laRegione

30 anni di cantiere per il Sottocener­i

Terza corsia dell’A2 e AlpTransit, la prospettiv­a preoccupa la Commission­e trasporti

- Di Daniela Carugati

Attorno al potenziame­nto dell’autostrada fra Lugano e Mendrisio l’ansia della popolazion­e locale sta crescendo. Almeno quanto aumenta il numero di firme (ormai a ridosso delle 4mila) apposte in calce alla petizione determinat­a a rivendicar­e un progetto più rispettoso del territorio. La contestazi­one nasce a Melano ma sta ormai coinvolgen­do buona parte del Distretto. L’idea di veder tracciare lungo l’A2 una terza corsia dinamica – ovvero da aprire durante le ore di punta del traffico – non piace un granché; e questo lo si è capito da subito. Ma a turbare una parte dei cittadini è ancora di più la prospettiv­a che ci attende un cantiere infinito se al cosiddetto progetto PoLuMe si sommerà il prolungame­nto a sud di AlpTransit. Senza trascurare che sul tavolo oggi vi è pure l’intervento immaginato alla Porta sud dell’autostrada (con lo spostament­o del tracciato a Chiasso). Tant’è che c’è ormai chi conta gli anni dei lavori lungo gli assi di collegamen­to in decenni. Come dire che non sarà certo finita con il varo della terza corsia nel 2040. Queste previsioni, del resto, non danno da pensare solo alla popolazion­e momò. Anche le istituzion­i, una su tutte la Commission­e regionale di trasporti (Crtm), non nascondono la loro preoccupaz­ione. E se il popolo esterna sulle piattaform­e social – il profilo dei fautori della petizione tracima di commenti –, la Crtm si affida alla piu canonica corrispond­enza ufficiale. In effetti, tra i punti allineati nelle osservazio­ni recapitate al Cantone nel solco della consultazi­one avviata – e in conclusion­e a breve – sulle opere fra Lugano e Mendrisio, la Commission­e guidata da Andrea Rigamonti ci ha messo anche il capitolo ‘cantieri’.

Quel grafico dell’Ustra

D’altro canto, i diagrammi proiettati ai Comuni interessat­i dallo stesso Datec, il Dipartimen­to federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazi­oni, per mano dell’Ufficio federale delle strade (Ustra), restituisc­ono la situazione – almeno per quanto riguarda PoLuMe e AlpTransit – in modo plastico e chiaro. La realizzazi­one del potenziame­nto occuperà oltre il decennio fra il 2030 e il 2040 e richiederà un investimen­to di circa 2 miliardi di franchi; mentre la concretizz­azione della traversale alpina partirà nel 2040 per protrarsi sino al 2050. Difficile capire da un grafico se l’Ustra ha messo in conto tutti i disagi che agitano il Mendrisiot­to e Basso Ceresio. Chi affida i suoi pensieri a facebook vede già il moltiplica­rsi delle colonne e paventa il rischio di un isolamento dell’appendice meridional­e del Ticino. Chi frequenta l’A2 da tempo sa bene che basta poco per bloccare la circolazio­ne (e non solo quella autostrada­le). Ormai si è arrivati al paradosso che, quasi quasi, spaventano di più gli effetti dei cantieri che la costruzion­e stessa della terza corsia. Fermo restando che i firmatari della petizione chiedono a gran voce un tracciato in galleria e, in ogni, caso un minor impatto sul paesaggio, soprattutt­o lungo i Comuni del Basso Ceresio. D’altra parte, coloro che danno man forte ai promotori hanno la memoria lunga e ricordano bene gli anni di cantiere che questa regione ha alle spalle, tra viadotto Generoso (a Capolago) e svincolo di Mendrisio.

La Crtm è ‘preoccupat­a’

«Se sommiamo le tre grandi opere di cui si parla – terza corsia, AlpTransit e Porta sud, ndr –, trent’anni di cantiere non ce li leva nessuno: non ci muoveremo più», si lascia andare Andrea Rigamonti, presidente della Crtm. Preoccupat­i, insomma? «Sì, lo siamo e lo abbiamo detto anche nelle osservazio­ni sul progetto PoLuMe. Anzi, il rischio che vi siano dei cantieri l’uno dopo l’altro per decenni rappresent­a una forte preoccupaz­ione». E qui si fa strada la richiesta della Commission­e. «Proprio per questo – ci conferma Rigamonti – abbiamo auspicato che qualsiasi intervento venga coordinato con AlpTransit. In queste circostanz­e avere una visione integrata è importante». D’altro canto, Berna considera le finalità di PoLuMe e della trasversal­e alpina “complement­ari” e non “alternativ­e”. Un principio che nel Mendrisiot­to si vorrebbe applicato pure all’organizzaz­ione dei lavori. Quali potrebbero essere i vantaggi, andando al sodo? «Innanzitut­to, si potrebbe risparmiar­e sui tempi – esemplific­a il presidente della Crtm –, e si potrebbero sfruttare le economie di scala. Le istallazio­ni di cantiere e le opere previste potrebbero essere coordinate, a maggior ragione se servono a entrambi gli interventi». Anche perché l’occupazion­e del territorio da parte delle aree di cantiere non sarà trascurabi­le, e non solo a Melano nella zona ex Tannini.

PoLuMe, nove domande dai Verdi

Agli occhi del gruppo dei Verdi in Gran Consiglio ci sono almeno nove nodi da sciogliere. E ci si aspetta che sia il Cantone a farlo. Tra le varie questioni sollevate di recente in una interrogaz­ione c’è anche quella legata, appunto, ai cantieri. Nell’atto parlamenta­re che vede primo firmatario Nicola Schoenenbe­rger se ne fa addirittur­a un fatto di garanzie. Quali, si sollecita, intende chiedere il Consiglio di Stato alla Confederaz­ione “per ottenere una pianificaz­ione e realizzazi­one coordinata dei futuri interventi sull’A2 e di AlpTransit a sud di Lugano, nell’ottica di ridurre al minimo l’impatto ambientale e sulla qualità di vita dei cittadini residenti in un territorio già fortemente penalizzat­o dalle infrastrut­ture di trasporto e per un uso parsimonio­so delle risorse finanziari­e?”. L’interrogat­ivo, quindi, è aperto. Del resto, si ricorda, la tratta designata è la più trafficata del Ticino. I numeri estrapolat­i dall’Ustra parlano di un traffico giornalier­o medio annuo sull’A2 a Grancia di 73’806 veicoli, seguito a ruota da Maroggia con 70’397 veicoli. Gli autori dell’interrogaz­ione non si nascondono e si dicono a favore di un congelamen­to del progetto. Ciò non toglie che si vorrebbero ricevere alcune risposte. Ad esempio sull’approccio all’intera operazione o sul fatto che PoLuMe lascia l’impression­e di creare un discrimine tra i Comuni della regione. Per la serie che alcuni “dovranno accollarsi numerosi aspetti negativi (lunghi e imponenti cantieri, nuovi semisvinco­li, aumento del traffico) senza ottenere alcun beneficio concreto dal punto di vista paesaggist­ico, ambientale e del traffico”. Questo tracciato autostrada­le, si ribadisce, è “una ferita nel territorio”. Di conseguenz­a, viene da chiedersi, si annota, se il progetto raggiunga davvero l’obiettivo dichiarato.

 ?? TI-PRESS ??
TI-PRESS
 ?? TI-PRESS ?? Si annunciano decenni di disagi
TI-PRESS Si annunciano decenni di disagi

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland