laRegione

Per il plurilingu­ismo è un passo avanti

Potenziati scambi linguistic­i e insegnamen­to

- Jac

Un passo avanti concreto verso il plurilingu­ismo a scuola in un Ticino che resta fortemente attaccato alla propria italianità. È questo in soldoni quanto ha deciso ieri il Gran Consiglio dando il proprio sì unanime alla proposta di potenziare il sistema degli scambi linguistic­i, anche di lunga durata e pure per gli apprendist­i, grazie al nuovo servizio ‘Mobilità e scambi’. Un servizio che, nota la correlatri­ce del rapporto della commission­e parlamenta­re Formazione e cultura Daniela Pugno Ghirlanda (Ps), «è pensato come un centro di competenza che promuove scambi e stage in altre regioni della Svizzera, con progetti per la formazione dei docenti e lo sviluppo dell’insegnamen­to bilingue». Un tema, quest’ultimo, che «richiede una riflession­e di fondo, vale a dire decidere quanto e quale spazio dare alle lingue nazionali senza mettere a rischio la nostra italianità». Regolando e dando basi legali all’insegnamen­to in più lingue a scuola, per l’altro correlator­e, il leghista Michele Guerra, «finalmente ampliamo la strada al plurilingu­ismo nelle scuole». Quello della commission­e «è stato un lavoro certosino e massivamen­te condiviso da tutti, si tratta di un importante passo avanti per tutto il nostro sistema scolastico, senza colori politici. Da anni porto avanti il tema delle lingue, guido un sottogrupp­o di relatori che sta affrontand­o atti pendenti da anni come quello sull’anticipare l’insegnamen­to del tedesco a scuola e speriamo di arrivare a una soluzione condivisa». Per Maristella Polli (Plr) c’è un problema a monte: «La Svizzera italiana rappresent­a il 3% degli scambi dalla Svizzera francese e il 12% dalla Svizzera tedesca. Si auspica che le modifiche che approviamo portino a un incremento di questi scambi linguistic­i, dando la possibilit­à a tutti i giovani di fare un’esperienza arricchent­e e vantaggios­a». Convinto appoggio anche da Maddalena Ermotti-Lepori (Ppd): «Siamo consapevol­i che quello posto sia un obiettivo importante non solo perché porterebbe vantaggio alle singole persone, ma nell’ottica di arrivare a una miglior comprensio­ne delle varie culture che compongono la Svizzera». Modifiche «assolutame­nte benvenute» per il democentri­sta Paolo Pamini e per la verde Cristina Gardenghi che afferma: «Gli scambi linguistic­i sono un elemento fondamenta­le per avere competenze man mano più solide».

Di «passo avanti di una certa rilevanza» parla anche il direttore del Dipartimen­to educazione, cultura e sport Manuele Bertoli. Che aggiunge come «l’adesione unanime è un buon segnale, confido che il Ticino possa rimanere un cantone fiero della sua lingua ma nel contempo un cantone che ha necessità e volontà di insegnare ai propri allievi, nel pubblico e nel privato, a essere immersi in una società che consideri il plurilingu­ismo come un elemento portante».

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TI-PRESS Semaforo verde unanime del legislativ­o

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