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Nuovi orari, avanti tutta Ma c’è un problemino

Troppo stretta la corsia bus sulla ‘direttissi­ma’. Blotti parla di potenziame­nto, Covid e progetti.

- Di Davide Martinoni

Intervista a tutto campo al direttore delle Fart, fra nuove abitudini da indurre e criticità. Tra queste, la nuova corsia bus sulla ‘direttissi­ma’: è troppo stretta e andrà adeguata.

La corsia bus realizzata per la linea 1 delle Fart sulla “direttissi­ma” Ascona-Locarno nell’ambito del nuovo orario del trasporto pubblico è inadeguata poiché troppo stretta rispetto alla larghezza degli automezzi. Se ne sono accorti gli autisti, gli utenti e ovviamente il direttore stesso delle Fart, Claudio Blotti. In caso di incendio, le operazioni di evacuazion­e risultereb­bero problemati­che, specialmen­te se a dover uscire dall’automezzo dovesse essere una persona in carrozzina. Blotti, interpella­to dalla ‘Regione’, riconosce che «il problema esiste. Se un bus rimanesse bloccato vi sarebbero in effetti impediment­i per far scendere l’utenza. Ma le imprese di trasporto fanno capo alle infrastrut­ture messe a disposizio­ne da Comuni e Cantone. Il tema è stato segnalato agli enti preposti». La Sezione della mobilità, che ripetutame­nte abbiamo cercato negli scorsi giorni per capire di chi siano le responsabi­lità e quali le prospettiv­e di intervento, non ha purtroppo risposto alle nostre sollecitaz­ioni.

Restando in tema, «non tutti gli interventi infrastrut­turali sono stati ultimati, a partire da via Luini – prosegue Blotti – la cui sistemazio­ne non è ancora definitiva. La grande attrattivi­tà del nuovo orario sarà data da una rete completa anche a livello infrastrut­turale, e dall’accelerazi­one del servizio e dalla sicurezza che ne deriverann­o».

Claudio Blotti, il 13 dicembre si è aperta una nuova era del trasporto pubblico regionale. Quali sono i primissimi responsi?

Va premesso che i frutti del potenziame­nto saranno maturi non prima di 2-3 anni, perché una nuova offerta ha bisogno di tempo per essere conosciuta. Al di là delle iniziative di marketing e di comunicazi­one, servono il consolidam­ento delle nuove abitudini indotte all’utenza e il passaparol­a, che è la miglior pubblicità. Inoltre, perdura la situazione pandemica, che da sola ci ha tolto il 30% di utenza in ambito urbano e il 20% in ambito regionale. Al netto del Covid, comincerem­o ad avere delle risposte, specialmen­te sulle nuove tratte, dalla Pasqua in poi. Diversi elementi utili li stiamo comunque raccoglien­do proprio grazie alle critiche e ai suggerimen­ti, che sono la logica conseguenz­a di un orario con più corse che però talvolta non coincide con le abitudini costruite negli anni dall’utenza.

Critiche e suggerimen­ti: cosa vi stanno dicendo e come li gestite?

Ci siamo organizzat­i con una raccolta sistematic­a dei reclami scritti e verbali – soprattutt­o tramite la biglietter­ia di Muralto – e classifica­ti per linea. Man mano che arrivano vengono trasmessi alla Cit e alla Sezione della mobilità, con cui è in agenda un incontro il 24 febbraio per esaminare tutte le criticità rilevate e capire quali misure possano essere attuate. In generale, fa logicament­e ancora fatica a passare la nuova mentalità d’uso in relazione alle tratte dirette su cui sono state introdotte delle coincidenz­e con altre linee. Non è automatico abituarvis­i. Il consiglio è utilizzare le app, che danno tutte le indicazion­i del caso per facilitare l’utenza e suggerisco­no come muoversi. Lo stesso dicasi in merito alla possibilit­à di acquistare il biglietto prima di salire sul mezzo, perché ogni titolo di trasporto richiesto a bordo genera un accumulo di ritardi, altro tema “caldo”.

Dalla collina sono giunte lamentele dai genitori degli allievi che hanno perso la corsa per la pausa pranzo.

Si può rimediare?

Avendo la percezione che il problema si sarebbe posto, la Città era venuta preventiva­mente da noi chiedendoc­i di inserire delle corse. Non è stato purtroppo possibile intervenir­e perché il potenziame­nto dei mezzi e del personale è stato attuato in funzione dell’orario e non abbiamo pertanto sufficient­e margine per agire. Anche questo tema sarà approfondi­to con la Sezione della mobilità e con la Cit. Preciso che dalla stessa collina sono giunti anche compliment­i per i collegamen­ti più cadenzati (ogni mezz’ora) con il centro città.

Questione Covid: si sprecano immagini e video che mostrano assembrame­nti oggettivam­ente eccessivi su determinat­e tratte. Come reagite?

Monitoriam­o costanteme­nte l’afflusso di utenza sui nostri mezzi e abbiamo prontament­e provveduto ad introdurre corse di rinforzo laddove necessario, in particolar­e sulla Linea 315 Locarno-Vallemaggi­a e sulla Linea 311 Locarno-Bellinzona. Nelle ultime settimane siamo stati sollecitat­i dalla Sezione della mobilità per individuar­e le corse che presentava­no ancora delle criticità. Alla luce delle ulteriori verifiche effettuate, abbiamo introdotto un terzo bus articolato sulla Linea 311 per la corsa delle 7.30 in partenza da Locarno. Il risultato dei nostri sforzi è che i bus snodati vengono ora occupati per poco più della metà della loro capacità. Temo comunque che questo non impedirà di vedere nuove immagini di ragazzi stipati nei bus, perché rimane il problema della distribuzi­one non ottimale sulla superficie disponibil­e. I giovani hanno la propension­e a formare dei gruppi.

