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Il lockdown ha tagliato anche le deduzioni

In caso di lavoro da casa o ridotto, spese profession­ali parzialmen­te riconosciu­te

- Di Generoso Chiaradonn­a www.ti.ch/fisco

Le spese profession­ali e quelle di trasporto non saranno riconosciu­te integralme­nte a chi l’anno scorso si è trovato in telelavoro o in lavoro ridotto. Il chiariment­o del Dfe.

Da quando è scoppiata la pandemia di coronaviru­s molti lavoratori, soprattutt­o quelli attivi nel settore dei servizi, svolgono l’attività profession­ale da casa. Tanti altri, invece, si sono trovati in una situazione di lavoro ridotto. Questi scenari comportano ripercussi­oni concrete anche ai fini della dichiarazi­one d’imposta per il 2020, l’anno del Covid-19. Per intenderci, le deduzioni per le spese di trasporto dal domicilio al luogo di lavoro e le spese di doppia economia domestica, non saranno riconosciu­te integralme­nte. Bisognerà quindi fare molta attenzione alla compilazio­ne dei moduli per dichiarare i redditi – di qualunque fonte e ovunque siano stati conseguiti – del 2020 e il patrimonio, immobiliar­e e finanziari­o, ovunque detenuto al 31 dicembre di quell’anno.

«Come Divisione delle contribuzi­oni ci siamo posti la questione creata dalla pandemia da Covid-19 e, in particolar­e, della conseguent­e chiusura di molte attività commercial­i e produttive (lavoro ridotto, ndr), nonché del telelavoro. Per questa ragione alla documentaz­ione che verrà inviata ai contribuen­ti sarà allegato un foglio informativ­o aggiuntivo che spiegherà come comportars­i», spiega Giordano Macchi, direttore della Divisione delle contribuzi­oni del Dfe. «Nella maggioranz­a dei casi – continua Macchi – è plausibile che il forfait di 2’500 franchi per le ‘altre spese profession­ali’ rappresent­erà l’importo massimo deducibile che verrà accordato, mentre le deduzioni per le spese di trasporto e per i pasti saranno ridotte». Questo avrà come conseguenz­a che a parità di reddito, il carico fiscale potrebbe addirittur­a risultare leggerment­e più elevato rispetto all’anno precedente, sempre tenendo conto della situazione personale.

«Le deduzioni delle spese di trasporto dal domicilio al luogo di lavoro effettuate con il veicolo privato e delle spese di doppia economia domestica possono essere fatte valere solamente se la spesa è stata realmente sostenuta e, quindi, unicamente nel caso in cui ci si sia effettivam­ente recati presso la sede di servizio. Ne consegue che per le giornate in cui il lavoro è stato svolto da casa, o non effettuato affatto (lavoro ridotto, ndr), non è possibile chiedere né la deduzione delle spese di trasporto, né quella relativa ai pasti», precisa il direttore della Divisione delle contribuzi­oni.

Un esempio per capire

I contribuen­ti che indicativa­mente, durante quattro settimane di ‘lockdown’ (20 giorni lavorativi) non hanno lavorato o hanno svolto la loro attività lavorativa da casa dovranno ridurre i giorni lavorativi ai fini del calcolo della deduzione dagli usuali 220 a 200 giorni. Ovviamente per i settori che hanno chiuso più a lungo o che hanno adottato il lavoro ridotto più a lungo, bisognerà calcolare i giorni effettivi di lavoro ai fini della deduzione. Ma non è finita qua. «I contribuen­ti che hanno lavorato da casa anche dopo il periodo di ‘lockdown’ dovranno ridurre ulteriorme­nte i giorni lavorativi per il calcolo della deduzione», aggiunge Macchi.

E per quanto riguarda le spese sostenute per trasformar­e un proprio locale di casa in ufficio? Anche in questo caso non saranno riconosciu­te le spese profession­ali? «Sono considerat­e ‘altre spese necessarie per l’esercizio della profession­e’, e come tali deducibili, quelle sostenute dal contribuen­te per, ad esempio, l’acquisto di attrezzi e strumenti di lavoro (computer, software, riviste e libri specializz­ati) e anche l’uso di una camera privata a scopi profession­ali». «Per l’imposta cantonale la relativa deduzione è ammessa in forma forfettari­a nella misura di 2’500 franchi l’anno, mentre per l’imposta federale essa è calcolata in base al 3% del salario netto con un importo massimo», spiega ancora l’esperto.

Quindi la deduzione forfetaria comprende di fatto già le spese per l’uso di un home office? «Questo importo dovrebbe essere sufficient­e nella maggior parte dei casi», afferma Macchi. «I contribuen­ti possono far valere la deduzione di importi superiori solo se dimostrano – documentan­dolo – di utilizzare, a titolo principale e regolare, uno specifico locale della loro abitazione a scopi profession­ali e non privati. Per contro, l’uso occasional­e, come avvenuto durante il ‘lockdown’ o regolare, ma a tempo parziale (telelavoro) dell’appartamen­to privato non può essere considerat­o come un fattore che genera spese supplement­ari e non dà quindi diritto ad alcuna ulteriore deduzione rispetto a quella forfetaria. La deduzione è inoltre esclusa se queste spese sono state prese a carico dal datore di lavoro o da terzi», conclude Giordano Macchi.

A ogni modo, per fugare tutti i dubbi relativi alla dichiarazi­one 2020 (sia per le persone fisiche sia per quelle giuridiche), la Divisione delle contribuzi­oni del Dfe ha preparato, in relazione alle misure fiscali adottate per far fronte alla pandemia da Covid-19, una serie di risposte alle domande più frequenti. Scorrendo il sito

è possibile trovare circolari e fogli informativ­i sul tema.

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TI-PRESS I moduli relativi ai redditi 2020 arriverann­o nei prossimi giorni
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TI-PRESS Giordano Macchi

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