laRegione

Meno prestazion­i sociali malgrado la pandemia

Per Giorgio Soldini le richieste aumenteran­no una volta finiti gli aiuti federali e cantonali

- di Fabio Barenco

Per Giorgio Soldini, a capo del Dicastero Servizi sociali, le richieste potrebbero aumentare una volta esauriti gli aiuti cantonali e federali. Anche perché i disagi psicologic­i sono cresciuti.

A causa della pandemia la nostra società è tuttora confrontat­a con problemati­che a livello sociale, economico e psicologic­o che ovviamente non potevano essere previste. Ciò ha quindi generato difficoltà sia alla popolazion­e alla quale le autorità hanno imposto determinat­e regole, sia allo Stato chiamato a gestire la delicata situazione. E questo succede praticamen­te in tutto il mondo, anche nel Comune di Bellinzona. Curiosamen­te, le domande di assistenza da parte di persone bisognose l’anno scorso sono calate, ma evidenteme­nte i numeri non dicono tutto: «La diminuzion­e della richiesta di prestazion­i si può spiegare con il fatto che sono state adottate misure a livello federale e cantonale in soccorso alle persone in difficoltà», spiega a ‘laRegione’ Giorgio Soldini, municipale di Bellinzona a capo del Dicastero Servizi sociali. Quando però questi aiuti finiranno, allora saranno proprio i Comuni a doversi prendere a carico tutte le persone in difficoltà, come del resto facevano già prima della pandemia. E in futuro ci si aspetta dunque un aumento delle richieste di sostegno.

Giorgio Soldini, a causa della pandemia è stato riscontrat­o un aumento delle persone in difficoltà a Bellinzona?

Le richieste di prestazion­i Laps [come sussidi di cassa malati, assegni familiari e di prima infanzia e, come ultima risorsa, l’assistenza sociale, ndr] non sono per ora aumentate. Questo si spiega da un lato con il fatto che le misure adottate tempestiva­mente dalla Confederaz­ione e dal Cantone, al momento, sono efficaci. A tal proposito penso in particolar­e alle indennità per il lavoro ridotto, all’Ipg Corona per indipenden­ti, alla nuova prestazion­e ponte Covid e alla sospension­e delle procedure esecutive. A ciò va poi aggiunto che una persona, prima di poter accedere agli aiuti sociali deve attingere ai propri risparmi. Qui parliamo però degli aiuti prettament­e economici, che non rispecchia­no il quadro generale. Infatti gli altri servizi sociali segnalano una crescente fragilizza­zione dell’utenza e un aumento delle situazioni di difficoltà personali e familiari che possono anche sfociare in problemi di natura psichiatri­ca, nella dipendenza da sostanze e così via.

Vi sono categorie di persone più toccate rispetto ad altre?

Sicurament­e si notano difficoltà in ambito giovanile. Recentemen­te Pro Senectute ha infatti segnalato un aumento di casi che necessitan­o seguito terapeutic­o e preoccupaz­ioni legate alla restrizion­e della vita sociale nonché alla paura di non trovare nuovi amici, la scelta della carriera (alcuni apprendist­i non possono, ad esempio, effettuare taluni stage, oppure li possono svolgere solo virtualmen­te), come pure l’aumento di casi di suicidio. Queste problemati­che sono state riscontrat­e, anche se solo parzialmen­te, pure dai nostri servizi. Dobbiamo quindi chinarci sulle difficoltà riscontrat­e dai giovani, ma non solo: vi sono infatti anche adulti e anziani che ora manifestan­o una sofferenza maggiore rispetto al passato. Tuttavia la pandemia ha anche generato aspetti positivi per i giovani, come l’acquisizio­ne di nuove competenze, il rafforzame­nto della capacità di affrontare le difficoltà e la solidariet­à con i più vulnerabil­i. In generale abbiamo notato che le persone si aiutano molto tra di loro.

Recentemen­te vi è stata una rissa a Giubiasco che ha portato all’arresto di sei ragazzi. Si tratta di una dimostrazi­one del disagio giovanile?

Penso che in questo periodo si ponga molto l’attenzione su questo tipo di situazioni in relazione alla pandemia, ma non si può dire che non siano mai esistite in passato.

Quante sono state le domande di assistenza nel 2020?

