laRegione

Dietro ai cinguettii di Maurizio Canetta

- di Danilo Catti

Se il Consiglio di amministra­zione e la Direzione della Ssr hanno deciso di prendere una decisione clamorosa, come quella di togliere il dossier molestie a Maurizio Canetta, è probabile che abbiano avuto delle buone ragioni e che il contenuto dei tweet non fosse così scherzoso quanto preteso da Canetta e dalla direzione Rsi. Significa anche che a un dirigente si richiede ancora, per fortuna, un comportame­nto degno del suo ruolo. È da salutare, quindi, la decisione dei vertici Ssr, che lascia ben sperare nella reale volontà di fare chiarezza su possibili mobbing, bossing e molestie sessuali alla Rsi e alla Ssr in generale.

Tuttavia, quel che meno si spiega, e che getta un’ombra preoccupan­te su questa vicenda, è il fatto che vengano riconferma­ti, sia per la gestione dello scottante dossier delle molestie, sia per il mantenimen­to delle relazioni con il sindacato Ssm, membri dell’attuale direzione e in particolar­e delle Risorse Umane. Contrariam­ente ai vertici della Ssr, queste persone, nell’aprile del 2020, avevano deciso che i tweet (...)

(...) in questione, prontament­e denunciati da dipendenti Rsi, non meritasser­o di essere sanzionati e che bastasse farli sparire, liquidando la faccenda con semplici scuse (leggasi insabbiare), e assolvendo di fatto il direttore e sé stessi. All’interno dell’azienda vigono regole precise circa l’uso dei social e in casi analoghi dipendenti della Rsi sono stati sanzionati pesantemen­te: dalla sospension­e della loro presenza al microfono, a tagli del tempo di lavoro o dello stipendio, fino ad arrivare al licenziame­nto. Sorgono pertanto alcune domande, alle quali al momento sembrerebb­e che lo stesso Consiglio di Amministra­zione e la Direzione generale della Ssr non abbiano nessuna intenzione di rispondere, penalizzan­do di fatto il solo Canetta e legittiman­do gli altri membri della direzione che hanno coperto e sdoganato la cosa, nella speranza che non venisse alla luce.

- Perché le segnalazio­ni di aprile, da parte di alcuni collaborat­ori/trici non sono state comunicate prontament­e alla direzione generale? - Secondo quale principio, e con quale autorità, le Risorse Umane della Rsi, hanno deciso di mantenere tutta la vicenda all’interno, sapendo che le stesse Risorse Umane dipendono dal Direttore Canetta?

- Chi era presente alla riunione di fine aprile, quando si è deciso che delle semplici scuse, a chi non è dato sapere, fossero sufficient­i ad archiviare il caso?

- La gestione di questa faccenda, da parte della Direzione Rsi e delle Risorse Umane, sono conformi e compatibil­i con le regole in vigore all’interno della Ssr?

In un momento in cui la conduzione delle varie unità aziendali della Ssr mostra in maniera manifesta le sue gravi lacune ed è messa in discussion­e da più parti, abbiamo bisogno di risposte trasparent­i. Solo dopo aver chiarito, sulla base di un’inchiesta interna, tutta questa imbarazzan­te vicenda, potremo ritenere degni di fiducia i vertici della Ssr. È ora, mi pare, di cambiare le modalità di comunicazi­one, ne va della credibilit­à stessa del servizio pubblico radiotelev­isivo.

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