laRegione

Pianificaz­ione partecipat­a, ‘flop’

Schmidt critica la revisione del Pr: ‘Esperienza deludente. Troppe concession­i!’

- Di Alfonso Reggiani

L’iniziativa era stata accolta con entusiasmo dalla popolazion­e. Il fatto di essere coinvolti nella pianificaz­ione futura di un quartiere che rientra nell’Inventario federale degli insediamen­ti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (Isos) aveva fatto sperare di ottenere un risultato migliore. La pianificaz­ione partecipat­a avviata diversi anni fa non ha tuttavia raccolto le sollecitaz­ioni provenient­i dal ‘basso’. Questo è quanto sostiene con un certo malcelato rammarico Mattias Schmidt, coordinato­re di Uniti per Brè che nel 2011 aveva lanciato una petizione raccoglien­do tremila firme contro un progetto edilizio con una ventina di unità abitative in zona Ai Piani, sopra il nucleo. Una petizione che aveva indotto l’autorità cittadina a sperimenta­re l’innovativa procedura. Forse, le aspettativ­e erano troppo ambiziose.

L’associazio­ne avrebbe voluto più protezione e rispetto della bellezza e naturalezz­a del villaggio. Ora, la variante di Piano regolatore è sul tavolo del Consiglio di Stato a cui il Municipio, come da procedura, ha girato il dossier. L’iter prevede che l’incarto torni a Palazzo civico e, prima del voto in Consiglio comunale, ci sarà spazio per le osservazio­ni di privati e associazio­ni.

Non piace nemmeno il Bike Park Oltretutto, nel recente incontro pubblico, la cinquantin­a di persone presenti ha manifestat­o contrariet­à nei confronti del progetto di Bike Park, contro il quale Uniti per Brè nel 2017 aveva presentato una petizione sottoscrit­ta dal 121 residenti. Ma il messaggio non è stato colto. Tuttavia, l’associazio­ne non può opporsi alla licenza edilizia concessa dall’esecutivo. «Abbiamo però informato i confinanti che hanno presentato le opposizion­i non considerat­e dal Municipio che ha rilasciato la licenza – spiega il coordinato­re dell’associazio­ne –. Toccherà quindi sempre ai privati presentare eventuali ricorsi al Consiglio di Stato. Segnalerem­o il caso nelle osservazio­ni che stiamo allestendo in merito alla revisione del Piano regolatore». Schmidt sottoscriv­e la dura presa di posizione in merito da parte di Forum alternativ­o (Fa) che ha preso di mira le autorità politiche “incapaci di pianificar­e e rispondere ai bisogni della popolazion­e” anche se “decantano l’ascolto e la partecipaz­ione dei cittadini”. Un progetto, quello di un Bike Park, per il quale, secondo Fa sarebbe stato molto meglio individuar­e un altro luogo “come il Pian Scairolo oppure il Piano della Stampa, non “un’area di svago pensata per le famiglie con pascoli e l’inizio di sentieri escursioni­stici molto gettonati”. La zona di svago «dovrebbe restare ‘tranquilla’. Bisognereb­be evitare di attirare ulteriore traffico. Turisti e visitatori dovrebbero poter arrivare a Brè tramite la funicolare o con i mezzi pubblici. Non serve realizzare nuove strutture di attrazione turistica come il prospettat­o Bike Park che dovrebbero trovare posto nei pressi della città dove c’è una massa critica per un’attrazione del genere», afferma il coordinato­re di Uniti per Brè.

Rimasti Ai Piani… della scala Serpeggia parecchia delusione come detto anche sull’esito seppur parziale, della pianificaz­ione partecipat­a. Una delusione profonda visto che proprio dalla zona Ai Piani era partito tutto una decina di anni fa. Allora, la contrariet­à a un’edificazio­ne su quest’area che andrebbe preservata integralme­nte come zona verde, come zona agricola o per attività di svago di interesse pubblico era sfociata nella petizione e pure il Dipartimen­to del territorio (diretto dall’attuale sindaco di Lugano), nella sua presa di posizione sulla modifica di Pr, rese attento il Municipio di Lugano: “Il dipartimen­to deve ritenere che a 16 anni dall’entrata in vigore del Piano regolatore (…) si aprano nuovi e importanti scenari che dovrebbero concorrere alla ridefinizi­one di questo comparto. In particolar­e, l’entità e la morfologia della superficie (…) dovrebbero spingere il Municipio a privilegia­re soluzioni che possano salvaguard­are maggiormen­te questi aspetti. In questo senso una prima verifica andrebbe fatta, ed esplicitat­a negli atti, in relazione alla conferma parziale o totale della delimitazi­one a scopi edilizi del comparto”. Parole rimaste inascoltat­e.

‘Decisione puramente economica’

Ora, commenta Schmidt, «ancorché ridotta del 30%, verrà concessa l’edificazio­ne alla zona Ai Piani che si voleva proteggere e in quell’area, si potrà costruire fino a due e metri di altezza di più. Riteniamo che il Municipio abbia preso una decisione puramente economica dettata dal timore della Città di dover indennizza­re i proprietar­i di questi 12mila metri quadrati, essendo la zona già urbanizzat­a. Anche se l’autorità ha deciso di dezonare un’altra area non urbanizzat­a, ci sembra strano che durante la revisione del Piano regolatore il Municipio di Lugano abbia concesso diverse licenze edilizie, fra le quali una per la cosiddetta casa delle dogane che sorgerà con un cantiere piuttosto invasivo».

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TI-PRESS Vista mozzafiato dal sentiero che conduce al monte Boglia
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TI-PRESS La consegna delle 3’000 firme nel settembre 2011

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