Monte Carasso rinuncia, Beatles Days e Sun Valley rinviano di qualche mese
Sarà un’altra primavera senza musica? Gli organizzatori dei festival che l’anno scorso a causa della pandemia hanno dovuto annullare gli eventi già pianificati, avevano pubblicato sulle loro pagine social e sui siti un fiducioso ‘Arrivederci al 2021’. Si sa però che per organizzare un festival musicale bisogna lavorare d’anticipo e la situazione attuale non consente di avere certezze riguardo agli eventi più imminenti. E proprio per questo gli organizzatori dell’Open air Monte Carasso hanno deciso di annullare l’evento in previsione il terzo fine settimana di giugno. Come è noto, il festival era stato annullato anche lo scorso anno a causa della situazione di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. «Confermare l’evento al terzo weekend di giugno per noi al momento è troppo rischioso», spiega Samuel Righetti, responsabile comunicazione dell’Open air. Anche l’ipotesi di un rinvio è stata scartata: «Volevamo cercare una seconda data, verso il mese di settembre, per essere più tranquilli e avere più tempo per valutare la situazione, ma in quel periodo il convento di Monte Carasso è molto ambito per l’organizzazione di feste di matrimonio, e quindi trovare un altro momento è davvero difficile», aggiunge. Nonostante l’annullamento gli organizzatori intendono proporre comunque qualcosa nel weekend in cui avrebbe dovuto tenersi l’Open air. In sostituzione all’evento musicale l’idea, ancora in fase di discussione, è di proporre una mostra fotografica e un piccolo evento collaterale. «Ci teniamo a far sapere che noi ci siamo comunque, questo è solo un periodo di transizione, ma torneremo a proporre musica appena sarà possibile», tranquillizza Righetti.
Bellinzona: appuntamento a luglio? Incertezze anche per gli organizzatori del primo grosso festival in arrivo nel Bellinzonese, costretti a posticipare l’evento di qualche mese. Stiamo parlando del Bellinzona Beatles Days che era in agenda per il fine settimana del 19-22 maggio ma che verrà probabilmente spostato a fine luglio. «Abbiamo già informato il Municipio che purtroppo, a causa della situazione pandemica attuale, è per noi impossibile proporre il festival in maggio», spiega Graziano Lavizzari, presidente della Fondazione del Patriziato di Bellinzona che ogni anno organizza l’evento. L’idea, continua, è comunque di proporre il festival «la gente ha bisogno di musica, ora più che mai. E se in luglio non sarà possibile organizzarlo, lo sposteremo in agosto o settembre. Qualcosa si farà, anche a costo di farlo in inverno», tiene a sottolineare. Il presidente della Fondazione spiega che è piuttosto difficile pianificare il festival, perché le disposizioni cantonali e federali in atto per contenere i contagi di coronavirus possono cambiare da un momento all’altro. «Siamo sempre sul chi vive – riconosce – ma per poter stipulare i contratti degli artisti abbiamo bisogno di certezze e di poter pianificare una data precisa».
Quest’anno più artisti locali
Artisti che, se di solito erano perlopiù provenienti dal panorama internazionale, quest’anno saranno per la maggior parte locali o eventualmente italiani, ma anche in questo caso sarà da valutare la situazione Covid-19 nella vicina penisola. In caso di problemi, gli organizzatori hanno pure considerato uno scenario con una programmazione con artisti unicamente svizzeri. Il festival bellinzonese è noto per ospitare diversi gruppi provenienti dall’Inghilterra, patria dei Beatles a cui l’evento è dedicato. Troppe incognite però quest’anno, spiega Lavizzari, per immaginare di stipulare contratti con artisti provenienti dalla Gran Bretagna.
Per celebrare i vent’anni di esistenza del festival, l’anno scorso si volevano proporre cinque giorni di musica con grossi artisti internazionali. La pandemia aveva però rovinato la festa, che era stata annullata e rinviata a quest’anno. Per questa edizione si è optato per tre serate di musica, una pop, una rock anni 60-70-80 e una con tribute band dei Beatles. L’idea della Fondazione è di un’edizione completamente gratuita: «Vogliamo fare un regalo alla popolazione e ringraziare i nostri amici e sostenitori», rileva Lavizzari. Come fare però a garantire un controllo sul numero di persone presenti? Da questo punto di vista sarebbe più pratico recintare l’evento e vendere dei biglietti per l’ingresso. Un’opzione che però non piace agli organizzatori: «Sarebbe proprio l’ultima ipotesi, attuabile solo se fosse l’unico sistema per poter avere un controllo sulle entrate».
Malvaglia, il Festival slitta a settembre Altro evento primaverile che verrà rinviato è il Sun Valley Festival di Malvaglia. In agenda dal 21 al 23 maggio verrà posticipato al weekend del 2-4 settembre. Anche in questo caso l’Associazione Asilo Beach che organizza l’evento ha deciso di rinviare di qualche mese l’Open air in modo da non correre rischi e aver più tempo per organizzarlo. «Abbiamo analizzato la situazione e abbiamo iniziato a pensare alla programmazione dell’evento, ma ci siamo accorti che per il momento ci sono troppe incognite. Abbiamo quindi preferito posticipare il nostro festival, sperando in un miglioramento della situazione», spiega Michelle Grata, responsabile comunicazione. Il Sun Valley festival è un evento a pagamento e ciò permette agli organizzatori di fissare un numero massimo di biglietti per serata a seconda di eventuali limitazioni sul numero di persone ammesse ai festival. All’Open air partecipano artisti svizzeri e del panorama internazionale. Quest’anno però, a causa delle incertezze riguardo alla situazione pandemica, gli organizzatori dovranno valutare se sarà ancora possibile prevedere artisti provenienti da altre nazioni o se la scelta dovrà essere piuttosto orientata verso artisti locali. I biglietti acquistati durante la promozione natalizia del 2020 saranno validi per la nuova data. Coloro che lo desiderano possono chiedere il rimborso a: