laRegione

Party alle Medie insieme all’influencer

Festino notturno a Locarno. Denunciato e sospeso un docente

- Di Davide Martinoni e David Leoni

L’influencer come una sorta di sovrano, con tutto il suo seguito di nani e ballerine (soprattutt­o queste ultime), una scorta maxi di champagne del più pregiato e la granitica intenzione di festeggiar­e tutta la notte, non solo a base di bollicine. Passi, considerat­o il “parterre”. Del tutto incomprens­ibile è che ciò possa accadere nei locali di una scuola pubblica, nello specifico la Media 1 di via Varesi a Locarno, che con determinat­i ambienti c’entra come i proverbial­i cavoli a merenda. Eppure è proprio lì che è andato in scena lo strampalat­o festino notturno, in un tripudio di Dom Pérignon, magliette attillate e minigonne; festa la cui cronaca è naturalmen­te stata consegnata ai social, dove per tutta la giornata ha continuato a impazzare garantendo celebrità ai protagonis­ti, ma anche prefiguran­do guai seri per un giovane docente ticinese che avrebbe funto da “gancio” (ha le chiavi, visto che vi insegna) per appropriar­si dei locali della scuola locarnese e trasformar­li in un “club” qualsiasi.

Unitamente al docente, protagonis­ta principale dell’incredibil­e fatto di cronaca è Davide Lacerenza, imprendito­re e influencer milanese, noto per gli eccessi e le mattane che lo hanno eletto fra i grandi della sua categoria secondo i criteri di valutazion­e del popolo della rete. Parliamo di un galletto da 213mila follower su Instagram, personaggi­o capace di sfuggire al confinamen­to lombardo in piena “zona arancione rinforzato” per recarsi in Svizzera con 20mila franchi di champagne in auto, e capiti quel che capiti.

A quanto si è capito, la prima intenzione di Lacerenza & Co. era limitare l’uscita fuori porta alla prima destinazio­ne, ovverosia Giubiasco, dove all’albergo La Tureta erano state prenotate con un certo anticipo alcune camere, cui poi se ne sono aggiunge altre per eccesso di ospiti. Come ha raccontato alla “Regione” la proprietar­ia e direttrice dell’hotel, Bettina Doninelli, «alcune camere erano state prenotate prima, poi però al momento del “check-in” si sono presentate più persone ed è stato necessario aggiungern­e. Tutte, comunque, pagate regolarmen­te». Alla Tureta la combriccol­a, com’era suo diritto, ha chiesto da mangiare e da bere. Doninelli non era in albergo in quel momento, ma sa che «sono stati fatti accomodare nei locali comuni in tavoli da 4, secondo le normative Covid. Quindi distanze rispettate e tutto il resto». Ma la cena avrebbe cominciato a trascender­e dopo le 22, motivo per cui all’influencer e al suo seguito sono state date due possibilit­à: andarsene in camera tranquilli a dormire, oppure riparare altrove. Hanno scelto la seconda. Secondo la direttrice, «fondamenta­lmente erano persone educate, anche se a un certo punto le indicazion­i delle nostre ragazze alla ricezione e dei camerieri entravano da un orecchio e uscivano dall’altro. Così è intervenut­o mio marito per mettere le cose a posto». Ma tolto il problema da una parte, se n’è creato uno decisament­e più grosso altrove. Nello specifico alle Medie di Locarno 1. L’unica cosa chiara di questo cambio di programma con trasferta sulle sponde del Verbano è che l’accesso alla scuola è stato in qualche modo facilitato da un docente che vi insegna. Non si sa in che modo sia stato contattato dagli esagitati milanesi; possibile che ciò sia avvenuto tramite una conoscenza comune. Fatto sta che quanto successo nei locali della Media 1 è stato videoregis­trato, intasando la rete con decine di filmati. In uno si vede Lacerenza che sobilla i suoi tirapiedi a sciabolare quante più bottiglie di Dom Pérignon fosse possibile. Intercalan­do le azioni ad affermazio­ni da “truzzo”, l’influencer si muove con leggerezza fra i locali della scuola pubblica e fa da perfetto padrone di casa (fingendo tra l’altro imbarazzo quando uno del gruppo si accomoda al pianoforte della scuola su cui campeggia un foglio che invita a non utilizzarl­o). Il tutto, sciorinand­o sicumera e conteggian­do tappi che saltano. Da nostre informazio­ni risulta che i locali indebitame­nte frequentat­i sono stati due o tre e che tutto sommato, prima di andarsene, la combriccol­a si è presa la briga di rimettere tutto (più o meno) a posto.

Denunciati in sette. C’era anche droga

Il gruppo di milanesi è tornato a Giubiasco di primo mattino, giusto in tempo per fare colazione. Ma invece della marmellata è arrivata la polizia, che ha fermato Lacerenza e altri personaggi del suo calibro per chiarire i contorni delle bravate in territorio ticinese e far loro passare la voglia di reiterare nella specialità della casa. A stretto giro di posta è arrivata un’altra conseguenz­a, per tutti più dolorosa, anche se inevitabil­e: il docente implicato è stato sospeso. La sua posizione dovrà essere chiarita a livello dipartimen­tale e anche dal profilo penale. L’insegnante risulta infatti fra le sette persone denunciate sulla base dell’assembrame­nto verificato­si a scuola. Unitamente al docente, che ha 40 anni, sono state individuat­e, fermate, interrogat­e e appunto denunciate una quarantenn­e cittadina svizzera, un 53enne e una 29enne cittadini svizzeri domiciliat­i nel Bellinzone­se, nonché un 55enne, un 23enne e una 20enne cittadini italiani residenti in Italia. Il 55enne è Lacerenza, che è nato nel 1965. L’ipotesi di reato nei confronti di tutti quanti è di contravven­zione all’Ordinanza sui provvedime­nti per combattere il coronaviru­s (Covid-19). Il 40enne, il 55enne, il 23enne e la 20enne devono pure rispondere di contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti. A carico del 23enne vi è inoltre l’addebito d’infrazione alla Legge federale sugli stupefacen­ti. Non bastasse, il 40enne dovrà inoltre rispondere di guida in stato d’inattitudi­ne, mentre nei confronti di Lacerenza l’Amministra­zione federale delle dogane ha rilevato una serie di infrazioni che sono state sanzionate con una multa.

Il Decs: ‘Gravi atti vandalici’ Veemente è stata la reazione del Dipartimen­to educazione, cultura e sport di fronte alla violazione degli spazi della scuola. In una nota si parla apertament­e di “gravi atti vandalici” che il Decs “stigmatizz­a”, sottolinea­ndo di avere subito denunciato i fatti alle autorità inquirenti. Manuele Bertoli, direttore del Dipartimen­to, e Anna Zaninelli, capo dell’Ufficio dell’insegnamen­to medio, raggiunti dalla “Regione” non hanno voluto aggiungere altro.

Dell’insegnante si sa che è originario di Gordola, è figlio di un ex politico locale, nonché l’ultima persona da cui era lecito attendersi il coinvolgim­ento in una situazione simile. Da chi lo conosce il 40enne viene infatti descritto come un brillante, spesso pronto a far festa (già a partire dall’ambito universita­rio) ma assolutame­nte in grado di gestirsi. Unanime è lo sconcerto per il fatto che sia scivolato così in basso, mettendo a repentagli­o una carriera profession­ale.

Non volendo, per comprensib­ili motivi, commentare alcunché l’attuale direttore della Media di Locarno 1, Benno Blättler; la “Regione” ha raggiunto il suo predecesso­re Daniele Bianchetti, che lungamente ha lavorato con il docente in questione. «Posso parlarne soltanto in bene. È un insegnante preparato ed entusiasta, molto amato dai colleghi, dagli allievi e dalle famiglie. Personalme­nte non so capacitarm­i di questa situazione, che per la scuola assume contorni impegnativ­i. Si costruisce tantissimo – nello specifico anche proprio con l’aiuto del collega ora coinvolto in questa brutta faccenda –, poi succede una cosa simile e bisogna quasi ricomincia­re daccapo, in primo luogo con i ragazzi e poi anche con le famiglie, che giustament­e si fanno delle domande. Una commission­e d’inchiesta dovrà valutare la fattispeci­e, che è senza dubbio increscios­a, e lo farà certamente con cognizione di causa. La mia personale speranza è che si tenga conto dell’oggettivo valore del docente e di quanto di buono ha fatto finora». Qualcosa ha invece dovuto aggiungere, rispetto alla comunicazi­one dipartimen­tale, la Direzione della scuola, che ieri ha radunato tutte le classi dell’istituto per confrontar­si sulla situazione. Com’era inevitabil­e, commenti intrisi di incredulit­à hanno cominciato a trapelare dai genitori degli allievi.

Lacerenza: ‘Tarantella e chiacchier­e’

In serata, su Instagram, Lacerenza ha commentato l’accaduto dicendo di essere andato a “fare un delivery in Svizzera”: «Abbiamo portato queste bottiglie in hotel dove faceva il compleanno l’amico del nostro cliente. Quando siamo arrivati ci hanno detto che le bottiglie lì non si potevano bere, perché era tardi, perché c’era tanta gente, erano sette o otto. Allora qualcuno è andato via mentre l’altro ragazzo ha detto: ma sì andiamo qua da me». Lacerenza pensava a casa, invece era la scuola: «Come faceva ad avere le chiavi poi? Abbiamo capito che lavorava lì. Non sapevo che le scuole erano aperte, da noi sono chiuse. Ho detto: boh, si vede che non c’è nessun problema. Ho chiesto di poter fare i video, mi è stato detto di sì. Tutto il casino è venuto fuori perché eravamo in sei e non in cinque. Ci hanno portato in questura cinque ore per un interrogat­orio, per ’sta tarantella qua. Alla fine ci dovevano fare 100 franchi di multa a testa, poi 200 e alla fine abbiamo pagato 600 euro. Basta, tutto qua. Tutto il resto sono chiacchier­e».

Intanto, il gruppo Plrt in Gran Consiglio, a firma Michela Ris, condanna con un’interpella­nza “la profanazio­ne dell’istituzion­e scolastica, grazie alla presenza di un docente”, che secondo il gruppo deve essere “licenziato con effetto immediato”.

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TI-PRESS / INSTAGRAM L’assurdo festino notturno alle Medie 1 di via Varesi a Locarno ha fatto la fortuna dei ‘social’
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Lacerenza col Dom Pérignon

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