laRegione

Costretto a chiudere un altro bocciodrom­o

Ha chiuso dopo 40 anni il bocciodrom­o Le Gaggiole. E con lui un luogo d’incontro.

- di Cristina Pinho

Dopo una storia lunga 40 anni si abbassano le serrande anche alle Gaggiole. Il presidente della ‘Verzasches­e’ traccia un quadro dalle tinte fosche sulla perdita di strutture nel Locarnese.

È calato il silenzio nello storico bocciodrom­o Le Gaggiole di Gordola. Dei suoi quarant’anni di attività non resteranno che i ricordi dei tanti che lo hanno frequentat­o, chi per competizio­ni a vari livelli, chi per partite tra amici, chi sempliceme­nte per trascorrer­e del tempo in compagnia. La chiusura della struttura è stata disposta dagli attuali proprietar­i del sedime che verosimilm­ente hanno altri piani per l’area. La decisione è solo l’ultima in ordine di tempo a inserirsi in una tendenza che negli anni recenti ha portato alla demolizion­e di diversi viali di bocce in quanto considerat­i poco redditizi.

La storia del bocciodrom­o Le Gaggiole ha inizio alla fine degli anni 70 grazie alla passione dei soci fondatori della Società Bocciofila Verzasches­e che, desiderosi di creare una sede per le proprie attività, hanno trovato la disponibil­ità dell’allora proprietar­io del terreno di Gordola su cui poi l’edificio ha visto la luce. «Erano i tempi in cui il mondo delle bocce conosceva uno sviluppo importante. C’erano tantissimi bocciodrom­i presso i grotti e le varie osterie della regione, ma la Società sentiva il bisogno di creare un’infrastrut­tura chiusa, con due viali, che potesse garantire il gioco anche nei mesi più freddi». A raccontare di quel periodo d’oro è Gianni Gnesa, presidente della Società bocciofila Verzasches­e da un anno, ma giocatore fin da quando era bambino, nonché in passato membro e cassiere della Federazion­e ticinese di bocce e di quella di Locarno. «C’era un gran movimento intorno a questo luogo, spesso si dovevano attendere ore per fare la prima partita». L’intenzione della Società è stata fin dai suoi esordi quella di divulgare il gioco delle bocce sia come sport competitiv­o che come semplice passatempo. In particolar modo la dimensione aggregativ­a è una caratteris­tica che il presidente mette in evidenza con orgoglio. «Il nostro bocciodrom­o è stato qualcosa in più di una infrastrut­tura sportiva. Grazie all’ottima gestione di Fausta Molteni, si è sempre presentato come un luogo d’incontro e di socializza­zione, conosciuto da tutti gli appassiona­ti del cantone. I frequentat­ori ne apprezzava­no l’ambiente caloroso, tradiziona­le e semplice. E l’allegria, anche durante le molte feste». Saranno dunque in tanti a rimpianger­lo, dalla trentina di tesserati, ai gruppi di svizzero tedeschi che regolarmen­te si recavano a Gordola per trascorrer­vi il pomeriggio a giocare, fino agli anziani patiti delle carte e chi di passaggio si fermava per fare quattro chiacchier­e.

«Quello che fa più male – spiega Gnesa – è che tutto sia finito di colpo durante la pandemia, senza la possibilit­à di ritrovarci un’ultima volta a festeggiar­e la nostra presenza in questo luogo durante tanti anni. Anche se aprissimo una nuova sede, non sarebbe lo stesso». A questo proposito la Società si sta adoperando per trovare una soluzione che permetta di continuare le proprie attività. «Non è facile, perché le nostre risorse finanziari­e sono molto limitate e quindi senza l’aiuto di un ente pubblico o di privati che hanno a cuore questo movimento è molto difficile realizzare qualcosa. Allo stato attuale abbiamo instaurato dei contatti per trovare un luogo nel Locarnese dove poter edificare una struttura con almeno due viali coperti che possa garantire il gioco delle bocce 365 giorni all’anno».

Come detto, a rimanere senza tetto non è stata unicamente la Società Verzasches­e. «Ci sono altre realtà in difficoltà, penso alla Società Stella di Locarno, la più importante a livello di giocatori attivi nelle competizio­ni, che si è trovata anch’essa senza più una struttura e che provvisori­amente sta usufruendo del bocciodrom­o di Solduno che però è scoperto». Oggi, nel Locarnese, gli unici bocciodrom­i al chiuso sono quello di Losone e quello di Brissago, entrambi con un viale, mentre in Vallemaggi­a si trova quello di Cavergno, l’unico con due viali coperti, che però risulta piuttosto discosto per le società legate al centro urbano di Locarno. «Una nuova struttura è indispensa­bile», commenta il presidente.

Ma qual è lo stato di salute del movimento bocciofilo alle nostre latitudini? «Negli anni c’è stata una riduzione dell’attività a livello cantonale e regionale e l’abbiamo subita anche noi come Società, ma sono ancora molti i soci attivi e gli appassiona­ti che si trovano regolarmen­te a giocare a bocce. È anche vero che è in corso un innalzamen­to dell’età media». Un andamento che si sta cercando di modificare. «La Federazion­e ticinese di bocce come pure le varie società cantonali si stanno impegnando a promuovere l’attività a livello di movimento giovanile, ad esempio proponendo scuole di bocce durante i periodi estivi e facendo informazio­ne. La vasta scelta attuale di sport per i giovani ha effettivam­ente messo il gioco delle bocce in una situazione concorrenz­iale e non privilegia­ta rispetto ad altre attività, ma non possiamo dire che manchi l’interesse. Proprio dal bocciodrom­o delle Gaggiole sono usciti dei giovani che oggi siedono nei quadri a livello nazionale, quindi il loro talento consolida il valore di questo gioco e può fungere da esempio per tanti ragazzi. Che sia un’attività rivolta solo agli anziani è un mito da sfatare». La situazione non è facile, ma le forze in campo per cercare di salvaguard­are questa tradizione non mancano. «Sono convinto possa rimanere uno sport come tanti altri in grado di appassiona­re tutte le fasce d’età. E che avrà ancora da dire la sua nei prossimi anni».

 ?? TI-PRESS ?? Finita l'attività della sede di Gordola, nel Locarnese e valli restano solo tre strutture coperte
TI-PRESS Finita l'attività della sede di Gordola, nel Locarnese e valli restano solo tre strutture coperte
 ??  ?? Ormai solo un ricordo
Ormai solo un ricordo

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland