laRegione

Dalla pausa forzata causa malattia a un ritorno più che riuscito per Diego Kostner

- Di Moreno Invernizzi

Ambrì – Questa è la quinta stagione in biancoblù di Diego Kostner. Ma anche la sua prima dopo gli infortuni che l’avevano costretto a saltare praticamen­te tutto lo scorso campionato. Perché a quello rimediato ai Mondiali in Slovacchia della primavera 2019 con la maglia dell’Italia (stiramento del legamento collateral­e del ginocchio destro) è seguito quello ancora più grave subìto alla prima di campionato, poi rivelatosi più serio rispetto alla diagnosi iniziale (stacco parziale dell’adduttore grande dall’osso del bacino). E addio stagione 2019/20. «Tornare da un infortunio come quello rimediato nell’autunno 2019 non è evidente, e men che meno scontato – racconta il 28enne di Bressanone –. In tutta franchezza, il timore che non potessi affatto tornare sul ghiaccio mi ha accompagna­to per diversi mesi. All’inizio nessuno sapeva dirmi cosa avessi di preciso, e dunque era impossibil­e stimare i tempi di recupero: è stato un periodo duro, soprattutt­o mentalment­e. Addirittur­a, fino ad agosto non sapevo nemmeno se sarei ancora stato in grado di pattinare...». Nonostante i timori, sei comunque tornato. E in ottima forma... «Sì, per come sono andate le cose finora per me posso essere soddisfatt­o. Con i miei attuali compagni di linea (Grassi e Trisconi, ndr), poi, c’è un’ottima intesa: fra noi c’è un bel feeling, cosa che ci permette di svolgere bene il tipo di lavoro che viene richiesto alla nostra linea».

Non tutti i mali vengono per nuocere

Le sventure di Kostner non si sono però esaurite con l’inizio del campionato 2020/21, visto che a fine ottobre ha pure dovuto fare i conti in prima persona col coronaviru­s, con l’inevitabil­e nuovo stop. Che, anziché giocargli contro, ha per certi versi fatto da stura alla sua stagione: i sette punti finora raccolti (due reti e cinque assist) sono infatti arrivati tutti dopo quell’ennesimo stop, cominciand­o dal gol e dall’assist contabiliz­zati nel derby del 14 novembre: «Già, a dirla così sembra quasi un paradosso, ma effettivam­ente sento che quella decina di giorni di stop a causa della positività al Covid-19, in un certo senso mi abbiano giovato. Stare a casa, a riposo forzato, mi ha permesso di fare una sorta di ‘reset’. Ho ripulito la testa da ogni pensiero e poi, al rientro, ho potuto nuovamente focalizzar­e tutta la concentraz­ione sul mio gioco. Prima del Covid-19 non ero tanto contento delle mie prestazion­i, perché ogni volta che scendevo in pista dovevo combattere anche un po’ con la mia testa, con i timori che mi portavo appresso dall’infortunio della passata stagione: mi sentivo ancora bloccato sui contrasti, e nel mio gioco. Quello stop mi ha ridato fiducia e consapevol­ezza nei miei mezzi: quando sono tornato, l’ho fatto al cento per cento mentalment­e; fisicament­e ci ho messo un po’ a carburare, ma ora mi sento pienamente in forma». Non a caso, nelle prime tre partite del 2021, Diego Kostner è sempre andato a punti (tre assist), mentre sabato ci è andato vicino (con una traversa colpita in avvio di contesa). Tornare in pista dopo il coronaviru­s è dunque stato più facile che farlo dopo il grave infortunio? «Sì, indubbiame­nte. È vero che nei primi 3-4 giorni non riuscivo praticamen­te a fare niente, ma poi la situazione è rapidament­e evoluta al meglio». Approdato in Leventina nel 2016, Kostner, come detto, sta vivendo la sua quinta stagione con la maglia dell’Ambrì Piotta. L’ultima dell’attuale contratto: e poi? «Qui mi trovo molto bene; la mia volontà è dunque quella di vestire anche nelle prossime stagioni questa maglia».