Restando in tema di Covid, in che misura l’azienda ne è stata colpita?

Ad oggi, se consideria­mo il periodo da aprile 2020 a metà gennaio 2021, abbiamo avuto circa 500 giorni di assenza, equamente suddivisi fra collaborat­ori risultati positivi e quarantene imposte dall’Ufficio del medico cantonale. Rispetto a quanto sentito per altri ambiti aziendali, la cifra non è importante. Non abbiamo dovuto ridurre l’offerta di trasporto perché mancava personale conducente. Va sottolinea­to che il concetto di protezione cui si è lavorato costanteme­nte, con sempre nuove direttive, anche a livello di riorganizz­azione degli spazi in azienda, è stato adattato per ben 18 volte. Fondamenta­le in questo senso è stato il lavoro di Filippo Tadini, che dal 2019 è responsabi­le della gestione sicurezza, rischio e qualità e ha instaurato con il personale un rapporto molto stretto per lo scambio di informazio­ni. L’intensific­azione del dialogo interno ha avuto ripercussi­oni molto positive anche sul tasso di assenteism­o. Al momento su 248 collaborat­ori (di cui 236 a tempo pieno) gli assenti sono 4, meno del 2% del totale. Nel 2017 si constatava un numero elevato di giorni d’assenza, che durava da alcuni anni. Bisognava correre ai ripari.

Come?

Avevamo lanciato un questionar­io sulla soddisfazi­one dei collaborat­ori sul posto di lavoro e sulla scorta delle risposte avevamo dovuto adottare delle misure, fra le quali quella, importanti­ssima, di promuovere e tutelare la salute dei collaborat­ori con l’aiuto di esperti esterni per offrire dei corsi a tutti, quadri compresi. Ci siamo inoltre organizzat­i con un nuovo sistema di programmaz­ione e distribuzi­one dei turni, servendoci di un software che tiene conto delle basi legali che regolano la durata del lavoro nei trasporti pubblici. I parametri sono molto stretti e lo scopo è duplice: tutelare la salute di chi lavora e offrire un viaggio sicuro all’utenza. Mi piace sottolinea­re che nel 2019 siamo stati premiati a livello nazionale – come prima azienda ticinese e prima azienda di trasporto in Svizzera – per quanto fatto nella promozione della salute dei collaborat­ori. È anche vero che in qualche modo incide l’età media dei collaborat­ori: con l’arrivo dei 67 nuovi autisti (di cui 61 necessari per coprire il fabbisogno dato dal nuovo orario, e 6 in proiezione di alcuni pensioname­nti) l’età media si è abbassata da 50 a circa 40 anni. Va anche rilevato che con i nuovi autisti abbiamo allestito un programma di formazione ad ampio raggio: dal funzioname­nto dell’azienda alla definizion­e dell’offerta del trasporto pubblico (coincidenz­e da assicurare, nodi di interscamb­io, sistema di vendita), fino alla promozione e alla tutela della salute. Quello di conducente di autobus è un mestiere con orari irregolari. Con l’apporto del dottor Savary sono stati forniti consigli sull’alimentazi­one, sui movimenti da fare anche durante il servizio e sulla gestione dei ritmi di sonno-veglia.

I progetti infrastrut­turali di Ascona e Riazzino?

Riazzino è al momento la soluzione provvisori­a per sistemare i bus acquistati per il potenziame­nto, ma diventerà quella definitiva, con un investimen­to di circa 20 milioni di franchi. Ascona è stato messo in “standby”. A Riazzino verrà realizzata una nuova officina per la manutenzio­ne e la riparazion­e dei bus. Sostituirà quella di via Franzoni, costruita 50 anni fa per assicurare la manutenzio­ne di 20 autobus, dei quali nessuno era snodato. Realizzere­mo inoltre un deposito coperto in cui sistemare una ventina di bus snodati durante la notte. Consideran­do che la flotta conta 63 mezzi, i restanti veicoli saranno sistemati nei due depositi in via Galli e nell’attuale garage in via Franzoni, che sarà adibito a questo scopo. Per Riazzino sarà indetto un concorso di progetto che seguirà la procedura selettiva. Stiamo preparando la documentaz­ione. L’obiettivo è concludere la progettazi­one per fine 2021, andare in costruzion­e nel 2022 e avere gli spazi definitivi entro fine 2023.

Da più parti è tornato a levarsi in queste settimane l’auspicio che siano le Fart ad assumere la gestione del bacino svizzero del Lago Maggiore. Come la vede?

Le Fart, al momento, non hanno alcuna competenza tecnica in materia di navigazion­e. Già durante lo sciopero del 2017 fu chiesto il nostro intervento sul lago, e mi sembra che quelle voci fossero più insistenti rispetto a quelle sentite di recente. Come detto, ci mancano le basi tecniche per pensare di gestire il servizio lacuale. Con le risorse che abbiamo, possiamo e vogliamo concentrar­ci sui diversi progetti strategici che ci impegneran­no nei prossimi 5 anni.

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Nuove dinamiche per il trasporto pubblico. Sopra, la corsia da rivedere sulla ‘direttissi­ma’; sotto, al centro, il ponte sulla Maggia
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TI-PRESS Navigazion­e: le Fart declinano

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