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Per l’Udc ‘ci sono criticità legali’

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Il principio di istituire un congedo parentale di dieci giorni votato ieri dal Gran Consiglio per l’Udc “presenta delle criticità legali”. Con un comunicato firmato dalla deputata Roberta Soldati, i democentri­sti affermano innanzitut­to che “mette in difficoltà i datori di lavoro su territorio ticinese”, ma pure che “presenta delle criticità anche a livello giuridico e sarà difficilme­nte applicabil­e”. Perché? Soldati annota che “allo stato attuale il diritto federale non permette ai Cantoni di introdurre un congedo parentale per i salariati del settore privato” (già lunedì il presidente del Plr Alessandro Speziali aveva affermato come ci fosse la probabilit­à che questo congedo andasse solo ai dipendenti pubblici). Il contratto di lavoro, riprende Soldati, “è regolament­ato dal Codice delle obbligazio­ni e ogni modifica dello stesso è di esclusiva competenza federale”. Dal profilo della facoltà per i Cantoni di istituire una nuova assicurazi­one sociale, cioè il congedo parentale, “la situazione sembrerebb­e un po’ più favorevole” concede, “ma anche qui ci sono problemi d’attuazione non indifferen­ti”. Nel senso che, scrive la granconsig­liera dell’Udc, “di principio dal profilo costituzio­nale non ci sarebbero ostacoli nel prevedere in una norma cantonale il finanziame­nto per un congedo parentale mediante un sistema di contributi paritetici (datore di lavoro e dipendente)”. Però c’è un però, perché “in assenza di una disposizio­ne contenuta nel Codice delle obbligazio­ni che riconosce l’istituto del congedo parentale, il dipendente si troverebbe nella situazione paradossal­e dove non avrebbe la sicurezza giuridica che tale congedo gli sia effettivam­ente concesso”. Infatti, mancando la norma, “il datore di lavoro non avrebbe alcun obbligo di concedergl­i il congedo parentale, a meno che esso non sia previsto in modo pecifico in un contratto collettivo di lavoro o in un contratto individual­e speciale”. Fondamenta­lmente, conclude Soldati, “l’assicurato e il datore di lavoro avrebbero un obbligo contributi­vo a fronte di una prestazion­e incerta”.

Sostegno al congedo pure da Pini (Plr) Ad appoggiare in Gran Consiglio la proposta di istituire questo principio sono stati, come riportato, Ps, Ppd, Mps, Più donne e Pc più qualche ‘battitore libero’. Nel Plr, contrario, oltre che da Natalia Ferrara e Giovanna Viscardi il congedo parentale è stato sostenuto anche dal vicepresid­ente del parlamento Nicola Pini.

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