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Cinque, il numero del sacrificio

Bürgler al 53’ regala altri 3 punti al Lugano. ‘Grazie al carattere, ce li siamo meritati’.

- Dall’inviato Christian Solari

Friborgo – A volte bisogna anche sputare sangue. Purtroppo per lui lo sa bene il povero Jani Lajunen, che a venti secondi dalla fine si butta su uno dei potentissi­mi tiri dell’americano Gunderson, prendendo il puck in pieno volto. Oppure ancora Matteo Nodari, che si presenta alle interviste post partita con una vistosa ferita all’arcata sopraccigl­iare, ricucita con tre punti di sutura. «Basta pensare a ciò che ha fatto Jani, beccandosi quel tiro in bocca» esordisce il trentatree­nne difensore ticinese, uscito dal ghiaccio a metà del primo tempo dopo la carica dello svedese Brodin, e poi rientrato in pista nel secondo. «Mi hanno dato tre punti, ma avrei preferito che fossero due gol e un assist – scherza il numero 22 –. Oggi possiamo senz’altro dire che abbiamo messo in pista tutto il nostro carattere, lottando fino alla fine. E la dimostrazi­one è che con la grinta riusciamo a vincere anche a Friborgo». Di nuovo in rimonta, come contro il Losanna (pur se stavolta entro il sessantesi­mo), aggiungend­o un quinto successo alla serie di quattro colleziona­ta in una settimana sul ghiaccio di casa. Mettendo il Friborgo in ginocchio con due gol in cinque minuti nel terzo tempo. «È chiaro che quando vinci in pista hai più fiducia, ma ciò che conta è che nelle ultime partite avevamo giocato abbastanza bene e oggi abbiamo giocato bene vincendo con merito – dice Nodari –. Soprattutt­o a livello difensivo: Wolf (al rientro dall’infortunio alla spalla, ndr) ha dato una grossa mano, e anche Antonietti ha fatto una bella partita. Il risultato è che abbiamo lasciato pochissime occasioni a una squadra offensivam­ente forte come il Friborgo, a parte naturalmen­te i powerplay». Il risultato è un’altra serata riuscita, nonostante un inizio in salita per effetto del gol di Herren già all’8’46’’, con Suri sulla panchina dei penalizzat­i. Per un Lugano che dopo aver creato parecchio, negli ultimi venti minuti riesce infine anche a segnare (l’1-1 con Heed, al 47’28’’, e il gol-partita con Bürgler al 52’01’’), e a quel punto il Friborgo sparisce dal ghiaccio. Vi farà ritorno solo negli istanti finali a 4 contro 5, poi a 4 contro 6 e infine a 5 contro 6, ma la sua foga si dovrà arrendere dinnanzi allo spirito di sacrificio.

‘Ho parlato con McSorley Ma non è questa la notizia’

A Friborgo, però, a tener banco è pure la notizia pubblicata dal Blick proprio durante la partita, ipotizzand­o un non meglio precisato passaggio al Lugano di Chris McSorley, vulcanico ex tecnico e manager del Ginevra Servette. Notizia, però, che trova subito una pronta smentita. «In questo business bisogna parlare con molte persone, e non nascondo che ho fatto una telefonata a Chris McSorley prima di Natale, per chiedergli come stava e se era vero che fosse in contatto con il Berna, ma non siamo andati oltre. Però, vi dirò che nel frattempo avrò parlato con altre venti persone: il problema di questo mestiere è che appena parli con qualcuno, la notizia salta fuori. E mi spiace per Serge, perché la notizia oggi è che abbiamo vinto cinque partite di fila, e siamo tornati sopra metà classifica». Quanto al futuro, Domenichel­li la vede così. «Oggi ci troviamo esattament­e nella stessa situazione di un anno fa – conclude –. Serge e il suo staff hanno un anno di contratto, stanno facendo un buon lavoro e noi vogliamo prenderci tutto il tempo per decidere sulle future scelte del Lugano. E a fine stagione vedremo dove saremo».

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KEYSTONE Il povero Lajunen lascia il ghiaccio sanguinant­e dopo essere stato colpito in volto dal tiro di Gunderson

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