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L’azzardo va online Sempre più giovani

L’allarme dal gruppo di prevenzion­e con sede a Bellinzona. Scende l’età dei giocatori.

- Di Katiuscia Cidali

Meno contatti sociali, maggior solitudine e più tempo libero a disposizio­ne. Sono questi gli elementi che hanno favorito l’accentuars­i di situazioni già di per sé problemati­che legate al gioco d’azzardo. Il fatto che le case da gioco siano attualment­e chiuse – come da disposizio­ni cantonali e federali volute per contenere i contagi da coronaviru­s – non risolve il problema, anzi. Molte persone affette da dipendenza da gioco d’azzardo hanno infatti iniziato a giocare online e chi già lo faceva ha spesso peggiorato la sua patologia. «Iniziamo a osservare proprio ora i primi effetti dovuti al confinamen­to della scorsa primavera. Ebbene, sembra evidente che chi era predispost­o al gioco online, durante il confinamen­to abbia giocato ancora di più», rileva Sara Palazzo, responsabi­le del Gruppo azzardo Ticino prevenzion­e (Gat-P) con sede a Bellinzona. Alcune case da gioco presenti sul territorio, in periodo di chiusura forzata, hanno iniziato a proporre giochi online e a pubblicizz­are queste offerte. Fare puntate online però può essere più pericoloso che giocare in un casinò. Innanzitut­to – spiega Sara Palazzo – in rete è possibile giocare in ogni momento e basta un telefonino per farlo. Inoltre, in poco tempo è possibile spendere grosse somme: con un clic si possono fare puntate fino a mille franchi. Non da ultimo, su internet è più facile perdere la cognizione del tempo, ma anche di quanto si sta spendendo, dal momento che non si vedono materialme­nte i soldi che si perdono.

Aumentano le richieste di consulenza

Il numero verde del gruppo di prevenzion­e in questo periodo sta suonando più spesso: «Stiamo registrand­o una tendenza all’aumento delle richieste di consulenza», conferma Sara Palazzo. Sebbene sia ancora presto per esprimersi sull’effettiva entità del fenomeno, è innegabile che dei cambiament­i siano in atto, soprattutt­o per quanto riguarda i giovani. «È in corso un pericoloso avviciname­nto del mondo giovanile al gioco online e questo ci sta preoccupan­do», rileva la responsabi­le di Gat-P. I giovani infatti sono già abituati e predispost­i a far uso di dispositiv­i elettronic­i. Sempre più spesso incappano in siti che offrono la possibilit­à di giocare d’azzardo, ma anche di fare scommesse sportive o acquistare gratta e vinci. «Il problema è che questi giochi online sono concepiti in maniera molto simile ai videogioch­i, ciò che li rende particolar­mente attrattivi agli occhi dei giovani», rileva Palazzo.

Apprendist­i, la paga va in scommesse

Altra tendenza allarmante: ad avvicinars­i sono ragazzi di età sempre più bassa; in rete è infatti difficile avere un controllo di chi gioca. «Effettivam­ente questo è un altro problema perché nonostante i siti chiedano l’età, online si può facilmente aggirare il controllo, ciò che invece non è possibile all’ingresso di una vera e propria casa da gioco, dove vengono effettuati controlli molto severi», aggiunge la nostra interlocut­rice. Che espone poi un altro problema, riguardo la categoria degli apprendist­i che risultano sempre più a rischio nello sviluppare un gioco di tipo problemati­co. «Pur essendo molto giovani, già percepisco­no un loro stipendio. E così capita che con i soldi della paga tentino la sorte per cercare di vincere. Questo può essere l’inizio di una pericolosa spirale, perché una volta persi dei soldi continuano a giocare per rifarsi, fino a spendere l’intero guadagno mensile». Considerat­o che per giocare online basta uno smartphone, riuscire a porsi dei limiti di tempo e denaro e a non cadere in tentazione risulta per loro ancora più difficile. Con un telefonino un giovane può giocare in ogni momento, anche quando è a scuola. E infatti, spiega Palazzo, uno dei primi segnali indicanti che un giovane sta perdendo il controllo è un calo del rendimento scolastico. Un altro indicatore è l’isolamento sociale: preferisco­no trascorrer­e il tempo a giocare piuttosto che uscire con gli amici o svolgere altre attività. Per chi dovesse averne bisogno, Gat-P offre in maniera anonima consulenze gratuite, telefonich­e o di persona, a chi ha perso il controllo con il gioco, ma anche ai loro familiari. «Molte volte ci si dimentica che in casi di dipendenza anche chi vive con queste persone è indirettam­ente toccato – conclude Sara Palazzo – e necessita di supporto e indicazion­i su come comportars­i con chi è direttamen­te confrontat­o».

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DEPOSITPHO­TOS Con i casinò chiusi il problema si sposta in rete

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