Legislatura senza scossoni a Chiasso
Quello vissuto da Chiasso è stato un lustro senza particolari scossoni. Il Municipio scelto dai cittadini nel 2016 ha portato avanti la sua attività senza cambiare le persone. E gli uscenti – Bruno Arrigoni e Sonia Colombo-Regazzoni del Plr, Roberta Pantani della Lega, Davide Dosi di Us-I Verdi e Davide Lurati del Ppd – si ripresentano ai blocchi di partenza con l’obiettivo dichiarato di confermare la loro presenza nelle stanze dell’esecutivo. Poco, o nulla, è cambiato rispetto alla presentazione delle liste di un anno fa: non sono cambiate le persone e nemmeno gli obiettivi, con il gruppo Lega-Udc pronto al raddoppio e al sindacato. Cinque anni fa, quando la poltrona di sindaco era stata lasciata vacante da Moreno Colombo, l’assalto non era riuscito. Il Plr si era compattato, riuscendo a confermare la sua maggioranza. Cosa succederà tra un paio di mesi saranno i cittadini a deciderlo. Cittadini che nell’ultimo anno, a Chiasso come purtroppo nel resto del mondo, si sono dovuti confrontare con quel nemico invisibile – il Covid-19 – che dopo aver presentato il conto in ambito sanitario, si farà inevitabilmente sentire a livello economico.
Il nodo delle finanze
Dopo il naturale periodo di assestamento – dettato dall’entrata in Municipio di tre nuove persone – il principale compito dell’esecutivo guidato per la prima legislatura da Bruno Arrigoni è stato quello di controllare una situazione finanziaria sempre più preoccupante, culminata nel 2017 con l’aumento del moltiplicatore d’imposta (dall’87 al 90 per cento). Aliquota che, senza il Covid, sarebbe verosimilmente già stata ritoccata verso il basso. Un atteggiamento sicuramente comprensibile da un lato – senza soldi non si investe – ma decisamente meno dall’altro. L’impressione è che Chiasso si sia accontentata di lavorare con quanto aveva a disposizione, perdendo slancio e arenandosi sul posto. Un atteggiamento che, a livello politico, non tutti hanno apprezzato. Tenendo sempre presente che il conto del Covid-19 si sentirà nei prossimi anni, l’esercizio per ora sembra essere raggiunto. Prova ne è che il preventivo 2021 stima un disavanzo “contenuto”, così lo ha definito il sindaco, di 189mila franchi. Per arrivare a questo risultato, il Municipio si è servito della consulenza esterna della IQ Center, chiamata a individuare misure di risparmio e a fornire una valutazione a 360 gradi dell’amministrazione e del Comune. Grazie a questo lavoro, ogni dicastero ha fissato obiettivi qualitativi e quantitativi. La più volte citata pandemia rischia di compromettere questo lavoro, toccherà al nuovo Municipio applicare ancora una volta un rigido controllo delle finanze, senza però perdere ulteriore slancio e ulteriori treni. E non solo quelli internazionali (leggasi gli Eurocity e gli Intercity sempre più lontani dalla cittadina di confine).
Tanti obiettivi a lungo termine Cinque anni fa il sindaco Bruno Arrigoni lo aveva detto: quella che ci stiamo per lasciare alle spalle sarebbe stata una legislatura per pianificare la Chiasso del futuro. E di progetti non ne sono mancati, anche se i tempi tecnici e della politica non sempre (praticamente mai) seguono la volontà degli amministratori comunali. Importanti passi in avanti sono stati per esempio effettuati per la Scuola di moda che nascerà nel comparto ferroviario, per l’area di svago gestita dal Comune Gleis 4 alla Piccola Velocità, così come sono state aperte le discussioni – anche a livello transfrontaliero, fatto non scontato – per lo spostamento dell’ultimo tratto dell’autostrada A2 sotto in una galleria sotto la collina del Penz. Di obiettivi a lungo termine, insomma, non ne mancano. Altri sono stati raggiunti, come il miglioramento generale della sicurezza. Fatta eccezione per qualche episodio puntuale, il nome di Chiasso è praticamente sparito dalle pagine della cronaca nera e anche il quartiere di via Odescalchi – teatro nel novembre 2015 di un delitto – è rifiorito grazie alla collaborazione tra pubblico e privato. Altri sono per contro falliti come la volontà di cedere la gestione dello stadio Riva IV all’Fc Chiasso.
Sarà il triennio della ripartenza?
Sono in molti a chiederselo. Forse ancora di più ad auspicarlo. Quella che inizierà tra un paio di mesi dovrà per forza essere la legislatura del rilancio. Detto dei progetti a lungo termine, il Municipio ha di recente presentato le prossime tappe della riqualifica che andrà a migliorare la città. Dopo il comparto Odescalchi e la via Soldini, toccherà alla via Franscini e agli interventi provvisori che interesseranno Corso San Gottardo, Largo Kennedy e via Verdi. Restando nell’ambito della riqualifiche, resta ancora in sospeso il rilancio del centro Ovale, la struttura nata come centro commerciale e oggi (dal dicembre 2019) riconvertita per ospitare uffici e negozi al pian terreno. Un aiuto alla ripartenza di Chiasso arriverà con ogni probabilità dalle iniziative private in corso. Negli anni scorsi pubblico e privato sono spesso andati a braccetto. Gli ultimi progetti in ordine di tempo sono la demolizione dell’ex Fernet Branca, che farà spazio a un complesso amministrativo, e il centro direzionale per le start up immaginato alla Ex Trecor.
Aggregazione ferma al palo
Un altro capitolo che non ha avuto sviluppi è il progetto aggregativo della parte bassa del Distretto tanto auspicato da Chiasso, al punto da essere stato inserito nei programmi di tutti i partiti. Arrigoni non perde occasione per lanciare la palla, ma dai Comuni vicini nessuno coglie l’assist. Un primo punto di partenza per sbloccare la situazione sarebbe capire perché nessuno vuole unirsi a Chiasso, preferendo lo scenario cantonale di un’aggregazione di tutto il distretto. Una questione di persone? Di mentalità? Di idee? Di scarsa attrattiva? Domande che restano in sospeso e che potrebbero trovare una risposta dopo il rinnovo dei poteri comunali, anche se sembra assodato che, senza una spinta dal basso, la situazione attuale difficilmente muterà. Alla luce dei fatti, la via scelta sembra essere quella della collaborazione e dei progetti intercomunali. Recenti esempi si sono visti con la partecipazione dei Comuni vicini – con 200mila franchi ciascuno – alla riqualifica del Palapenz e con la creazione dell’Ente regionale per lo sport Mendrisiotto e Basso Ceresio. Che sia questa, in attesa di nuove indicazioni cantonali, la via da seguire anche per il futuro prossimo?