laRegione

Divieto del burkini, Municipio contrario

Il preavviso sulla mozione D’Errico-Caldara

-

Divieto di burkini, il Municipio di Locarno risponde picche alla delicata mozione del 6 aprile 2017 presentata dal già consiglier­e comunale Aron D’Errico e in seguito ripresa da Omar Caldara e cofirmatar­i. Secondo l’esecutivo di Palazzo Marcacci, il costume da bagno indossato dalle donne di religione musulmana, legato a un’idea di pudore, consente alla donna che lo porta di sentirsi spesso comunque più libera di andare in spiaggia, cosa che altrimenti non farebbe o non potrebbe fare. Di parere opposto i mozionanti, che lo ritengono un “indumento ideologico fondamenta­lista, retrogrado e barbaro”.

Il Municipio ritiene inoltre di non disporre di ampi margini di manovra, in quanto all’ente comunale competono soltanto funzioni di polizia locale sulla base di disposizio­ni di leggi cantonali di polizia e ordine pubblico. “Ricordiamo che, a livello cantonale, si è legiferato per quanto riguarda la dissimulaz­ione del volto negli spazi pubblici, ciò che è altra cosa che l’indossare un indumento come nel presente caso. Non rappresent­ando con tutta evidenza un problema di ordine pubblico, un divieto dell’indumento burkini non rientra e non rientrereb­be anche in futuro nelle competenze del Comune. Dubitiamo d’altra parte che una simile regolament­azione, da adottare a livello cantonale, potrebbe essere conforme alle nostre costituzio­ni federale e cantonale”.

Sempre secondo il Municipio cittadino, “dubitiamo che possa prevalere un interesse pubblico rispetto alla libertà che deve essere garantita a ogni persona di poter scegliere l’abbigliame­nto che più le aggrada. Un divieto come quello richiesto dai mozionanti potrebbe anche non portare ad alcun migliorame­nto per quanto riguarda l’ordine e la sicurezza, ma piuttosto alimentare delle intolleran­ze e discrimina­zioni legate soltanto a chi non si conforma a vestirsi come la maggioranz­a della nostra popolazion­e. Se la preoccupaz­ione dei mozionanti è effettivam­ente quella di combattere la sottomissi­one della donna, a volte costretta anche a vestirsi in un certo modo, la problemati­ca non può essere risolta alla radice con un divieto d’indossare uno specifico tipo d’indumento. Non dimentichi­amoci che ci sono donne, non sottomesse a nessuno, che preferisco­no indossare degli indumenti meno succinti di quelli che la nostra società occidental­e veicola come più adatti per andare in spiaggia”. Alla luce di queste consideraz­ioni il Municipio invita il legislativ­o a respingere la mozione.

 ??  ?? Libertà di scelta
Libertà di scelta

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland