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Meno soldi ai Comuni poveri? Il ‘no’ alza la voce

Perequazio­ne, Covid e taglio provvisori­o: tra i beneficiar­i c’è già chi parla di referendum

- Di Marino Molinaro

Perequazio­ne finanziari­a, Covid e taglio provvisori­o del contributo di livellamen­to: tra gli enti locali beneficiar­i c’è già chi parla di referendum e soluzione indecente.

È un ‘no’ quasi corale – con l’aggiunta di una riflession­e sul possibile lancio di un referendum popolare e/o di un referendum dei Comuni – quello che arriva dal Bellinzone­se contro la proposta governativ­a di ridurre di 5 milioni all’anno per tre anni, dal 2020 al ’22, il contributo di livellamen­to di cui in Ticino benefician­o annualment­e per 72 milioni gli enti locali meno forti finanziari­amente. Una modifica con cui il Consiglio di Stato mira a portare sollievo nelle casse dei Comuni che nell’ambito del sistema perequativ­o cantonale, improntato al principio di solidariet­à, versano diversi milioni nel fondo di livellamen­to. Casse comunali che a causa della pandemia stanno subendo seri contraccol­pi a seguito dei minori introiti fiscali registrati dalle persone fisiche. Il messaggio governativ­o è ora sul tavolo della Commission­e gestione del Gran Consiglio che dovrà esprimersi con uno o più rapporti all’indirizzo del parlamento cantonale. Il Ticino – attacca il messaggio elaborato dal Dipartimen­to istituzion­i di Norman Gobbi – sembra essere la regione svizzera più colpita dalla pandemia Covid a livello finanziari­o avendo chiuso durante la prima ondata tutte le attività non essenziali. Per approntare una strategia di rilancio il Cantone ha istituito l’anno scorso alcuni gruppi di lavoro. Quello denominato ‘istituzion­i’ si è occupato anche della perequazio­ne finanziari­a: coinvolti, oltre al consiglier­e di Stato e a funzionari degli Enti locali e della Sezione finanze, i rappresent­anti di Biasca, Faido, Locarno, Lugano, Melide, Stabio, Vernate e Capriasca. I Comuni ‘benestanti’ hanno quindi chiesto di valutare misure “atte a sgravare i maggiori Comuni paganti”, ricostruis­ce il messaggio. Proposta poi presentata in autunno a tutti i Comuni e successiva­mente messa in consultazi­one.

Secondo il Bak meno 139 milioni Secondo le stime dell’istituto di ricerca Bak quest’anno i Comuni ticinesi incasseran­no 139 milioni di franchi in meno del previsto tra persone fisiche (-103) e giuridiche (-36). “Con le cautele del caso – giunge al dunque il messaggio – sembra al momento ipotizzabi­le che i Comuni con una maggior proporzion­e di gettito derivante dalle persone giuridiche, dai liberi profession­isti e con importanti quote d’imposta alla fonte potrebbero subire maggiormen­te l’effetto della crisi, rispetto ai Comuni con un substrato formato prevalente­mente da lavoratori dipendenti”. Quindi diminuzion­e oggi del gettito, che tuttavia mostrerà i suoi effetti sul contributo di livellamen­to solamente nel 2023 e per la durata di cinque anni, questo a causa dei tempi tecnici di calcolo che consideran­o la media dell’ultimo lustro del gettito pro capite partendo dall’ultimo accertato di tre anni prima. In soldoni: tamponare ora per non dover subire oltremodo domani.

‘Mantenere l’attrattiva fiscale’

La misura proposta “intende perciò andare incontro ai Comuni paganti affinché possano mantenere un’attrattiva fiscale che giova a tutto il Cantone, ciò in attesa che le risorse fiscali 2020 entrino nel calcolo del contributo di livellamen­to ed inizi quindi l’autoregola­zione del sistema, o che entri in vigore una nuova perequazio­ne delle risorse come auspicato dal progetto ‘Ticino 2020’ e dagli stessi Comuni”. Scartata la sua implementa­zione rapida come pure la riduzione del montante da perequare, il gruppo di lavoro ha indicato il terzo scenario ora proposto al Gran Consiglio, opzione che togliendo 5 milioni annui riporta il totale a circa 67 milioni pari a quello distribuit­o nel 2018. La riduzione viene assorbita quasi esclusivam­ente dal distretto di Lugano, mentre nel campo dei beneficiar­i a perderci maggiormen­te è quello di Bellinzona. Da notare che in occasione del sondaggio hanno preso posizione solo 40 Comuni, e fra i 24 beneficiar­i dieci (quelli cui viene richiesto un sacrificio minore) si sono detti favorevoli.

