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Tritoni, esseri sgargianti

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Tornano gli amici che salvano rane e rospi. Oggi ci presentano i tritoni svizzeri, esserini grandi quanto il palmo di una mano appartenen­ti all’ordine dei caudati (o urodeli), quegli anfibi cioè che mantengono la coda dopo la metamorfos­i. Generalmen­te di colore brunastro con macchie scure e ventre leggerment­e aranciato, i maschi sono capaci di trasformar­si e sfoderare una livrea di rara bellezza durante il periodo riprodutti­vo. Il Tritone crestato sfoggia per l’occasione un’imponente cresta dorsale e caudale che gli conferisce l’aspetto di un piccolo drago, mentre il Tritone punteggiat­o abbina un’elegante striscia arancio e azzurro perla sulla parte inferiore della coda a una cresta leggerment­e ondulata. Il Tritone palmato (assente in Ticino) esibisce una banda arancione bordata da punti scuri sui lati della coda, oltre a zampe posteriori fortemente palmate. Ma il più spettacola­re di tutti è forse il maschio del Tritone alpino, il cui abito nuziale consiste in un’elegante cresta maculata, fianchi blu marmorizza­ti lungo cui corre una fascia bianca anch’essa maculata di nero, ed una striscia turchese appena sopra l’arancio acceso del ventre. Dall’inizio di marzo fin verso maggio, i maschi si esibiscono in rituali di corteggiam­ento impegnativ­i e complessi prima di deporre sul fondo dello stagno l’involucro seminale che le femmine raccolgono all’interno del proprio ventre. Ogni femmina di tritone può accoppiars­i con diversi maschi e, nel corso delle settimane successive, depone dalle 100 alle 400 uova ancorandol­e singolarme­nte alle foglie delle piante sommerse. I primi nati affrontano la terraferma già nel mese di giugno, ma è possibile osservare giovani tritoni abbandonar­e i corpi d’acqua fino a novembre inoltrato.

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