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Ticino senza scorte, dosi da altri cantoni

Il tasso di vaccinazio­ne al 5,6% è tra i più alti del Paese: l’aiuto da Berna e Lucerna

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Berna – I cantoni potranno scambiarsi le dosi di vaccino per compensare i ritardi nella consegna. Berna e Lucerna vanno in aiuto di chi, come il Ticino, ha terminato le scorte, in modo che si possa effettuare nel tempo previsto la seconda vaccinazio­ne.

L’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) e la Commission­e federale per le vaccinazio­ni (Cfv) raccomanda­no che la seconda dose sia somministr­ata in un intervallo da tre a sei settimane al massimo. I ritardi di consegna di Pfizer/BioNTech compromett­ono l’iniezione della seconda dose, oltre al Ticino, di Appenzello Esterno, Glarona, Nidvaldo, Obvaldo, Sciaffusa, Soletta e Zugo.

Per garantire il rispetto delle scadenze, i cantoni hanno concordato uno scambio, ha indicato la Conferenza dei direttori cantonali della sanità (Cds). Il contingent­e in arrivo da Berna e Lucerna sarà sufficient­e a coprire i bisogni dei cantoni interessat­i. Non sarà quindi necessario ricorrere all’aiuto del Canton Friburgo, che aveva offerto i suoi servizi.

‘Trovata una soluzione

a breve termine’

I cantoni potranno aiutarsi a vicenda al di là di questi scambi, se necessario. Quelli che hanno ceduto dei vaccini riceverann­o ulteriori dosi più tardi. Il numero totale di vaccini per cantone non cambia. Inoltre, i cantoni devono continuare ad accantonar­e le dosi per la seconda vaccinazio­ne.

“Abbiamo potuto trovare una soluzione e breve termine”, ha detto Michael Jordi, segretario generale della Cds. L’Ufsp, tuttavia, continua a opporsi a una “distribuzi­one dinamica”. Una tale Borsa di scambi non deve diventare la norma, ha precisato.

La velocità con cui un cantone viene vaccinato non influenzer­à il suo contingent­e di vaccino, che continuerà a essere definito in base al numero di abitanti e alla percentual­e della popolazion­e in relazione ai gruppi target. Occorre evitare cambiament­i dell’ultimo minuto nella pianificaz­ione, ha sottolinea­to Jordi.

Per assicurare una estesa immunizzaz­ione della popolazion­e, tutti i fornitori devono essere mobilitati, in particolar­e i medici e i farmacisti, ha aggiunto Jordi. La Cds sta attualment­e negoziando con i vari partner – medici e assicurato­ri – per regolare le condizioni tariffarie e le disposizio­ni contrattua­li.

La Svizzera ha dovuto rivedere il suo piano di vaccinazio­ne proprio a causa di problemi di consegna. Dovrebbe disporre di 650’000 dosi di vaccino anti-Covid a febbraio invece degli 1,3 milioni inizialmen­te previsti. Tuttavia l’Ufsp assicura che i ritardi saranno rapidament­e recuperati. Attualment­e Pfizer registra ritardi di consegna in tutta Europa. E rallentame­nti nelle consegne si constatano anche da parte di Moderna.

I dati nazionali: la media è del 3,6%

In Svizzera sono state somministr­ate fino a domenica 315’033 dosi di vaccino contro il coronaviru­s dei due produttori Pfizer-BioNTech e Moderna, ciò che corrispond­e a una quota di 3,64 ogni 100 abitanti. Lo ha comunicato l’Ufficio federale della sanità pubblica, aggiungend­o che le dosi complessiv­amente consegnate si attestavan­o a 517’625.

La situazione nei vari cantoni continua a essere differente: il Ticino, che ha ricevuto 25’975 dosi, è sopra la media nazionale con 5,62 dosi somministr­ate ogni 100 abitanti, per un totale di 19’737 vaccinati. I Grigioni sono in linea con la media nazionale con una quota del 3,69 per complessiv­i 7’339 vaccinati.

Per quanto riguarda gli altri cantoni, a mettersi in luce è Nidvaldo che registra il maggior numero di dosi somministr­ate (7,47 ogni 100 abitanti). Seguono Basilea Città (7,02%), Appenzello Interno (6,77%) e Sciaffusa (6,9 per cento). Fanalino di coda è Berna (2,35%), ultimo cantone ad avviare la campagna di vaccinazio­ne, l’11 gennaio.

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KEYSTONE La preparazio­ne di una dose

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