Ajla Del Ponte, tutta un’altra musica
La ticinese per la prima volta a un grande appuntamento tra le favorite al podio
Nel 2021, è tutta un’altra musica per Ajla Del Ponte. Nell’approccio innanzitutto, visto lo status di atleta top mondiale che si è guadagnata con uno strepitoso 2020, chiuso da numero 5 al mondo sui 100 metri e nel quale oltre a portare da 11”29 a 11”08 il suo personale (ha migliorato anche quello sui 200 m) è diventata la prima elvetica a vincere due gare della Diamond League. Una crescita confermata anche in una prima parte di stagione al coperto che l’ha vista firmare il suo miglior crono di sempre (7”14) sui 60 m, che ha corso regolarmente sotto i 7”20, tanto da salire sul podio praticamente in tutte le gare che ha disputato e da mettersi al collo due ori (60 e 200 m) ai Campionati nazionali in sala. Il tutto, in una prima parte di 2021 focalizzata su un solo, preciso obiettivo: gli Europei indoor scattati giovedì a Toru.
«La stagione in sala quest’anno è stata un po’ diversa, abbiamo privilegiato i meeting all’estero in maniera da potermi confrontare con le migliori in Europa e arrivare pronta all’appuntamento principale dell’inverno – spiega la 24enne valmaggese, partita mercoledì per la Polonia (dove saranno presenti altri due ticinesi, Ricky Petrucciani e Filippo Moggi) e il cui impegno sui 60 m sarà tutto concentrato nella giornata di domenica –. Sto bene e sono soddisfatta di quanto fatto fin qui, ho trovato ottimi tempi sin dal primo meeting a Karlsruhe (terzo posto in 7”17) e questo mi ha fatto capire di essere sulla buona strada, tanto che poi sono riuscita a offrire prestazioni simili con regolarità. I Campionati nazionali mi hanno comunque confermato che pure in Svizzera il livello è molto alto, sicuramente anche grazie alla staffetta (la selezione 4x100 rossocrociata che in questi anni ha ottenuto ottimi risultati all’aperto, ndr) che funge da traino per tutto il movimento. E non a caso a Toru nei 60 m saranno presenti due altre rossocrociate (Salomé Kora e Riccarda Dietsche, ndr), così anche senza staffetta non mi sentirò sola». Una volta in pista però, tutto dipenderà solo da lei, a maggior ragione in un appuntamento al quale arriva con il terzo miglior personale tra le atlete al via. Meglio di lei hanno infatti fatto solo la polacca Ewa Swoboda (7”07) e la tedesca Amelie-Sophie Lederer (7”12), ma come sottolinea la stessa sprinter dell’Usa Ascona, «in stagione le ho battute tutte, per cui starà a me ripetermi anche a un grande avvenimento. Che tra l’altro sarà il primo dai Mondiali di Doha all’aperto dell’ottobre 2019, per cui l’attesa e la voglia sono davvero grandi. È una nuova situazione per me e sono contenta di poter vivere quest’esperienza, ma dovrò riuscire a gestirla con tranquillità. In fondo anche ai meeting importanti è un po’ la stessa cosa e anche per questo abbiamo privilegiato gli appuntamenti all’estero».
Emozioni ed energie da gestire anche grazie all’aiuto dei fan
Per riuscire a ballare su una musica per lei nuova (o quasi), la protetta di coach Laurent Meuwly dovrà centellinare energie ed emozioni... «Correre sui miei migliori tempi e centrare il podio è allo stesso tempo un sogno e un obiettivo, ma farlo a un grande appuntamento è complicato. Oltretutto in questo caso raggiungere la finale significherebbe disputare tre gare nella stessa giornata, che comincerebbe verso le 10 (le batterie dei 60 m femminili sono in programma dalle 10.18 di domenica, ndr) per terminare in serata con l’ultimo atto (alle 18.46, le semifinali sono invece agendate alle 12.40, ndr), per cui sarà molto importante gestire le energie, soprattutto mentali. Ad esempio il riscaldamento è un momento che prende sempre molte risorse a livello psicologico e se ne usi troppe per le serie, poi arrivi a sera completamente scarica. Dovrò quindi come detto gestire le emozioni e non voler subito strafare, cercando di prendere una gara alla volta e passare i vari turni facendo crescere l’intensità. Poi chiaramente in finale dai tutto quello che hai, metti da parte la testa e corri con cuore e gambe verso una medaglia».
Per provare a “suonarle” alle altre, anche la musica è uno strumento sul quale la studentessa di Lettere fa affidamento ed è arrivata l’ora di rinnovare la sua playlist, che ha una funzione ben precisa… «Una gara è suddivisa in più sezioni, come ad esempio la partenza, la parte lanciata e via dicendo. A ogni spezzone corrisponde una canzone e per anni la lista che ho usato è andata bene, ma parlando anche con lo psicologo dello sport mi sono resa conto che è arrivato il momento di rinnovarla. Così, parlando anche con familiari e amici, ho deciso di chiedere sui social ai miei fan di aiutarmi a scegliere le nuove canzoni. È anche un modo per portare in pista con me chi mi sostiene, a maggior ragione in un periodo come questo dove siamo costretti a correre senza pubblico. Ed è un’assenza che comincia a pesare».
In gara, invece, la vincitrice (per la terza volta) del premio di miglior sportivo ticinese del 2020 sa bene cosa deve cambiare… «Non sono così contenta delle mie partenze e difatti in queste ultime settimane ci siamo concentrati molto su questo aspetto. Non è un problema di reazione, mi spingo bene fuori dai blocchi, ma poi nei dieci metri seguenti fatico a spingere avanti il mio corpo. Poi recupero nella parte lanciata, ma non posso sempre partire ad handicap, devo essere più aggressiva con i primi passi. Fortunatamente dopo i Campionati svizzeri ho avuto un déclic anche per i primi 30 metri e so che posso farlo».
L’esempio di Lara e quella voglia di ispirare
A motivare ulteriormente e a far sognare in grande Ajla Del Ponte (e non solo) anche i grandissimi risultati che sta ottenendo un’altra sportiva del Canton Ticino, Lara Gut-Behrami… «Purtroppo non ho mai avuto l’occasione di conoscerla, ma è sicuramente una grande ispirazione vedere una ragazza partire dal Ticino e arrivare sul tetto del mondo. Ascolto sempre attentamente quello che dice e in particolare quando spiega come ha trovato un suo equilibrio che le permette di affrontare tutto con la giusta calma. Anche se pratichiamo sport diversi, trovo sia bello poter trarre ispirazione dagli altri atleti. Oltretutto viviamo in una nazione che mette davanti sport prettamente maschili ed è importante far vedere che ci siamo anche noi donne. Dallo scorso anno inizio a sentire che posso a mia volta essere fonte di ispirazione per qualcuno, ad esempio per le giovani atlete di casa nostra. Ed è una bella sensazione».