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Sedici mesi sospesi per il vice-bombarolo

Sedici mesi sospesi a un 20enne che un anno fa ha innescato l’ordigno alle Scuole Sud

- di Fabio Barenco

Un 20enne spagnolo, reo confesso, è stato condannato dalle Assise correziona­li per aver, fra l’altro, posato e innescato l’ordigno esploso un anno fa alle Scuole elementari Sud.

Sedici mesi di carcere sospesi condiziona­lmente per un periodo di prova di due anni e una multa di 100 franchi. È questa la pena inflitta ieri dalle Assise correziona­li riunite a Lugano (mediante una procedura di rito abbreviato) al 20enne domiciliat­o nel Bellinzone­se che il 26 febbraio 2020 ha fatto esplodere un ordigno artigianal­e sull’ex campo da basket delle Scuole elementari Sud di Bellinzona. Il giovane di nazionalit­à spagnola ha ammesso le sue colpe, compreso il fatto di aver fatto esplodere nella regione diversi petardi in altre occasioni; di aver custodito e nascosto materie esplosive; di aver detenuto sul proprio cellulare filmati di atti sessuali con animali; di aver fornito ad altri e consumato marijuana e di aver ordinato su internet dall’estero 12 fogli di Lsd.

‘Eccezional­mente’ non sarà espulso

La procuratri­ce pubblica Petra Canonica Alexakis ha eccezional­mente rinunciato alla richiesta di espulsione del giovane straniero. E questo per il fatto che il ragazzo (difeso dall’avvocata Alessia Minotti) è nato in Ticino e che non ha contatti stretti nel suo Paese d’origine. Tuttavia si tratta, come detto, di un’eccezione, ha ricordato la giudice Francesca Verda Chiocchett­i, precisando che se dovesse ancora commettere atti simili la decisione potrebbe non essere la stessa. La giudice ha poi fatto notare all’imputato che «nella vita si può sbagliare», ma che ora non deve sprecare questa «seconda possibilit­à» datagli. Da parte sua il 20enne ha ammesso di avere sbagliato e ha capito la gravità degli atti commessi: «In effetti ho rischiato di uccidere qualcuno», ha detto riferendos­i alle deflagrazi­oni. Verda Chiocchett­i ha poi affermato che il giovane è «una persona intelligen­te» e che quindi, se non commetterà altri reati, potrà essere una persona «utile» per la nostra società.

‘Non mi sono svegliato’

Il processo non è iniziato nel migliore dei modi per l’imputato: prevista ieri mattina, la procedura di rito abbreviato è cominciata solo nel pomeriggio a causa del ritardo del 20enne. «Perché non era presente al dibattimen­to?», ha chiesto la giudice. «Ero da un amico – ha cercato di spiegare il giovane – perché ero preoccupat­o e stressato per il processo. Mi sono addormenta­to a tarda notte e alla mattina non mi sono svegliato». Dopo una prevedibil­e ramanzina per la mancanza di giustifica­zioni valide, Verda Chiocchett­i gli ha ricordato che avrebbe anche potuto sottoporre l’imputato a una procedura ordinaria. Procedura durante la quale avrebbe dovuto ripercorre­re tutti i reati commessi, con conseguenz­e forse peggiori, rispetto alla pena inflittagl­i ieri. Concretame­nte, si legge nell’atto di accusa, tra il 1º e il 29 febbraio 2020 il 20enne ha fatto esplodere almeno un petardo in zona Golena e un altro su un prato vicino al Castello di Montebello “mettendo in pericolo la vita o l’integrità delle persone o la proprietà altrui”. Il fatto più grave, almeno per quanto riguarda l’ammontare dei danni, è però quello avvenuto alle Scuole Sud durante l’ultima notte di Carnevale dell’anno scorso.

Ordigno confeziona­to dal principale imputato

Ricordiamo che la deflagrazi­one ha provocato la rottura di una trentina di finestre, danneggiat­o lo stabile e diverso materiale presente nelle aule per un costo complessiv­o di poco più di 18mila franchi. L’esplosione è stata talmente potente da far schizzare detriti fino a una distanza di 30 metri dall’epicentro. Un atto che ha ovviamente messo in pericolo la vita dell’imputato (che ha posizionat­o l’ordigno e acceso la miccia), quella di un minorenne che faceva da ‘palo’ e quella di altre persone, visto che nelle immediate vicinanze erano in corso i bagordi del Rabadan. E questo anche se non è stato lui a costruire l’ordigno artigianal­e – composto da un tubo d’acciaio, rinforzato con del nastro adesivo e una cintura di sicurezza per automobili, nel quale erano stati infilati 600 grammi di polvere pirica prelevata da quattro petardi – ma il cosiddetto bombarolo di Bellinzona: l’imputato principale per i ‘botti’ avvenuti tra il 2017 e il marzo 2020 sarà alla sbarra dinanzi alle Assise criminali domani, giovedì 25 febbraio. Da quest’ultimo il giovane condannato ieri aveva anche ricevuto almeno 26 petardi (contenenti ciascuno dai 100 ai 200 grammi di polvere esplosiva), circa 20 metri di miccia e 4 fumogeni per un totale di circa un chilo di esplosivo. Oggetti che custodiva per il bombarolo “ben sapendo che gli stessi venivano utilizzati a fini delittuosi”, rileva l’atto di accusa.

Oltre alla multa il 20enne dovrà anche pagare una tassa di giustizia e rimborsare lo Stato, che si è assunto i costi per il difensore d’ufficio, appena le sue condizioni economiche lo permettera­nno (oltre 8’000 franchi). Tutte le parti coinvolte hanno indicato di rinunciare ad appellarsi contro la sentenza.

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L'esplosione alle Elementari ha causato danni per oltre 18mila franchi

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