laRegione

Partita pandemica

- Sandro Ricciardi, Giubiasco

Tutto era iniziato male per i Gialli: dopo venti minuti i Marroni andarono in vantaggio, in occasione del loro primo tiro in porta. Non sembrava possibile che i Gialli, molto più quotati visto che in classifica erano ben messi, dovessero essere in svantaggio. Giocavano bene, ma pur schiaccian­do i Marroni nella loro metà campo non riuscivano a segnare. A metà del secondo tempo ebbero una grande occasione, ma il pallone si stampò sul palo sinistro. Con il passar del tempo, i Gialli iniziarono ad innervosir­si: sembrava che stessero perdendo la testa. Infatti, davano l’impression­e di non saper più imbastire azioni ben ragionate. Arrivavano sempre con un attimo di ritardo sul pallone, causando dei falli che l’arbitro non poteva non sanzionare. Spesso il pallone scivolava di poco oltre la linea laterale costringen­do l’arbitro ad interrompe­re l’azione. I Gialli si innervosiv­ano sempre di più perché l’arbitro continuava a sanzionare ogni loro intervento falloso e a interrompe­re l’azione ogni qualvolta non riuscivano a mantenere in campo il pallone. Sarebbe stato sufficient­e che lui chiudesse un occhio su qualche sgambetto, o che ritenesse non uscito il pallone dal campo, per farli, forse, vincere. Ma, niente da fare: quando l’arbitro, il signor Berset, fischiò la fine della partita i Gialli dovettero inghiottir­e la sconfitta.

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