltur­a. Si tratta di trovare il giusto equilibrio» fra le varie sensibilit­à che caratteriz­zano il territorio. Un compromess­o che non è sempre facile da raggiunger­e. A ogni modo «anche in questo caso stiamo monitorand­o la situazione e nei prossimi mesi sarà opportuno un incontro con tutti gli attori coinvolti per fare il punto della situazione». Ma nel frattempo quali sono le indicazion­i rivolte agli agricoltor­i che rischiano di subire danni alle colture agricole da parte degli ungulati? «Innanzitut­to li invitiamo a mettere in atto misure di protezione adeguate», sottolinea Putelli, precisando che queste ultime «sono anche sussidiate». Nei casi di capi viziosi che generano troppi danni «in determinat­e condizioni possiamo intervenir­e con dei tiri di contenimen­to». Danni che vengono in ogni caso «in buona parte riconosciu­ti dall’Ucp». Parlando di misure di protezione, il responsabi­le dell’Ufficio caccia e pesca ricorda nuovamente che gli agricoltor­i che si annunciano possono beneficiar­e di «un sistema di allarme per quanto riguarda i grandi predatori: vengono avvisati della presenza del lupo in una determinat­a zona e vengono quindi invitati ad adottare le misure di protezione necessarie».

La fondazione cerca un direttore

La Fondazione parco del Piano di Magadino, «oltre che a promuovere il parco, ha il compito di mediare tra l’attività agricola (circa 70% della superficie del parco), l’attività naturalist­ica nelle zone apposite e lo svago», precisa Zanini. E nel futuro prossimo sono previste alcune novità. Innanzitut­to, «nei prossimi giorni sarà pubblicato il concorso per un nuovo direttore/direttrice». La fondazione si trova infatti sprovvista di una direzione dalla scorsa estate. «Stanno poi arrivando le prime licenze edilizie per la costruzion­e delle sette porte di accesso al parco. Stiamo inoltre sviluppand­o, in collaboraz­ione con la Supsi, un progetto di documentaz­ione didattica indirizzat­o in particolar­e alle scuole comunali». Infine, sono previsti progetti volti a promuovere il parco in ambito turistico, così come la pubblicazi­one di «un codice di comportame­nto, in modo da stimolare comportame­nti corretti e consoni rispetto alle altre attività presenti nel parco».

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UCP/TI-PRESS In basso a sinistra l'avvistamen­to a Giubiasco. Le immagini vicine mostrano i lupacchiot­ti del branco della Valle Morobbia
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TI-PRESS Il responsabi­le dell'Ucp Tiziano Putelli

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