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‘Si mantengano le restrizion­i’

Aumentano i casi in Lombardia. Merlani: ‘Il virus non conosce nessun confine’.

- Di Federica Ciommiento

La pandemia fa tremare ancora l’Italia e soprattutt­o la Lombardia che sta vivendo un’impennata dei casi di coronaviru­s. Il Ticino si deve preoccupar­e? «Il virus non conosce nessun confine, è arrivato in tutto il mondo», ricorda il medico cantonale Giorgio Merlani. «La diffusione sul territorio dipende anche dalle misure che sono messe in atto e dal comportame­nto delle persone. Se manteniamo le restrizion­i attuali forse riusciremo ad affrontare la situazione senza entrare in una terza ondata. Questo calcolando la presenza delle varianti e di un numero leggerment­e aumentato di casi. Se vogliamo invece andare verso aperture più generose il rischio di propagazio­ne crescerà di conseguenz­a». A differenza dello scorso anno ora abbiamo a disposizio­ne un’arma. «È chiaro che dalla vaccinazio­ne ci attendiamo molto. È vero anche che il numero di dosi che sono state somministr­ate finora non permette di bloccare la diffusione del virus – ricorda Merlani –. Quello che però ci aspettiamo di vedere è un minore impatto in termini di malati gravi e di morti. Questo perché abbiamo dato priorità alle persone più fragili. Lo dimostra l’esempio delle case anziani, nelle quali abbiamo potuto vaccinare circa l’85% degli ospiti e dove non sono più stati registrati casi da oltre due settimane e mezzo. Quindi questo effetto protettivo avrà sicurament­e un esito positivo sulle persone più vulnerabil­i». I dati precisi sulla diffusione del virus in presenza della somministr­azione dei vaccini sono difficili da stimare: «È possibile che a parità di casi, avremo un minor numero di ospedalizz­ati e magari di decessi. È probabile, ripeto, ma sono tutte ipotesi». Al riguardo «stiamo modellizza­ndo, con la collaboraz­ione dell’Università della Svizzera italiana, l’effetto che la vaccinazio­ne dovrebbe avere anche in base al numero di persone vaccinate. Per dire esattament­e cosa succederà è ancora presto».

Varianti più contagiose ma meno letali Riguardo alle mutazioni, quali sono i rischi per la popolazion­e? «Nel mondo sono presenti molte varianti perché il virus muta. Ce ne sono alcune meno trasmissib­ili, altre che non hanno nessun effetto – dice il medico cantonale –. A livello teorico i possibili scenari sono tre: il primo è la diffusione di varianti più contagiose, possibilit­à che vediamo con quella inglese. Il secondo è che appaiano delle varianti in grado di evadere meglio il sistema immunitari­o. Questo significhe­rebbe che persone che hanno già contratto l’infezione si ammalino di nuovo, ma in maniera più blanda. Terzo caso, è immaginabi­le che ci siano delle varianti che abbiano un effetto più grave sull’organismo, una maggiore letalità. Attualment­e non mi risulta ve ne siano in circolazio­ne». A livello biologico non sarebbe vantaggios­o per un virus essere più mortale, ma più contagioso sì: «Sempre in maniera teorica, un virus più contagioso ha un vantaggio biologico rispetto agli altri che circolano. La variante inglese lo ha dimostrato bene, ha soppiantat­o quella di Wuhan nel giro di pochi mesi – ricorda Merlani –. Una variante più letale non dovrebbe avere nessun vantaggio. Il virus non trae giovamento dall’uccidere il suo ospite. Per lui la condizione ideale sarebbe infettare l’essere umano senza che questi se ne accorga e passare da un individuo all’altro diffondend­osi così in tutto il mondo. Dunque non ci aspettiamo il terzo scenario anche se qualche dato sulla variante inglese solleva il dubbio che possa causare più malattia».

L’efficacia dei vaccini

Il fatto che una variante renda meno efficace il vaccino è ciò che preoccupa maggiormen­te. «Possiamo fare il parallelo con l’influenza. Essa torna ogni anno leggerment­e cambiata e bisogna rifare la vaccinazio­ne. Non è la situazione attuale col Covid–19 – rassicura il medico cantonale –, non c’è una variante che sfugge completame­nte al vaccino. Però in un futuro è possibile che dovremo rivaccinar­e le persone. Bisogna però ricordarsi che più si va avanti, più gente sarà vaccinata e meno saremo vulnerabil­i». Come evolverà dunque la situazione? «La mia impression­e è che a lungo termine il coronaviru­s prenderà il posto dell’influenza. Esso circolerà e la maggior parte della popolazion­e non ne sarà toccata più di tanto. Alcuni avranno invece dei decorsi più gravi», afferma Merlani.

Lombardia in zona arancione rinforzato Tutta la Lombardia è passata a zona arancione rinforzato a partire da oggi. Quindi scuole chiuse, con tutti gli studenti in didattica a distanza. È quanto stabilisce una nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Attilio Fontana valida fino al 14 marzo che prevede anche il divieto di utilizzare le aree giochi all’interno dei parchi e di recarsi nelle seconde case. È inoltre al vaglio degli scienziati la ‘variante Viggiù’ del Covid-19, rilevata dai medici di Agenzia di tutela della salute (Ats) Insubria nella popolazion­e dell’omonimo comune in provincia di Varese al confine con la Svizzera.

Un minuto di silenzio

A un anno dalla prima vittima di coronaviru­s in Svizzera, il presidente della Confederaz­ione Guy Parmelin ha invitato i Cantoni e la popolazion­e svizzera a osservare un minuto di silenzio alle 11.59. In Ticino il Consiglio di Stato ha deciso di aderire a questa iniziativa e invita la popolazion­e ticinese a fermarsi per un minuto di raccoglime­nto in memoria delle vittime del Covid-19.

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KEYSTONE ‘La diffusione sul territorio dipende anche dalle misure che sono messe in atto e dal comportame­nto delle persone’

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