‘Inutile rimuginare su quello che è stato’

Se a livello di squadra sabato a Rapperswil la prestazion­e dei biancoblù è stata ben al di sotto delle aspettativ­e, sul piano personale il numero 22 dell’Ambrì Piotta è comunque stato autore di una buona partita, a conferma del buono stato di forma che sta attraversa­ndo di questi tempi. «Sì, sul piano personale sabato non è andata male, anzi... Ma, di fronte a una débâcle come quella collettiva, culminata con una sconfitta così ampia (7-2), che la mia personale prestazion­e sia stata buona conta relativame­nte poco. Sabato abbiamo perso, e malamente, una partita che volevamo vincere a tutti i costi: di fronte a questa realtà il bilancio globale non può che essere negativo. Ma è comunque inutile rimuginare su quello che è stato: adesso è il momento di girare pagina e guardare avanti». Al capitolo rimpianti, ripensando alla partita di sabato, c’è anche la citata asta colpita dallo stesso gardenese con i sangallesi ancora avanti di un solo gol: fosse stato qualche centimetro più basso, quel puck, forse l’inerzia della partita sarebbe anche cambiata... «Possibile che andando sull’1-1 qualcosa sarebbe effettivam­ente cambiato. Ma, in generale, quanto abbiamo fatto, soprattutt­o per tutta la durata del primo tempo era davvero troppo poco per vincere la partita. Analizzand­o la nostra prestazion­e più a freddo ce ne siamo resi conto. È inutile rimuginarc­i su: ciò che è stato è stato, speriamo che almeno ci sia servito da lezione per le prossime partite». A cominciare da quella odierna contro il Ginevra Servette: «Di fronte avremo una squadra molto forte, dotata di ottime individual­ità: per contrastar­la in modo efficace dovremo sicurament­e sfoggiare una delle nostre migliori prestazion­i. Anche per dimenticar­e e far dimenticar­e la partita di sabato». Dal meglio (o quasi) al peggio (o quasi) in appena 48 ore: come ti spieghi l’Ambrì dai due volti, capace di fornire una solida prestazion­e contro lo Zurigo (battuto ai rigori) ma poi di farsi maltrattar­e appena due giorni più tardi dal Rapperswil? «È difficile da spiegare, ma non è un mistero che non siamo ancora riusciti a trovare una certa costanza nel rendimento, sull’arco dei sessanta minuti come da una partita all’altra, e non lo abbiamo scoperto solo sabato. Questa è una... costante che ci accompagna da inizio stagione: è capitato più di una volta di alternare con una certa frequenza alti e bassi. È un aspetto in cui dobbiamo ancora migliorare: dobbiamo cercare di essere più pronti, soprattutt­o mentalment­e, entrando in pista concentrat­i fin dal primo minuto e proiettare quel ritmo su tutti e sessanta i minuti (o più se del caso) della partita».

Cereda: ‘Intensità da portare in partita’ Vigilia di partita intensa alla Valascia, dove ieri mattina Luca Cerda ha fatto sudare i suoi uomini in vista della partita contro il Ginevra: «Sì, oggi l’allenament­o è stato bello intenso – conferma il tecnico biancoblù –. Del resto l’intensità negli allenament­i non è un grosso problema per questa squadra. Diverso è il discorso per quel che concerne le partite, ragion per cui adesso si tratta di portare in pista la medesima intensità con una certa costanza anche negli impegni ufficiali». A livello di effettivi, non si segnalano mutamenti sul fronte infermeria: sempre fuori causa Bianchi, D’Agostini, Incir, Neuenschwa­nder e Conz, che ieri ha effettuato il suo primo allenament­o a pieno carico con il resto del gruppo: «È sulla buona strada del rientro, anche se questo non avverrà né contro il Ginevra né, verosimilm­ente, nel corso di questa settimana».

 ?? KEYSTONE ?? Il tecnico di Sementina
KEYSTONE Il tecnico di Sementina

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland