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Microonde nelle scuole, la concession­e del governo

La protesta dei liceali ha avuto un buon esito

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La presenza dei forni a microonde nelle sedi scolastich­e può ora essere organizzat­a direttamen­te dalle direzioni degli istituti. È quanto si legge nelle risposte date dal Consiglio di Stato all’interrogaz­ione presentata il 21 febbraio dai deputati comunisti al Gran Consiglio Lea Ferrari e Massimilia­no Ay intitolata ‘Dalla cantonaliz­zazione delle mescite alla protesta per i forni a microonde a scuola’. La questione era stata portata all’attenzione pubblica dalla protesta pacifica del comitato degli studenti del Liceo di Locarno andata in scena a fine gennaio. I giovani lamentavan­o lunghe file e assembrame­nti in pausa pranzo a causa dei pochi apparecchi a disposizio­ne per scaldare il pranzo portato da casa e contestava­no la decisione di mantenere lo status quo da parte dell’Ufficio della refezione scolastica.

CdS: ‘Per evitare la guerra dei fornetti’ Nel frattempo il Cantone ha dunque compiuto un passo verso le richieste degli studenti “per evitare la guerra dei fornetti”, lasciando a ogni sede la facoltà di gestire la questione. Nel farlo ha però formulato delle raccomanda­zioni, ovvero che gli apparecchi vengano usati “per bisogni particolar­i accertati (regimi alimentari particolar­i, necessità di carattere personale da condivider­e con la direzione ecc.)” e che il loro eventuale aumento sia circoscrit­to al “periodo pandemico attuale, senza farli diventare un’alternativ­a generalizz­ata alla ristorazio­ne pubblica, efficiente e organizzat­a”.

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A gennaio la manifestaz­ione per denunciare 'lunghe file e assembrame­nti in pausa pranzo'

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