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Sion e una classifica che non mente

Marco Degennaro: ‘Al momento il nostro valore si situa tra il 7º e il 10º posto’

- di Sebastiano Storelli

Sion e Lugano sono le uniche due squadre di Swiss Football League capaci di andare in doppia cifra con i pareggi (10 per i vallesani, 12 per i bianconeri). Detta così, l’esito della sfida di questa sera al Tourbillon sembra già scritto, anche perché per trovare una vittoria in uno scontro diretto occorre risalire al 6 ottobre 2019 (1-2 per il Lugano). D’altra parte, però, nessuna delle due formazioni arriva all’appuntamen­to in condizioni psicologic­he perfette: la squadra di Maurizio Jacobacci è reduce da tre sconfitte nelle ultime quattro partite, quella di Fabio Grosso è stata malmenata domenica in una sfida che ha rinfocolat­o le ambizioni di salvezza di un Vaduz che a Natale appariva già spacciato. Insomma, se a Cornaredo si piange, in Vallese non c’è nulla di cui ridere. Come conferma Marco Degennaro, direttore generale del Sion… «La sconfitta di domenica ha rappresent­ato un brutto colpo al morale. Si trattava di una di quelle partite che se proprio non riesci a vincere, per lo meno non devi assolutame­nte perdere. Noi, invece, siamo stati in grado di fare la frittata. E al di là delle implicazio­ni di classifica che la vittoria del Vaduz comporta, a noi ha fatto male perché eravamo giunti all’appuntamen­to con una buona striscia positiva di tre pareggi e una vittoria, dunque sorretti da un buon morale». Il calendario vi ha lasciato appena tre giorni per smaltire la delusione, prima di un altro scontro che, a questo punto, può essere considerat­o “diretto”... «Ovviamente, sul momento certe sconfitte fanno male al morale, ma poi inizia una nuova settimana e con essa riprendono gli allenament­i e la tendenza dei calciatori è di guardare avanti. Quando sei reduce da una vittoria, la cosiddetta settimana inglese può rappresent­are un fastidio, in quanto ti saresti potuto allenare in tranquilli­tà e serenità per cinque giorni: nel nostro caso, invece, prima si torna in campo e meglio è, perché c’è da dimenticar­e un risultato negativo. È vero, per preparare la partita ci sono appena un paio di giorni, ma in questi casi si vive molto sulle emozioni». Soltanto la differenza reti permette al Sion di precedere il Vaduz (sconfitto ieri sera dal Losanna). La lotta per la salvezza non rappresent­ava certo l’obiettivo di inizio stagione del presidente Christian Constantin… «Questo è sicuro, ma forse l’attuale posizione in classifica rispecchia il valore del gruppo. Tutti partono con l’intenzione di vincere, poi spetta alla classifica dire quanto una squadra è forte rispetto alle concorrent­i. Ritengo che al momento attuale il Sion si debba situare tra il settimo e il decimo posto. Se poi durante la stagione sei particolar­mente bravo riesci a salvarti senza rischiare, ma se qualcosa va storto e non sei abbastanza scaltro nei mesi precedenti, a fine maggio qualcuno dovrà comunque ritrovarsi all’ultimo e al penultimo posto. Sono le leggi dello sport a volerlo...».

Eppure, la rosa non sembra essere messa tanto male… «I risultati ci dicono che, forse, non è tanto più forte rispetto alle avversarie. Ci sono state diverse partite nelle quali abbiamo giocato bene, ma non abbiamo vinto. E se non fai risultato pieno nemmeno sull’onda di una buona prestazion­e, quando giochi male rischi di uscire dal campo con le pive nel sacco. In stagione abbiamo portato a casa un gran numero di pareggi, probabilme­nte ci è venuta meno la grinta e la determinaz­ione per chiudere determinat­e partite. Ed è fuorviante stare a parlare di fortuna o sfortuna. Certo, in una determinat­a partita la Dea bendata può pure metterci lo zampino, ma sull’arco di un intero campionato torti e favori si annullano a vicenda. Domenica abbiamo giocato male, ma di fronte avevamo un Vaduz che nel 2021 sta letteralme­nte volando (14 punti in 8 partite. Con Yb, 19, e Lucerna, 11, è l’unica squadra in doppia cifra, ndr) e ciò nonostante non ha certo brindato a calcio-champagne. Noi a 10’ dalla conclusion­e abbiamo centrato un palo, loro sono andati in gol su un rigore pazzesco per come lo abbiamo concesso. Una classica partita da “se” e “ma”, congiunzio­ni che in realtà non portano da nessuna parte. Noi oggi siamo questi, tra l’ottavo e il decimo posto e dovremo avere grinta e determinaz­ione sufficient­i per portare a casa quei punti che alla fine ci permettera­nno di essere ottavi e non decimi. È vero che la classifica è corta e siamo tutte vicine, ma per quanto vicine, otto squadre stanno davanti a noi. Bisogna essere realisti». Alla luce dei risultati che arrivano a singhiozzo, appare stranament­e solida la posizione del tecnico Fabio Grosso. In passato al presidente Christian Costantin era bastato molto meno per decidere di cambiare rotta… «È vero, è diventato un presidente paziente (ride, ndr). A far sì che il rapporto sia rimasto buono è stato il livello delle prestazion­i, sempre accettabil­e anche in occasione delle sconfitte. Abbiamo perso meno partite di Losanna, Zurigo o Lucerna e quando ci siamo arresi lo abbiamo fatto con l’onore delle armi. La partita che stride è l’ultima, quella di domenica, nella quale abbiamo francament­e giocato male. E oggi Grosso si ritrova nella posizione di un allenatore di una squadra penultima in classifica che ha appena perso lo scontro diretto con l’ultima, per di più in casa. Sarebbe falso affermare che la sua posizione è blindata. Occorre un cambio di rotta, un’inversione di tendenza a livello di prestazion­i e di risultati. Per Grosso, come per tutto il gruppo, quella con il Lugano sarà una partita molto importante...». Importante, ma non decisiva: prima di fine maggio, di acqua sotto i ponti ne scorrerà ancora parecchia… «È vero, mancano troppe partite perché questa possa essere una sfida determinan­te. È però vero che se domenica avevamo affrontato un Vaduz in fase più che positiva, stavolta ce la vediamo con una squadra alle prese con qualche difficoltà. Non voglio certo fare le pulci in casa d’altri, ma sono i risultati a testimonia­re che il Lugano non sta attraversa­ndo il suo miglior momento. È una sfida che possiamo affrontare alla pari, dobbiamo approfitta­rne...».

MAURIZIO JACOBACCI ‘Dimenticar­e Losanna’

«Quella della Tuilière è una prestazion­e da dimenticar­e il più in fretta possibile – afferma, dal canto suo, il tecnico del Lugano Maurizio Jacobacci –. Non pensavo che le partite contro Servette e Lucerna, nelle quali ci siamo fatti rimontare negli ultimi minuti, sarebbero state così importanti nella testa dei giocatori. Due risultati negativi che non hanno fatto bene al gruppo. A Losanna i ragazzi volevano offrire una grande prestazion­e, ma non ci sono riusciti per le tare psicologic­he dei due match precedenti. A fine partita non ho detto granché, ogni giocatore ha fatto la sua analisi e ha riflettuto su quanto successo. Negli spogliatoi, da quanto ho appreso, i giocatori si sono parlati e hanno avuto una lettura di quello che è stato il match. È importante che si confrontin­o tra di loro dopo una contro-prestazion­e del genere, con l’obiettivo di trovare delle soluzioni per rimediare».

A Sion il tecnico bianconero ritroverà Kecskes e Bottani (reduci da squalifica) e Maric che in settimana si è allenato regolarmen­te. Si sta riprendend­o pure Custodio, mentre Guerrero è ancora costretto ai box. Sta peggio Fabio Grosso, costretto a rinunciare per squalifica a Bamert, Grgic e Karlen e per infortunio a Araz, Doldur, Hoarau, Kabashi, Lacroix e Zock.

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KEYSTONE Dopo la sconfitta con il Vaduz, contro il Lugano Fabio Grosso si gioca la fiducia di Constantin

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