Più facile indennizzare i casi di rigore
Le aziende chiuse d’autorità non dovranno provare il calo del fatturato per gli aiuti
Le condizioni di accesso agli aiuti destinati ai casi di rigore sono state allentate dal Consiglio federale. Ora, le aziende che a partire dallo scorso 1° novembre hanno dovuto chiudere la loro attività per almeno 40 giorni su ordine delle autorità, sono da considerarsi casi di rigore senza dover dare prova di un calo del giro d’affari. Inoltre, si può tenere conto anche della flessione del fatturato registrata nel 2021, ha indicato il consigliere federale, responsabile delle finanze, Ueli Maurer.
Il limite massimo per i contributi a fondo perso viene aumentato al 20% del giro d’affari o a 750mila franchi per impresa. La modifica dell’ordinanza consente di sostenere i casi di rigore su larga scala. Secondo le prime stime, dovrebbero essere circa 100mila in tutta la Svizzera le richieste di aiuto. Già nel mese di gennaio più della metà dei Cantoni fornisce questo tipo di sostegno e in febbraio quasi tutti i Cantoni dovrebbero essere in grado di fare altrettanto, precisa il governo. È questa la principale novità decisa ieri dal Consiglio federale. Nelle scorse settimane tutti i Cantoni hanno adottato, o sono in procinto di farlo, i programmi che mettono a disposizione dei casi di rigore complessivamente circa 2,5 miliardi di franchi, a cui la Confederazione partecipa per due terzi (1,9 miliardi). Già nel mese in corso più della metà dei Cantoni versa i primi aiuti per i casi di rigore. In febbraio, tutti i Cantoni, con poche eccezioni (il Ticino da marzo, quando sarà terminato l’iter parlamentare di approvazione, ndr), saranno in grado di concedere contributi tramite un programma per i casi di rigore. I programmi cantonali sono ritenuti dal Consiglio federale “adatti a fornire un rapido aiuto alle imprese particolarmente colpite dalla pandemia di Covid-19”.
I Cantoni potranno versare a tutte le imprese contributi fino al 20% del fatturato annuale (finora 10%) e fino a 750mila franchi (finora: 500mila). Questo aumento è inteso a considerare meglio le imprese con una quota elevata di costi fissi. In tal modo è pure possibile coprire un’eventuale proroga delle chiusure oltre la fine di febbraio 2021. I Cantoni possono addirittura aumentare il limite massimo assoluto degli aiuti fino a 1,5 milioni di franchi, a condizione che i proprietari apportino almeno in ugual misura capitale proprio supplementare o i finanziatori rinuncino ai loro crediti. Dall’inizio della pandemia di coronavirus il Consiglio federale ha deciso una serie di provvedimenti per attenuare le conseguenze economiche. L’indennità per lavoro ridotto e l’indennità di perdita di guadagno coprono, a seconda del settore, tra la metà e i due terzi delle perdite del giro d’affari, detratte le prestazioni preliminari.
Nella sessione invernale, entrambi i provvedimenti sono stati rafforzati in modo sostanziale. Con il programma di crediti Covid-19, in primavera la Confederazione ha concesso alle imprese mutui garantiti da fideiussioni per un valore complessivo di 17 miliardi di franchi.
Soddisfatti, ma...
Le chiusure rappresentano una grossa sfida per i settori toccati. Per Economiesuisse, è fondamentale che il governo abbia snellito le regole per i casi di rigore. Ora si tratta di versare le somme previste celermente e senza intoppi burocratici: in caso contrario, l’esistenza di molte aziende, soprattutto di piccole dimensioni, sarebbe appesa a un filo. L’Unione sindacale svizzera (Uss) accoglie positivamente gli alleggerimenti decisi per i casi di rigore legati al coronavirus. Servono però anche aiuti per coloro che perdono il posto di lavoro, è stato sottolineato.
Allentando le regole per i casi di rigore il Consiglio federale ha fatto un passo importante verso l’industria della ristorazione. Tuttavia, secondo GastroSuisse, ora è necessaria una maggiore rapidità nei pagamenti.
Soddisfatta l’Usam che chiedeva da tempo un allentamento delle condizioni di accesso ai fondi per i casi di rigore.
Per SwissRetail, l’ordinanza sui casi di rigore è troppo poco efficace per aiutare i commercianti al dettaglio direttamente o indirettamente interessati in caso di blocco. L’associazione che rappresenta i dettaglianti chiede quindi alla Confederazione un contributo ai costi fissi. Scioccata e stupita si è detta Nathalie Fontanet, capo del Dipartimento delle finanze del Cantone di Ginevra. Il suo cantone, che a novembre aveva chiuso negozi e ristoranti, ha già iniziato a compensare. Con l’allentamento delle condizioni di accesso agli aiuti per i casi di rigore, Ginevra dovrebbe indennizzare altre 4mila imprese, il che corrisponde a circa 340 milioni di franchi per i primi sei mesi del 2021.