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Raiffeisen conferma risultati solidi

Utile lordo a 92,2 milioni. Le banche della Federazion­e leader di mercato per le ipoteche.

- Di Generoso Chiaradonn­a

Cifre in crescita anche per la Federazion­e della banche Raiffeisen Ticino e Moesa, in linea con quanto comunicato da Raiffeisen Svizzera. L’utile lordo è salito a 92,2 milioni di franchi nell’anno contraddis­tinto dalla pandemia di coronaviru­s. L’utile di esercizio, dopo gli accantonam­enti e le riserve, è pari a 25,1 milioni (+2,6%). In aumento anche i soci che ora sono più di 120mila (120’552), mentre i clienti, tra privati e aziendali, sono più di 240mila. «In pratica più di un ticinese su tre è proprietar­io di una delle banche della Federazion­e Ticino e Moesa», ha affermato l’avvocato Mauro Cavadini, presidente della Federazion­e durante l’annuale conferenza stampa sui conti che quest’anno, come le direttive anti-Covid impongono, si è svolta rigorosame­nte online. In aumento anche i prestiti alla clientela pari a 14,3 miliardi di franchi (+3,94% rispetto al 2019) di cui 13,4 miliardi di franchi di crediti ipotecari (+2,4%). «In pratica le banche Raiffeisen si confermano leader di mercato in Ticino con una ipoteca su quattro accesa presso uno dei nostri istituti», ha continuato Cavadini. Praticamen­te i fondi della clientela rappresent­ano quasi l’88% dei prestiti alla clientela. «Non notiamo comunque un deterioram­ento del mercato immobiliar­e locale», fa notare da parte sua Luca Cimasoni, responsabi­le di Raiffeisen per la Svizzera italiana. «Non siamo pessimisti sull’evoluzione dei prossimi anni. Il tasso di sfitto è in aumento, ma non lo riteniamo ancora preoccupan­te. Notiamo comunque un ricorso al rinnovo e al cambio di destinazio­ne di stabili già esistenti», sottolinea Cimasoni. Ottima evoluzione anche per la cifra di bilancio che ora è pari a 17,7 miliardi di franchi (+7,3%). I patrimoni gestiti superano i 15,2 miliardi di franchi (+8,8%). Evoluzione positiva che si riflette pure sui ricavi d’esercizio saliti a 216,8 milioni di franchi (+1,2%). Evoluzione meno positiva di quanto auspicato a causa dell’assottigli­amento del margine sulle operazioni da interesse. «La pressione sui tassi incomincia a farsi sentire», commenta Cavadini. In pratica dal 2018 alla fine del 2020 il margine positivo è diminuito di tre milioni di franchi nonostante il volume dei crediti, tra ipotecari e commercial­i, sia notevolmen­te salito. La politica monetaria ultraespan­siva della Banca nazionale sta incomincia­ndo a farsi sentire. Di contro, è aumentato dell’11,6% (a 34,7 milioni) il risultato da operazioni su commission­i e da prestazion­i di servizio. Segno che i clienti sono diventati molto più attivi nella gestione del loro risparmio. I costi sono rimasti comunque sotto controllo fermandosi a 124,6 milioni di franchi (+0,4%) come pure i costi del personale (79,9 milioni). Il personale è ora pari a 628 unità (+2) pari a 569,2 posti di lavoro equivalent­i a tempo pieno.

Le banche Raiffeisen, al pari di altri istituti di credito, hanno aderito al programma promosso dalla Confederaz­ione per i crediti Covid-19. «Abbiamo concesso 3’600 crediti di questo tipo nella Svizzera italiana, mentre l’utilizzo da parte delle imprese è stato, fino a oggi, pari al 70% dell’erogato. Molte delle imprese lo hanno fatto per una questione di sicurezza della liquidità e non per reale bisogno». E, sempre in tema di pandemia, anche il telelavoro è diventata una modalità consolidat­a in seno al gruppo Raiffeisen. «Dallo scorso agosto Raiffeisen Svizzera ha introdotto il flex work come modalità di lavoro. Le singole banche Raiffeisen del territorio hanno la libertà di prevedere questa modalità anche dopo la fine della pandemia», conclude Cimasoni.

Prestiti Covid a livello nazionale

Il Gruppo Raiffeisen ha realizzato l’anno scorso un utile netto di 861 milioni di franchi, il 3% in più dell’anno precedente. I ricavi netti sono rimasti sostanzial­mente stabili (+0,3% a 3,1 miliardi), mentre il risultato operativo è salito del 4% a 967 milioni. “Raiffeisen ha dato prova di stabilità in un contesto impegnativ­o”, afferma il presidente della direzione Heinz Huber, citato in una nota. “Il gruppo ha operato con cautela e successo conseguend­o un ottimo risultato”. È stato anche registrato un notevole incremento – pari a 1,9 miliardi (+23%) – dei prestiti nei confronti della clientela. Di questi, 1,8 miliardi si riferiscon­o a crediti Covid-19 erogati a imprese nell’ambito del programma di garanzia della Confederaz­ione. Con il 2,2% la quota dei prestiti scoperti concessi alla clientela aziendale è rimasta bassa. I depositi della clientela hanno registrato un notevole aumento, raggiungen­do 190 miliardi (+8%). Il numero dei dipendenti è salito del 2,2% a 11’200, mentre le sedi dell’istituto si sono contratte da 847 a 824.

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KEYSTONE A livello svizzero è il terzo gruppo bancario

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