Bellinzona del tutto contraria

A Bellinzona il mancato incasso annuale di 1,1 milioni su 16 (dato 2020), insieme ai 3 milioni che mancherann­o a causa della contrazion­e del gettito, andrà a costituire metà del disavanzo di 8 milioni previsto nel 2021. Contrariat­o il municipale Mauro Minotti, capodicast­ero Finanze: «Bellinzona con l’aggregazio­ne beneficia di un contributo minore rispetto alla somma dei precedenti tredici Comuni. Uno sforzo che già rappresent­ava da parte nostra un segno di riconoscen­za verso i paganti... Inoltre i Comuni storicamen­te più ricchi presentano introiti, riserve e moltiplica­tori che consentono loro di fronteggia­re con più agio questa fase. Non vogliamo apparire come Calimero, ma confidiamo che il Gran Consiglio consideri adeguatame­nte questi elementi». Rincara la dose il sindaco: «Poiché il governo ha iniziato a imboccare questa strada ancora prima di conoscere i preventivi comunali 2021 e senza attendere i consuntivi dell’anno scorso, ci chiediamo su quali basi abbia fatto le proprie valutazion­i. Stando alle cifre poi emerse – annota Mario Branda – mi sembra di vedere che i Comuni paganti non siano messi peggio di quelli beneficiar­i. La manovra così come imbastita mira quindi a mantenere bassi certi moltiplica­tori, facendo invece pagare la differenza alla popolazion­e dei Comuni che di base li hanno già più elevati». Confrontat­o con un disavanzo importante, il Municipio ha dal canto suo avviato una ‘spending review’ il cui esito è atteso per l’autunno: «Intanto ci opporremo al taglio temporaneo del contributo di livellamen­to», prosegue Branda: «Lo faremo sensibiliz­zando deputati e sindaci. Poi, a dipendenza di cosa deciderà il Gran Consiglio, valuteremo se far capo agli strumenti previsti dalla legge, ossia il referendum e il referendum dei Comuni».

Pareri differenti

Sulla stessa lunghezza d’onda Alberto Pellanda: «Il contributo di livellamen­to si basa sulla solidariet­à, principio che dovrebbe valere proprio in questo momento difficile per tutti i Comuni. Chiederemo ai deputati di riferiment­o della nostra regione di far leva su questo argomento, che sta alla base della Legge sulla perequazio­ne intercomun­ale», spiega il sindaco di Riviera, Comune che dal fondo riceve 4,5 milioni all’anno. «In tre anni perderemmo un milione. Una soluzione che reputo indecente, non da ultimo perché ci obblighere­bbe a rivedere la politica progettual­e per servizi e investimen­ti». E Biasca, coinvolta nel gruppo di lavoro che ha elaborato la proposta? Vi ha fatto parte il sindaco Loris Galbusera: «Questa era l’opzione meno pesante delle tre messe sul tavolo, una delle quali prevedeva di togliere 10-15 milioni l’anno, anziché 5. Comunque non siamo contenti. Da parte nostra abbiamo insistito affinché s’implementa­sse semmai la riforma Ticino 2020, evitando soluzioni provvisori­e che rischiano di dividere il cantone in un momento difficile per tutti. Col nostro moltiplica­tore al 95% avremo davvero poco margine di manovra, praticamen­te nullo». Voce fuori dal coro Serravalle, il cui taglio corrispond­e a 4 punti di moltiplica­tore, il terzo più pesante: «Pur non vedendo la riduzione temporanea di buon occhio – rileva il sindaco Luca Bianchetti – l’abbiamo accettata consideran­do proprio il principio di solidariet­à così come esposto nel messaggio governativ­o. Serravalle dipende parecchio dal fondo di livellamen­to, e se davvero la modifica proposta non intaccherà gli equilibri a lungo termine, credo che uno sforzo possa essere fatto».

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A ‘LAREGIONE’ Paganti e riceventi, i dati per un anno: il confronto fa storcere il naso ai beneficiar­i

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