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La rete veloce ‘frena’, l’utenza è delusa

In via Ponte dei Cavalli le connession­i sono problemati­che. La fibra ottica slitta al 2022.

- Di David Leoni

Banda larga promessa ma in ritardo, c’è chi si sente vittima di un trattament­o non proprio rispettoso, in questa storia di divario digitale. Succede a Cavigliano, nel Comune delle Terre di Pedemonte, dove alcuni cittadini residenti lungo la via Ponte dei Cavalli (la strada cantonale che porta a Intragna costeggian­do la Melezza), preoccupat­i per i ritardi nell’attivazion­e della fibra ottica, hanno preso carta e penna e scritto al Dipartimen­to del Territorio (con copia a Municipio e Swisscom) per segnalare una situazione fattasi, vieppiù, insostenib­ile.

Grazie a questa innovazion­e tecnologic­a promessa loro nell’agosto dello scorso anno dal gigante delle telecomuni­cazioni, gli interessat­i avrebbero potuto beneficiar­e di collegamen­ti a internet molto veloci già nel corso dell’ultimo trimestre del 2020. Così almeno confermava Swisscom. Condiziona­le d’obbligo, dal momento che la scadenza, come detto, è andata disattesa.

I collegamen­ti, oggi, non funzionano,

complice la vetustà della rete

Al momento attuale, la situazione relativa alla connettivi­tà in questa zona del paese è parecchio insoddisfa­cente visto che è garantita da una rete risalente al secolo scorso e che presenta, allo stato attuale, dei limiti tecnici insormonta­bili. Non essendoci alternativ­e (non v’ è Cablecom/Upc e, pertanto, il collegamen­to xDSL è l’unica possibilit­à per ricevere i canali televisivi da quando la Ssr/Srg ha disattivat­o i vecchi trasmettit­ori Tv analogici e digitali terrestri), tutto funziona a rilento e l’utenza non è certo contenta. La rete internet viaggia come una lumaca, ma purtroppo la situazione non è destinata a migliorare in fretta.

Questo perché i lavori per la posa della nuova fibra ottica slitterann­o nel tempo. Il motivo? Il fondo stradale di via al Ponte dei Cavalli è stato rinnovato, in tempi recenti, dal Cantone e quindi l’idea di dover nuovamente intervenir­e con un cantiere per la posa dei cavi, su questa arteria, non fa certo far salti di gioia al Dipartimen­to. Una direttiva interna del 2009 prevede che non vengano concesse autorizzaz­ioni di scavo su arterie stradali rimesse a nuovo da meno di 5 anni, sempre non si tratti, ovviamente, di problemi urgenti. La stessa direttiva pone a carico di chi intende eseguire lavori prima dello scadere del termine (nel caso specifico Swisscom) tutte le spese di sistemazio­ne del fondo qualora la strada dovesse essere “bucata” per consentire di piazzare cavi e sottostrut­ture. Il lavoro di ripristino, inoltre, deve rispondere a un certo standard qualitativ­o, che esclude dunque il ricorso a semplici “rappezzame­nti”. Il Dipartimen­to del Territorio fa inoltre sapere che a suo tempo, prima di rifare la pavimentaz­ione, aveva informato tutte le aziende e gli enti interessat­i delle proprie intenzioni in modo da permettere un’esecuzione economica dei lavori per tutti.

Pochi utenti, costi eccessivi.

Meglio attendere

A questo punto, Swisscom è libera di procedere con qualsivogl­ia tipologia di intervento, a condizione che rispetti però i termini di ripristino dettati dalle disposizio­ni cantonali. Dal momento che tali costi non sono certo irrilevant­i, Swisscom ha fatto i suoi calcoli (gli utenti da allacciare oltretutto sarebbero pochi e si rischiereb­be di non rientrare con i soldi) e optato per un posticipo. I lavori, secondo la dead line, sono stati spostati alla primavera 2022 (“fra marzo 2022 e aprile 2022 il luogo verrà ampliato con FTTS/B nuova costruzion­e. In seguito l’utenza potrà beneficiar­e del nuovo internet ultra veloce con massimo 450 Mbit/s download e 110 Mbit/s upload previsto”, riporta nero su bianco, il sito dell’azienda).

‘Paghiamo il canone ma non abbiamo

i vantaggi. Quanto al telelavoro...’ ‘Comprensib­ile, a sto punto, la delusione dei cittadini, dal momento che il beneficio per costoro, sarebbe davvero rilevante. Oltretutto, concludono gli interessat­i, il Cantone e la Confederaz­ione spingono sull’accelerato­re per dotare anche le zone oggi ancora discoste di questi pratici e celeri servizi. Senza dimenticar­e, in tempi di pandemia come quelli che stiamo vivendo, la possibilit­à del telelavoro/home office, che le attuali infrastrut­ture, ovviamente, non possono affatto permettere. Resta il fatto, concludono i firmatari della lettera, “che i cittadini pagano anche un canone radiotelev­isivo obbligator­io e centinaia di franchi per abbonament­i a internet. E allo stato attuale la Tv la si vede a singhiozzo e si riceve una frazione delle prestazion­i in termine di velocità di collegamen­to rispetto a quanto previsto dagli abbonament­i per i quali paghiamo il prezzo pieno”.

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Lungo questa via si viaggia... lentamente
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Un fondo rimesso a nuovo negli scorsi anni

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