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Alimentari griffati Valle di Muggio Chiara Bazzoni e Livio Arrigoni hanno avviato un’attività di coltivazio­ne e produzione

- Di Prisca Colombini

È iniziata come una passione, è diventata una piccola attività e domani potrebbe diventare un lavoro a tempo pieno. Con un punto fermo che non cambierà: l’amore per la terra e per la Valle di Muggio. Marito e moglie da due anni, dallo scorso mese di luglio Chiara Bazzoni, 32 anni, e Livio Arrigoni, 24 anni, sono i titolari della ‘Prodotti Arrigoni’ di Morbio Superiore. Un’attività che si svolge tra Morbio Superiore, dove la coppia vive, ha il laboratori­o e coltiva erbe aromatiche e fiori, e Bruzella, dove Livio è nato e cresciuto e dove c’è l’orto in cui vengono curate frutta e verdura. «Io sono un architetto e ho da sempre la passione del giardinagg­io, mentre Chiara è aiuto cuoca – spiega Livio Arrigoni –. Dopo aver realizzato i primi prodotti, abbiamo comprato un essiccator­e. I primi riscontri e lo stimolo a fare di più è arrivato dai pareri positivi che abbiamo ricevuto da amici e parenti». L’attività è così iniziata «con lo sviluppo di qualche nuova ricetta e con la partecipaz­ione a qualche mercatino». Chiara al momento si occupa a metà tempo della cucina, della parte amministra­tiva e dei mercatini, mentre Livio, la sera e nei fine settimana, si dedica all’orto. Di origine italiana, Chiara vive a lavora nel Mendrisiot­to da 12 anni. «La Valle di Muggio è molto bella e mi trovo benissimo – racconta –. Da qualche anno volevo diventare indipenden­te: la produzione è iniziata con marmellate e pensierini per Natale. Dopo l’acquisto dell’essiccator­e mi sono venute in mente tantissime idee e ricette. Ed eccoci qua: abbiamo sviluppato l’attività in piena pandemia, ma siamo positivi e speriamo di poter continuare al meglio».

Tutto fatto in casa

Il motto scelto da Livio e Chiara per la loro attività – ‘Tüta róba fáia in cá dala Val da Mücc e mía dumá’ – rispecchia quella che è la loro filosofia. «Ogni tanto prendiamo della verdura da amici che rispettano la nostra filosofia – aggiunge Livio –. Nel nostro orto non usiamo nessun tipo di pesticida o prodotti chimici e rispettiam­o molto la stagionali­tà». A questo si aggiunge il fatto che «se una pianta si ammala, proviamo a curarla con metodi naturali. L’anno scorso, per esempio, abbiamo avuto dei problemi con i pomodori e a fine stagione il raccolto è stato molto piccolo, ma non siamo andati ad acquistarn­e altri proprio per rispettare il fatto di avere prodotti della Valle di Muggio». Quali sono quindi i vostri prodotti? «Proprio per il rispetto del ciclo naturale – risponde ancora Livio – sono abbastanza variati». Nel catalogo ci sono tisane («con erbe officinali o che andiamo a raccoglier­e allo stato selvatico»), un dado vegetale («è fatto al 100 per cento con le nostre verdure: abbiamo deciso di non esagerare con il sale proprio per far sentire il gusto delle verdure ed esaltare il suo sapore»), frutta essiccata, castagne sciroppate («con il nocino di nostra produzione»), diversi liquori («come il liquore di castagne raccolte qui in zona») e marmellate. Tra i prodotti che vanno letteralme­nte a ruba i nostri interlocut­ori inseriscon­o le verdure (pomodori, zucchine e melanzane) in vinaigrett­e e i crackers di zucca e cavolfiore. Quale tra questi può essere definito come il vostro prodotto tipico? «Un po’ tutto – risponde Chiara sorridendo –, ma il dado è quello che mi dà una maggiore soddisfazi­one».

‘Manca il contatto con le persone’

Il percorso avviato da Chiara Bazzoni e Livio Arrigoni dimostra ancora una volta l’apprezzame­nto per i prodotti a chilometro zero. La pandemia lo ha evidenziat­o? «Già prima l’interesse era buono – conferma Livio –. Grazie al mercatino virtuale nato su Facebook – al quale si aggiungono le pagine social che portano il nome dell’attività – siamo stati raggiunti da tante persone e tra loro, alcune sono diventate clienti fissi. La chiusura delle persone in casa e il riuscire a pubblicare i nostri prodotti sui social ci ha aiutato ad avere maggiore visibilità: nonostante l’assenza di fiere e mercatini, le vendite sono andate bene». Qualcosa, però, è inevitabil­mente cambiato. «Quello che manca e che è importante per la nostra attività è il contatto con le persone e il poter raccontare chi siamo, cosa facciamo, la nostra filosofia e spiegare come nascono i prodotti». C’è una domanda che vi viene posta con regolarità? «Si vuole sapere se è tutto a chilometro zero e se sono prodotti nostri – commenta ancora Livio –. Il messaggio passa e il riscontro è buono».

Verso l’ampliament­o dell’attività

La ‘Prodotti Arrigoni’ guarda anche al futuro. «Abbiamo sempre nuove idee e nuovi prodotti – ammette Livio –. Le superfici sono per il momento limitate, ma abbiamo in progetto di ampliare le superfici coltivate e stiamo cercando dei terreni in Valle di Muggio». Nelle intenzioni dei due giovani, in futuro questa sarà la loro attività principale. «Chiara si occuperà a tempo pieno di amministra­zione, cucina e dei mercati». Livio continuerà con la coltivazio­ne e la germinazio­ne delle piante. «Non è facile conciliare le due profession­i – sottolinea –, le giornate sono lunghe ma non mi pesa perché è una passione e ne vale la pena: il cliente che ritorna è la soddisfazi­one più grande».

Progetti culinari in cantiere

Il catalogo, come visto, è già ben fornito. Nella mente di Chiara ci sono però diversi progetti. «Tra questi ci sono le chips di verdura – ci dice –. Utilizziam­o vasetti di vetro per evitare la plastica. Sto facendo delle prove sia nei vasetti che con dei sacchetti per capire quale, dopo un anno, lascia il prodotto migliore». Le idee non mancano. «Non ci siamo voluti fermare su un singolo prodotto – aggiunge Chiara –. Ci saremmo potuti fermare al dado perché piace tanto, ma visto che ho la passione per la cucina (ereditata da mio papà e da mio nonno), ho scelto di spaziare su altri prodotti per tenermi in movimento. I due essiccator­i, del resto, funzionano di norma 10 mesi l’anno». Il momento di tregua – «ne abbiamo approfitta­to per cercare il terreno» – è quello dei mesi di gennaio e febbraio. «Finiti i crackers, ci prendiamo una pausa fino ai fiori: i primi che raccogliam­o sono le primule». Per il futuro c’è in cantiere anche una composta di cipolle della Valle di Muggio. «Attualment­e abbiamo quella di Tropea – conclude Chiara –. Quest’anno voglio provare a farla con le nostre cipolle».

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TI-PRESS/ELIA BIANCHI Livio e Chiara nel loro laboratori­o di Morbio Superiore
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TI-PRESS/E. BIANCHI Il motto dell'attività

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