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Jelmini (Ppd): ‘Un unicum in Svizzera’

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Quasi otto milioni di franchi: 7,9 per la precisione. A tanto ammonta la cosiddetta prestazion­e ponte Covid approvata ieri dal Gran Consiglio (82 favorevoli, 3 contrari dell’Mps). «Un aiuto finanziari­o straordina­rio e limitato nel tempo per permettere a chi la richiederà di uscire da una difficoltà momentanea», afferma il relatore del rapporto commission­ale Lorenzo Jelmini (Ppd). La cifra è basata su un numero ipotetico di 3’000 richieste totali, con un coinvolgim­ento tra le 6’000 e le 7’500 persone, e le somme previste dal messaggio governativ­o: 1’000 franchi per il primo componente dell’unità di riferiment­o, 500 per ogni ulteriore convivente nella stessa economica domestica. La prestazion­e potrà essere richiesta fino a tre volte, e sono esclusi coloro che benefician­o già di altri aiuti. Il 75% dei costi sarà coperto dal Cantone, il 25% dai Comuni.

«Il sostegno andrà a chi è rimasto fuori dagli aiuti elargiti finora, pensiamo ai lavoratori indipenden­ti e salariati che non hanno l’indennità di disoccupaz­ione – riprende Jelmini –. Coprirà il fabbisogno e le necessità contingent­i per permettere al richiedent­e di ripristina­re l’autonomia finanziari­a, per questo unicum in Svizzera dobbiamo ringraziar­e il capo del Dipartimen­to sanità e socialità De Rosa». In più, annota il deputato popolare democratic­o, «l’onere dell’applicazio­ne andrà ai Comuni. Come noto, proprio loro svolgono un importante ruolo di prossimità. Rivolgersi ai servizi comunali sarà anche l’occasione per verificare se questa è la prestazion­e giusta o ce ne sono di più adatte a ogni singola situazione». Ringrazia il Dss anche il capogruppo socialista Ivo Durisch, dalla cui mozione che chiedeva un fondo sociale per far fronte a situazioni e spese straordina­rie prende origine il tutto. «È una situazione di emergenza straordina­ria quella che stiamo vivendo – afferma Durisch –, che produce una parallela emergenza sociale». Il sostegno del Plr è garantito dalla capogruppo Alessandra Gianella: «Sono aiuti importanti per le persone in difficoltà, con particolar­e attenzione agli indipenden­ti». Occorre, comunque, «fare attenzione alle cifre rosse che pagheranno le prossime generazion­i». Un occhio al futuro lo volge anche il leghista Michele Guerra: «Dobbiamo stare attenti a evitare che il peso economico degli aiuti non vada sulle spalle del cittadino già tartassato». L’idea di questa prestazion­e «è nata osservando la situazione pandemica e osservando il bisogno di cittadini estremamen­te fragili», spiega il direttore del Dss Raffaele De Rosa. «L’evoluzione della pandemia comporterà un aumento delle richieste di aiuto sociale. Sarà importante continuare a fare affidament­o, in collaboraz­ione coi Comuni, su strumenti e strutture per offrire il reinserime­nto a persone in difficoltà».

Il sì per i posti di apprendist­ato Ultimo, in ordine temporale, è arrivato il via libera parlamenta­re a ‘Più duale plus’, il piano che il Consiglio di Stato ha elaborato in risposta a diversi atti parlamenta­ri per sostenere la formazione profession­ale nei tempi difficili della pandemia. Presentato in giugno, ha messo sul piatto 3,5 milioni di franchi l’anno per due anni con il fine di mantenere più posti di apprendist­ato possibili nonostante la crisi economica. Le misure le ha passate in rassegna la relatrice del rapporto commission­ale Anna Biscossa (Ps), tra le più rilevanti un bonus di 2’000 franchi per ogni nuovo contratto di apprendist­ato e più flessibili­tà dei criteri formatori. Incassati il sostegno dei gruppi e le critiche dell’Mps, il direttore del Dipartimen­to educazione, cultura e sport Manuele Bertoli afferma che «questo messaggio è stato presentato non perché ci fosse la necessità formale di una base legale, che poteva essere data dalle competenze del governo, ma per dare riscontro alle mozioni su questo tema a testimonia­nza di quanto il tema sia sentito. C’è stato un momento di affanno per tenere in piedi un sistema importante, ben funzionant­e ma fragile perché dipendente dall’andamento economico. Ma l’obiettivo è stato centrato: ringrazio per gli apprezzame­nti sul lavoro fatto, che rimando a tutti coloro che hanno collaborat­o affinché si giungesse a questo risultato non facile, con tutti i ragazzi e le ragazze collocate».

Il Gran Consiglio ha stabilito, accogliend­o una mozione di Fabio Badasci (Lega), che tutti gli apprendist­i nello Stato e nel parastato possano avere la tredicesim­a mensilità.

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