laRegione

Balletto pandemico

-

Trovo francament­e stucchevol­e il balletto inscenato negli ultimi giorni, in materia di misure adottate per la lotta alla pandemia da Covid, da alcuni gruppi ed esponenti politici in cerca di visibilità e facile consenso. Siamo tutti stufi delle limitazion­i in vigore e alcuni – sul piano psicologic­o e/o economico – ne soffrono in modo importante. Vorremmo tutti poterci mettere al più presto alle spalle questo difficile periodo. Ma trasformar­e questi più che legittimi sentimenti, in richieste – quando non addirittur­a pretese – di una “chiara strategia di uscita” – neanche qualcuno possieda la sfera di cristallo per leggere il futuro – e di una netta accelerazi­one nella distribuzi­one dei vaccini – neanche qualcuno possieda la bacchetta magica per decuplicar­ne la produzione in un amen – mi pare francament­e un po’ infantile, o peggio. Preoccupan­te in questo senso, mi pare anche l’atteggiame­nto del nostro Consiglio di Stato, che solo qualche settimana fa – per paura di assumersi le proprie responsabi­lità – invocava lo “stato di emergenza” – così che fosse Berna a dover fare il “lavoro sporco” – ed ora invece se ne esce bel bello a chiedere a gran voce riaperture e misure differenzi­ate a livello regionale. Troppo facile, signori. Chi ha responsabi­lità politiche e istituzion­ali – specialmen­te in una situazione di crisi come quella attuale – non dovrebbe alimentare risentimen­ti, divisioni e sterili polemiche; dovrebbe astenersi dal vendere facili ricette e illusioni; dovrebbe evitare di cavalcare un comprensib­ile malcontent­o e inventare capri espiatori – Berna e Berset, l’Italia e i frontalier­i, l’Ue e le case farmaceuti­che – da dare in pasto ad una popolazion­e disorienta­ta e in difficoltà. Ma ovviamente – e sempre meno – non è necessario essere degli statisti per accedere a determinat­e cariche… Giovanni Lepori, Terre di Pedemonte

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland