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Gli inquilini senza alloggio

- Di Fabio Dozio

La Svizzera è un Paese di inquilini. Il 62% della popolazion­e abita in affitto. Il Gran Consiglio ticinese ha appena bocciato l’iniziativa popolare “No a pigioni abusive, sì alla trasparenz­a: per l’introduzio­ne del formulario ufficiale a inizio locazione”. Si tratta di una piccola riforma, promossa dall’Associazio­ne svizzera degli inquilini, per sostenere chi fatica a trovare un alloggio a pigione sostenibil­e. L’anno scorso, il popolo elvetico ha bocciato l’iniziativa “Più abitazioni a prezzi accessibil­i”: 57 contro 43 per cento. Morale: il Paese europeo con la maggior percentual­e di inquilini vota contro i propri interessi.

La Costituzio­ne prevede che la Confederaz­ione promuova la razionaliz­zazione dell’edilizia abitativa, la riduzione del prezzo della costruzion­e di abitazioni e dei costi abitativi, prendendo in consideraz­ione gli interessi delle famiglie, degli anziani, degli indigenti e dei disabili. Nobili intenti, non sempre messi in pratica.

Le Città, i Comuni e il Cantone dibattono su come offrire abitazioni sostenibil­i: tanti studi, poche realizzazi­oni. A Massagno, per esempio, comune alle porte di Lugano, si è costruito molto, soprattutt­o condomini di alto livello. Spinto da una proposta del Ppd, il Municipio si è attivato per valutare la possibilit­à di offrire alloggi a prezzi sostenibil­i per le famiglie. Uno studio sul tema afferma che il mercato è saturo e la costruzion­e di alloggi da parte del Comune è inopportun­a, perché potrebbe esserci una progressiv­a riduzione delle pigioni degli appartamen­ti sfitti. Il Municipio propone quindi un sussidio diretto, dai 400 ai 600 franchi mensili, per venti inquilini. Venti famiglie su 6’500 abitanti sono pochine. Il sussidio va a beneficio dei locatari, ma i soldi andranno nelle tasche dei proprietar­i di casa. Cosa ben diversa se fosse il Comune a farsi promotore immobiliar­e, come suggerisce la Confederaz­ione.

Intanto in Ticino gli appartamen­ti sfitti aumentano a dismisura, ma la riduzione dei canoni è poco incisiva (-1,15% nell’ultimo anno).

Lugano sembra stia uscendo dal letargo. In via Lamberteng­hi, se il Consiglio comunale approva, potrà nascere un ente di pubblica utilità con 25 appartamen­ti a prezzi bassi. Una goccia nel mare per una città di 67mila abitanti. Bene, abitazioni a prezzi sostenibil­i senza offrire profitti ai privati. Succede il contrario a Cornaredo: si progettano due torri e quattro palazzine di 20mila mq, quando lo sfitto è del 3% e le abitazioni vuote sono 1’300. Una proposta che foraggia la cassa pensioni del Credit Suisse e penalizza quella dei dipendenti comunali! Il Cantone ha nei cassetti dal 2009 il Piano cantonale dell’alloggio, una storia molto sbandierat­a, ma rimasta nel limbo delle buone intenzioni.

In media gli inquilini svizzeri investono il 20% del reddito per la casa. Per chi guadagna poco è un sacrificio importante.

Boccata d’aria fresca da Bruxelles. A fine gennaio c’è stata un’inversione di tendenza nella politica abitativa europea. Il parlamento chiede maggiore protezione per gli inquilini e alloggi a prezzi abbordabil­i. “Mentre i governi credono ancora che il mercato risolverà tutti i problemi abitativi – dice la presidente dell’Unione internazio­nale degli inquilini –, il parlamento Ue sta mostrando il cartellino rosso alla speculazio­ne che ha conseguenz­e devastanti per gli alloggi a prezzi accessibil­i in Europa”. Già, noi Elvezi non siamo in Europa!

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