‘Menzognera la versione dell’accoltellatore’: 6 anni
Colpevole di tentato omicidio intenzionale
Si è concluso con una condanna a 6 anni di carcere e 10 anni di espulsione dalla Svizzera il processo nei confronti del 38enne iracheno che accoltellò in pieno giorno un suo connazionale 36enne lo scorso 20 luglio ai posteggi del supermercato Aldi di Pregassona. «L’imputato è apparso confuso su tutta la dinamica. Inoltre, le tracce di sangue erano copiose e secondo la ricostruzione della Corte la ferita inferta alla vittima al collo dall’autore con un coltellino apri pacchi, nelle vicinanze della carotide, è avvenuta prima, mentre i due protagonisti erano ancora in piedi» – ha evidenziato ieri il giudice Amos Pagnamenta, presidente della Corte, durante la lettura della sentenza, mettendo in luce le incongruenze dell’imputato. Che martedì in aula ha sostenuto che l’accoltellamento è avvenuto una volta a terra, mentre la vittima lo sovrastava, lasciando intendere un atto di autodifesa. Nulla di più falso, secondo i giudici. «I video diffusisi sui social network delle fasi conclusive della lite mostrano incongruenze nel racconto dell’accoltellamento da parte dell’imputato. Egli non è credibile, le dichiarazioni sono sprovviste di logica, ha mentito. Palesi, inoltre, le modifiche continue di versione» – ha sottolineato il giudice Pagnamenta. Credibile invece è risultata la vittima: «La sua versione ha trovato oggettivi riscontri». L’atto d’accusa è stato integralmente confermato. Il 38enne è stato riconosciuto colpevole di tentato omicidio intenzionale per dolo eventuale. Secondo la Corte, il 38enne ha voluto sfigurare il volto della vittima, «ma la ferita al collo è stata grave e solo per circostanze fortuite si è sfiorata la tragedia. Il 38enne non ha esitato a mettere a repentaglio la vita del connazionale. Per motivi incomprensibili: la gelosia verso i figli o verso la moglie. Ha agito in modo vigliacco, tenendo nascosta l’arma e usando spregiudicatezza verso il suo ex amico». Secondo i giudici, l’autore era in grado di riconoscere l’illegalità dei suoi atti e possiede una predisposizione a delinquere. «Ha mentito, ha cambiato versione, si è mostrato reticente e non ha mai mostrato particolare pentimento. Lui stesso è parso sentirsi la vittima». Per la Corte, nessun dubbio: il 38enne «ha tentato di uccidere il suo connazionale».
La difesa non esclude il ricorso in Appello
Martedì il pp Roberto Ruggeri aveva proposto 6 anni e mezzo di carcere e l’espulsione dalla Svizzera per 10 anni nei confronti del 38enne. La difesa, rappresentata dall’avvocato Niccolò Giovanettina, si era invece battuta per una pena massima di 12 mesi, sostenendo come il reato fosse quello di lesioni semplici qualificate. Ieri il legale non ha escluso di ricorrere in Appello contro la sentenza.