Ergastolo per il killer neonazista di Luebcke
Berlino – L’omicidio di Walter Luebcke – politico cristiano-democratico impegnato nell’accoglienza dei profughi – è stato commesso da un neonazista, Stephan Ernst, condannato ieri all’ergastolo dalla Corte d’appello di Francoforte sul Meno. Il primo assassinio di un politico per mano di un seguace dell’estrema destra tedesca dalla Seconda guerra mondiale venne portato a termine il 2 giugno 2019. I giudici hanno ribadito come Ernst, 47 anni, abbia agito mosso “dall’odio xenofobo e dall’ideologia di estrema destra”, coltivata fin da giovane. L’imputato aveva ammesso tre volte la sua colpa, si era pentito e aveva chiesto scusa alla famiglia della vittima. Manifestazioni strumentali volte a ottenere attenuanti, secondo il giudice Thomas Sagebiel. Per mancanza di prove inconfutabili, il secondo imputato – un altro neonazista – è stato condannato solo a un anno e sette mesi per violazione della legge sulle armi. Il portavoce della famiglia Luebcke ha definito “molto dolorosa l’incertezza” rimasta sull’accaduto. Restano ombre anche sul secondo capo d’imputazione che pendeva su Stephan Ernst: l’accusa di tentato omicidio ai danni di un giovane iracheno, ferito gravemente nel 2016. Impossibile chiarire i fatti. «Sono molto triste – il commento di Ahmed I., 27 anni –. Vivo un secondo tradimento oggi in Germania. Come straniero in questo Paese vorrei soltanto ottenere giustizia».