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‘Papà, ti devo parlare!’

- Di Edo Carrasco, Lugaggia

Ormai sono mesi che vado avanti in questa situazione paradossal­e e assurda, mi sembra di vivere in una grotta e di vedere ogni tanto una luce lontana. Ti scrivo papà, perché sento un bisogno enorme di parlare con qualcuno, dicono che scrivere e parlare è terapia! In questi mesi continuo ad andare a scuola, una scuola di donne e uomini mascherati che talvolta faccio fatica a vedere. Pensa che ci sono maestri dei quali non saprei riconoscer­e il viso, visto che tanti sono volti nuovi per me. Quando sono in classe sento un senso di soffocamen­to, di non poter mai fare un respiro con i polmoni pieni, uno di quei bei respiri profondi che ti fanno stare meglio. Poi, papà, ci sono tutti i miei compagni. Uno di loro mi ha raccontato la storia di suo fratello di 18 anni che dal mese di marzo dell’anno scorso non lavora più. Il ragazzo non ha trovato modo di ricomincia­re e, dopo aver finito il suo apprendist­ato, non ha trovato un datore che gli offrisse un lavoro. Ha così cominciato ad uscire sempre più spesso con alcuni amici, gli stessi amici che si facevano da tempo delle canne, gli stessi che gliel’hanno offerta. Così è cominciato l’inferno per sua madre, che ha cresciuto da sola i due fratelli, perché il fratello del mio amico arrivava a casa alterato e nervoso. La situazione è continuata ed è peggiorata con il consumo di varie altre sostanze, anche le scommesse, fino alla scorsa settimana, quando la madre si è vista costretta a chiedere aiuto al medico per ricoverarl­o in clinica. E poi papà c’è quell’altro amico mio che è scappato per una giornata in Italia, senza autorizzaz­ione è andato oltre frontiera. Voleva solo andare a salutare suo padre al cimitero perché ne sentiva una grande mancanza. Dici che doveva chiedere un permesso speciale? Poi ci sono alcuni ragazzi, dei quali ho sentito parlare, che vogliono incontrare un’altra banda per fare a botte. Come quella volta che ero insieme ad alcuni amici e all’improvviso sono arrivate cinque auto della polizia per farci dei controlli. Io non capivo il perché e poi mi hai spiegato che era un intervento “preventivo”. Speriamo che questo genere di cose non vadano a finire come a Parigi, dove c’è stata l’aggression­e di quel ragazzo ucraino di 15 anni che è rimasto in coma, aggredito da 9 ragazzi della mia età. In questo periodo sento i miei compagni parlare di depression­e, paranoia, scompenso o altre cose strane, tutte parole che non sentivo prima e che ultimament­e sento sempre più spesso. In questi mesi la television­e parla ogni giorno del numero di morti e di contagiati, oppure parlano delle votazioni in America e io, papà, non ci capisco più niente. Quando ti ascolto parlare mi sembra che tu vivessi in un altro tempo, quando racconti delle opportunit­à di lavoro che avevi e dei sogni che hai realizzato. Ma tu pensi, papà, che io e i ragazzi giovani di oggi avremo le stesse opportunit­à? Come è possibile far convivere due messaggi opposti, investire e risparmiar­e per il futuro dei nostri giovani? Così dicono i signori che parlano alla television­e. Spero solo, caro papà, che tutto questo passi presto perché ho voglia di respirare con i polmoni pieni e perché sono stufo di giocare alla “play” con i miei amici, invece di giocare a calcio con la mia squadra su un campo di calcio normale. In questo periodo ho capito, anche grazie al sostegno di uno “psicoterap­euta”, che è importante parlare e saper chiedere aiuto, che tu e la mamma siete importanti per me e per i miei fratelli. Ho imparato a capire il silenzio e la solitudine che ci appartiene e, visto che voglio poter essere felice in futuro, ho pensato alla ricetta per evitare la mia depression­e e quella di tanti miei compagni: spiega ai signori della television­e che noi abbiamo bisogno di sognare, abbiamo bisogno di certezze, che nel nostro paese possiamo essere tutti più sereni solo se ritroviamo modo di invecchiar­e più felici. Questo periodo buio mi ha insegnato che senza relazioni noi, ma anche voi e i nonni, non possiamo vivere. Ho capito che l’amore e le certezze ci permettono di pensare con felicità a quello che deve succedere nel futuro!

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