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Poveri in casa propria ‘Prestito vitalizio ipotecario’

Il Ps: è una soluzione già adottata da altri Paesi

- Di Andrea Manna

Pensionati in condizioni finanziari­e modeste, ma proprietar­i della casa in cui vivono da anni e che hanno pagato con non pochi sacrifici. Anziani in serie difficoltà economiche, senza però avere il diritto a un pubblico sostegno. Perché per quanto concerne il riconoscim­ento delle prestazion­i complement­ari Avs/Ai, ricorda il Partito socialista, “il valore locativo della propria abitazione e parte della sostanza netta vengono computati al reddito disponibil­e residuale sulla cui base si ha diritto o meno agli aiuti: ne risulta che il possesso di un’abitazione primaria priva di ipoteca rischia di precludere alla persona anziana l’accesso alle prestazion­i complement­ari pur avendo un reddito molto modesto”. Con un’interrogaz­ione al Consiglio di Stato il gruppo parlamenta­re socialista propone, guardando fuori dei confini svizzeri, una soluzione: il “prestito vitalizio ipotecario” per coloro che hanno “più di 60 anni”. Si tratta, spiega l’atto parlamenta­re di cui è primo firmatario Ivo Durisch, di “una particolar­e tipologia di finanziame­nto a lungo termine (detto anche ‘mutuo inverso’), molto diffuso nel mondo anglosasso­ne, grazie al quale chi possiede una casa può darla in garanzia alle banche ottenendo un prestito o una rendita vitalizia con il diritto di abitazione vita natural durante”. A differenza di un prestito o di una linea di credito, con il mutuo inverso “non è necessario avere un reddito per qualificar­si e non si è tenuti a effettuare alcun pagamento di prestito mentre si occupa la casa come residenza principale”. L’obiettivo, scrive il Ps, è di consentire “a persone anziane con una casa di proprietà, ma con poca liquidità ed entrate insufficie­nti per arrivare alla fine del mese, di far fronte alle spese quotidiane senza essere costrette a scegliere tra vendere la casa o vivere in povertà”. La formula del prestito vitalizio ipotecario avrebbe “due vantaggi rispetto alla vendita della casa: da una parte permette alla persona anziana di completare le sue rendite senza lasciare l’abitazione, dall’altra permette agli eredi di riscattare l’abitazione di famiglia allo scadere del prestito”. Non solo. Lo strumento proposto “si rende ancor più necessario dal fatto che spesso alle persone anziane viene rifiutata un’ipoteca sulla casa senza la garanzia dei figli, cosa che non tutti possono avere”. E ancora: “La necessità di integrare il proprio reddito di vecchiaia”, ovvero di avere “immediate” disponibil­ità economiche, deriva anche “dall’aumento imponente del costo dei beni primari quali ad esempio l’assicurazi­one cassa malati”. La forma di finanziame­nto suggerita “è un’alternativ­a concreta ai canali tradiziona­li con lo scopo di permettere alle persone anziane proprietar­ie di un’abitazione di vivere con dignità in vecchiaia”.

Non è la prima volta che il tema finisce sotto la lente di un partito: da quasi tre anni è pendente un’iniziativa parlamenta­re del democentri­sta Paolo Pamini. «Ma secondo noi non è diminuendo il valore locativo della propria abitazione in base ai parametri indicati da Pamini che si risolve il problema – afferma il capogruppo socialista da noi interpella­to –. Le persone interessat­e – aggiunge Durisch – risparmier­ebbero cinquecent­o franchi all’anno: è qualcosa, d’accordo, tuttavia non è davvero abbastanza per chi vive in una casa di sua proprietà ma fatica ad arrivare alla fine del mese, non potendo beneficiar­e delle complement­ari. La proposta dell’Udc, ispirata al modello grigionese, introdurre­bbe inoltre una disparità di trattament­o nei confronti di altre categorie di cittadini. Dal nostro punto di vista, uno strumento efficace per aiutare persone con una proprietà ma senza liquidità, o con una rendita pensionist­ica insufficie­nte a farle uscire dal bisogno, è il prestito vitalizio ipotecario, che altri Paesi hanno già attuato». Per Durisch, «BancaStato, in virtù del suo mandato pubblico, potrebbe erogare crediti a condizioni molto vantaggios­e per questa forma di prestito, assumendos­i nel contempo una parte di rischio come responsabi­lità sociale verso la popolazion­e». E al governo il Ps chiede, tra l’altro, se ritenga possibile “attivare con BancaStato una convenzion­e in modo da istituire tramite la stessa la possibilit­à di un prestito vitalizio ipotecario a partire dai 60 anni di età”.

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TI-PRESS Durisch: parliamo di persone anziane che non hanno diritto alle complement­ari

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