Il numero di nuove domande Laps (che non comprende i rinnovi delle prestazion­i assistenzi­ali già in essere) è evoluto in modo diverso da quanto ci si poteva aspettare. Dal 2018 al 2019 sono aumentate da 638 a 698, mentre l’anno scorso abbiamo ricevuto 620 nuove richieste. Anche l’erogazione di prestazion­i assistenzi­ali segue questo trend, vale a dire una leggera diminuzion­e nel 2020, probabilme­nte riconducib­ile in particolar­e alla sospension­e temporanea delle procedure esecutive. Concretame­nte, nel 2018 hanno potuto beneficiar­e di queste prestazion­i 811 famiglie (pari a 1’303 persone), nel 2019 847 famiglie (1’336 persone), mentre nel 2020 814 famiglie per un totale di 1’296 persone.

Concretame­nte, quali aiuti sono stati messi a disposizio­ne dalla Città per sostenere le persone in difficoltà?

Siamo intervenut­i in più modi e tempestiva­mente. Già nel mese di marzo dell’anno scorso, ad esempio, il Municipio ha stanziato un credito di un milione di franchi per supportare mediante prestiti a interessi zero le aziende con sede a Bellinzona e in difficoltà finanziari­a (finora abbiamo concesso prestiti per un ammontare di 256’000 franchi). Sono poi stati azzerati, per un massimo di due mesi, gli affitti per i commerci inquilini di stabili cittadini che pagano l’affitto al Comune ed è stato accordato l’esonero, sempre per due mesi, del pagamento della tassa di utilizzo del suolo pubblico. Ricordo poi che, in occasione del primo lockdown, Bellinzona è stato uno dei primi Comuni a organizzar­e il servizio di spesa a domicilio per gli anziani. In 1’800 casi abbiamo così garantito la spesa a chi non poteva o non voleva uscire di casa. Restano inoltre attive le possibilit­à di supporto finanziari­o tramite il fondo comunale (maggior assunzione di spese funerarie per cittadini indigenti) e la Fondazione Carenini che supporta persone in difficoltà economiche. In generale, il servizio sociale comunale è sempre a disposizio­ne per prestare aiuti di varia natura a persone domiciliat­e a Bellinzona. Sempre in questo contesto, in futuro è poi prevista l’introduzio­ne di un operatore di prossimità per fronteggia­re le crescenti criticità sul territorio cittadino: abbiamo appena pubblicato il concorso e l’avvio dell’attività avverrà tra qualche mese.

In questo contesto collaborat­e anche con associazio­ni e organizzaz­ioni non pubbliche?

Certo, e con alcune vi è anche una collaboraz­ione molto stretta. Infatti, l’ambito sociale si muove e opera (o cerca di farlo) sempre prevalente­mente in base al lavoro di rete. La collaboraz­ione con altre entità attive sul territorio è quindi sempre intensa, soprattutt­o in questi momenti particolar­i. Già prima della pandemia erano presenti associazio­ni (come Pro Senectute, Pro Juventute, Pro Infirmis o l’Associazio­ne bellinzone­se per l’assistenza e cura a domicilio) che si occupavano ad esempio di ricollocam­ento o di altri aspetti problemati­ci.

Vi è preoccupaz­ione per l’impatto a livello finanziari­o di questi aiuti?

Gli effetti della pandemia sull’economia in generale e di conseguenz­a sulle finanze comunali non possono non preoccupar­e. Se poi si aggiungono le decisioni non controllab­ili perché provenient­i dall’autorità cantonale (come la nuova prestazion­e ponte Covid) che si ripercuoto­no percentual­mente sui conti cittadini, il quadro della situazione non è del tutto roseo. Non va poi dimenticat­o che le prestazion­i a carico dei Comuni comportano anche un aumento del lavoro amministra­tivo: si tratta di un onere supplement­are non indifferen­te. Per riuscire a comprender­e quale impatto avrà esattament­e la pandemia sui conti della Città bisognerà innanzitut­to capire quanto durerà questa situazione di emergenza.

Quali sono dunque le prospettiv­e per il futuro?

Sicurament­e ci sarà da attendersi un importante aumento delle sollecitaz­ioni in ambito sociale, sia a livello finanziari­o (in particolar­e prestazion­i Laps una volta terminate le misure legate alla disoccupaz­ione: uno studio svizzero ha ipotizzato un aumento del 20%), sia a livello di supporto di personale. Sarebbe una conseguenz­a logica della situazione economico-finanziari­a in cui ci troviamo. È però ancora troppo presto per definire esattament­e come ci muoveremo.

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TI-PRESS I numeri non sempre rispecchia­no totalmente la realtà
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TI-PRESS A capo del Dicastero Servizi sociali

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