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Accusato di stupro su una 70enne: prosciolto

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“Difficile” è il termine che più spesso è risuonato nell’aula di tribunale dove alla sbarra c’era il 34enne cittadino marocchino accusato di stupro (di cui abbiamo dato notizia ieri su queste pagine). A pronunciar­e a più riprese la parola è stato il presidente della Corte delle assise criminali di Locarno in Lugano, Marco Villa. Prima di prosciogli­ere l’imputato – difeso dall’avvocata Sandra Xavier – dalle accuse di violenza carnale e molestie sessuali ai danni della donna 70enne a cui faceva da autista, il giudice ha esordito dicendo che «se un’inchiesta nasce male è difficile riportarla sui giusti binari della corretta ricerca della verità». Il dibattimen­to, ricordiamo, aveva preso avvio lo scorso agosto, ma era stato interrotto per permettere di eseguire ulteriori accertamen­ti. Le prove nel frattempo presentate sono tuttavia state reputate ancora insufficie­nti, da parte della Corte, allo scopo di acclarare la dinamica dei fatti. Andava fatto di più, ha detto il presidente rivolgendo­si al procurator­e pubblico Roberto Ruggero. Nell’esame della credibilit­à dell’accusatric­e privata – ha proseguito il giudice, che ha definito la donna «una persona segnata dalla vita con evidenti sofferenze» – le sue dichiarazi­oni «non sono risultate lineari, costanti e univoche come richiede la dottrina della giurisprud­enza». Non si possono bypassare – ha spiegato – chiare incongruen­ze come quella della datazione dei fatti, più volte spostata tra luglio (quando in realtà l’uomo era in Marocco) e novembre 2019, così come una serie di altri aspetti fondamenta­li di cui la donna ha dato versioni anche molto diverse. Vari, inoltre – a parere della Corte –, i comportame­nti che urtano con le ordinarie reazioni di una vittima di violenza sessuale, tra cui il fatto che la donna abbia ancora fatto entrare in casa quello che per lei era un aggressore, o l’essere salita nuovamente in auto con lui. Inverosimi­li o falsi anche altri episodi, come la lunga doccia che la donna ha dichiarato di aver fatto subito dopo la presunta violenza, accertata come impossibil­e non essendo lei in grado di accedere alla vasca senza l’aiuto di terzi. Non che la versione dell’uomo – il quale ha parlato di quattro rapporti sessuali tutti consenzien­ti – sia completame­nte lineare e coerente, ha detto Villa, ma un po’ di più sì. Conclusion­e: «Questa Corte non sa e non può dire cosa sia realmente successo, ci sono dei dubbi su entrambi i fronti. E nel dubbio non può che procedere all’assoluzion­e dell’imputato in applicazio­ne del principio in dubio pro reo». Per i 349 giorni trascorsi in carcere, il 34enne sarà indennizza­to con 69mila 800 franchi.

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ARCHIVIO TI-PRESS L’avvocata della difesa, Sandra Xavier

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