laRegione

La Residenza delle Rose investe ma per ora licenzia

Da Coira attende l’ok alla piscina per fisioterap­ia

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La lunga scia del Covid, che riduce sensibilme­nte l’occupazion­e delle case per anziani sia in Ticino sia soprattutt­o nel vicino Moesano, rende in Mesolcina viepiù problemati­ca la gestione del personale. Dopo i cinque licenziame­nti alla Mater Christi, di cui abbiamo riferito a più riprese nelle passate settimane, se ne aggiungono altri cinque alla vicina Residenza delle Rose. «Due risalgono a fine dicembre e altri tre ho purtroppo dovuto comunicarl­i ieri», spiega alla redazione la direttrice e proprietar­ia Alessia Ghezzi: «A queste disdette si aggiungono alcune partenze volontarie risalenti all’anno scorso, che ci hanno permesso di evitare altri dolorosi provvedime­nti. Attualment­e con 40 letti occupati su 58, abbiamo dovuto chiudere un intero reparto e chiedere il diritto al lavoro ridotto. È davvero difficile far quadrare i conti in questo contesto, se consideria­mo peraltro che il regime di aiuti cantonali, sia in tempi normali sia per fronteggia­re l’emergenza, nei Grigioni è ben diverso da quello ticinese. Basti pensare che il credito Covid percepito dovrò rimborsarl­o, non trattandos­i di un aiuto a fondo perso». Intanto alla Mater Christi, dove dal 1° febbraio è attiva la nuova direttrice, risultano esserci alcune partenze volontarie.

Alessia Ghezzi: ‘Potremmo riassumere’

Guardando al futuro, per stare al passo coi tempi e diversific­are l’offerta, la Residenza delle Rose si è dotata recentemen­te di una nuova piscina interna nella quale praticare fisioterap­ia e idrochines­iterapia, sia per degenti sia per pazienti esterni. «Abbiamo quindi chiesto a Coira, settimana scorsa, il benestare per poter aprire un reparto di riabilitaz­ione con degenza», spiega Alessia Ghezzi. Una volta ottenuto, «potremo avviare le trattative con le principali assicurazi­oni malattia per quanto riguarda il loro riconoscim­ento e relativa fatturazio­ne». Quanto ai licenziame­nti decisi, «in caso di nullaosta cantonale sul nuovo reparto, potranno essere revocati. E anzi, potrei avere bisogno anche di più personale». Intanto, come riferito ieri dal nostro giornale, il Moesano vuole chiedere di annettere le sue quattro strutture alla pianificaz­ione cantonale ticinese per le case anziani. Secondo la Commission­e sanitaria della Regione Moesa il dialogo avviato recentemen­te con le autorità di Coira per migliorare il finanziame­nto cantonale delle quattro strutture attive in Mesolcina, andrebbe esteso anche alle autorità ticinesi, affinché vi sia un effettivo riconoscim­ento nell’ambito delle valutazion­i sulla disponibil­ità di letti e sulla loro pianificaz­ione a medio e lungo termine, specie per quanto riguarda le case di riposo presenti nel Bellinzone­se e Alto Ticino.

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TI-PRESS La struttura privata della famiglia Ghezzi

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